Rocco Schiavone 5, Marco Giallini: "È difficile fare una top 3 delle rotture di c**** nella vita, sono troppe"

Il nostro resoconto dalla conferenza stampa di Rocco Schiavone 5, dal 5 aprile su Rai2 per quattro settimane in prima serata, con il protagonista Marco Giallini, il regista Simone Spada e gli autori Antonio Manzini e Maurizio Careddu.

Rocco Schiavone 5, Marco Giallini: 'È difficile fare una top 3 delle rotture di c**** nella vita, sono troppe'

Guascone e malinconico. Così era e così lo ritroviamo Rocco Schiavone, protagonista dell'omonima fiction Rai, che torna con i nuovi episodi dal 5 aprile su Rai2 in prima serata per quattro settimane. Co-prodotta da Rai Fiction-Cross Productions e Beta Film Gmbh, la serie riprende da dove si era interrotta la quarta stagione, con quel cliffhanger finale, e nuove sfide e nuovi personaggi attendono la vita del vicequestore trasferito nella Valle d'Aosta. "Guarirà anche se gli sono saltati i punti": con queste parole Marco Giallini inizia l'incontro stampa con i giornalisti per presentare le nuove puntate. L'attore tranquillizza fan e spettatori ("Il rene è stato asportato, lui è più stanco ma non ha perso la sua verve") e poi rinnova la gioia di essere tornato a lavorare con il regista Simone Spada, "col quale ho fatto il più bel film della mia vita" (Domani è un altro giorno, ndr).

Rocco Schiavone, come un vecchio amico che ritorna

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Rocco Schiavone 5: MArco Giallini in una scena

Anche il regista, arrivato nella serie alla terza stagione e che spera di continuare a dirigere ancora per molto, è oramai affezionato a Rocco Schiavone come fosse un vecchio amico: "Mi sento particolarmente legato al personaggio e alle sue storie, perché sul set c'è Marco Giallini che ti tira sempre su il morale anche se non se ne rende conto, e perché nasce da una scrittura che ho amato molto, che ha creato un personaggio imperfetto. In questo periodo storico l'imperfezione è molto amata perché rappresenta l'umanità. La sua forza è la sua empatia che nasce proprio dal suo essere fallibile". La parola a quel punto passa ad Antonio Manzini, l'autore dei romanzi da cui è tratta la fiction e quindi colui che è responsabile di aver dato vita a questo personaggio così amato dai lettori, e ora anche dagli spettatori: "Quando scrivo libri nuovi non ho in mente Giallini, anche se oramai è inevitabilmente associato al personaggio di Schiavone, però un po' lo penso perché oramai lo sento come un familiare più che come un amico. Inoltre credo che come qualsiasi personaggio nato sui libri, per ogni lettore ci sia uno Schiavone diverso nella sua mente". Non mancano ovviamente le battute di Marco Giallini, mattatore della serie così come dell'incontro con la stampa: "Io invece vedo Luca Zingaretti se penso a Schiavone", al quale così replica Manzini: "Io no, perché Rocco ha i capelli!".

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Dalla pagina allo schermo

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Rocco Schiavone 5: una foto di scena

La penna - anzi, il microfono - passa a Maurizio Careddu, lo sceneggiatore della serie, che racconta come sia stato semplice scrivere insieme a Manzini il personaggio di Rocco Schiavone, "perché era talmente affascinante e perfetto nella sua imperfezione sulla carta che è stato più facile sceneggiarlo, rispetto a dover inventare tutto di sana pianta. La materia aveva già una sua sostanza". Ed emerge anche una possibile ispirazione per il protagonista da lui e Manzini: "C'era un grandissimo poliziotto a Roma, un eroe della squadra mobile noto con il soprannome di Gabbiano, che nella vita privata però era un disastro. Purtroppo è morto di overdose nella sua macchina. Etica e morale sono due strade che spesso si scontrano. Ognuno di noi è un po' Rocco, ha i problemi che abbiamo tutti noi, non si vergogna di dire la verità nonostante la pressione della società".

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Rocco Schiavone 5: un momento della serie

E Marco Giallini cosa ne pensa? "Caratterialmente mi ci ritrovo, nel mestiere meno. Certo se fossi lui per 24 ore penso che ne combinerei di tutti i colori, direi tutta la verità, rischiando di finire in prigione per rimanere in tema". Poi continua: "Ho cercato di trasporre la sua indolenza portando anche qualcosa di mio, una certa malinconia, quel buco nero da cui ogni tanto sono inevitabilmente attratto rischiando di finirci dentro. Del resto è la prima volta che interpreto un personaggio per così tanto tempo. Ogni volta che torno ad Aosta a girare, ormai mi sento a casa". Ma cosa gli ha fatto dire di sì all'inizio della serie? "All'inizio non conoscevo i romanzi ma quando recuperai Pista Nera me ne innamorai, tanto che a quel punto avrei fatto di tutto per interpretarlo. Mio padre è un amante del noir. Io mi sento un loser. Saranno anche questi elementi ad aver contribuito".

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Quinta stagione, tempo di bilanci

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Rocco Schiavone 5: un'immagine della serie

La quinta stagione di Rocco Schiavone è un momento di bilanci per il personaggio come per il suo protagonista, che in questi giorni compie 60 anni: "Io mi sento ancora un ragazzotto che impenna con la moto! Sicuramente l'età fa acquisire anche maggiore esperienza lavorativa, stai maggiormente attento alla parte tecnica, ma secondo me si vede subito se un attore è talentuoso, fin da giovane, se ci mette il cuore e la passione. Anche se non lo si preferisce, è un aspetto che traspare nel pubblico, anche se inizialmente magari ha un po' timore della macchina da presa, la sicurezza arriva col tempo". E cosa aspetta il vicequestore nelle nuove quattro puntate? Lo vedremo come capitano di una squadra di calcio per una partita di beneficienza contro i magistrati e accanto ad una new entry, il personaggio interpretato da Diane Fleri, un'agente francese. "Un bel personaggio tosto che darà del filo da torcere al protagonista, quasi una Schiavone al femminile". All'Oltralpe Giallini è molto legato dalla propria passione per i cantanti francesi, "anche se mettono la panna da tutte le parti, è un'eresia". La serie ha rischiato più volte di finire edulcorata su Rai1, e ha addirittura ricevuto un provvedimento disciplinare dal governo, per alcune caratteristiche del personaggio come il suo farsi le canne. D'altronde "la vita è piena di rotture di c****" come dice il suo personaggio, e per Giallini quella più grande sono le persone che non cercano di comprendere gli altri, che guardano ma non riescono a vedere l'altro. E il suo personaggio non ha mai paura di vedere.