Quicksand, la recensione: Netflix e la cronaca di un massacro

La recensione di Quicksand: nella sua prima produzione originale svedese Netflix racconta la storia di Maja, unica sopravvissuta di una sparatoria nella sua scuola.

Quicksand 4
Quicksand: Hanna Ardéhn durante una scena della prima stagione

Cominciamo la recensione di Quicksand, prima produzione svedese originale Netflix, ammettendo di essere stati completamente catturati da questa serie tv, fin dalla sua prima sconvolgente sequenza. Quicksand si apre con la panoramica di un aula, il pavimento coperto di corpi e di sangue, grida di studenti di sottofondo e un telefono che squilla, invano. La telecamera si sposta poi su Maja, la protagonista, in ginocchio sotto shock vicino ad un fucile. Così inizia la serie scritta da Camilla Ahlgren (famosa anche all'estero per The Bridge), diretta da Per-Olav Sørensen e Lisa Farzaneh e tratta dal romanzo di enorme successo Störst av Allt, edito in Italia con il titolo Sabbie mobili: Tre settimane per capire un giorno, di Malin Persson Giolito.

La sparatoria in una scuola di un quartiere benestante di Stoccolma e il processo per omicidio della diciottenne Maja sono al centro dei sei episodi che compongono la serie: quello che Quicksand vuole mettere in luce, però, non è tanto la dinamica dei fatti, che viene chiarita fin da subito, ma come e perché un evento tanto drammatico, in un contesto così insospettabile, sia potuto accadere. Attraverso una serie di flashback Maja, dal cui punto di vista è narrata l'intera vicenda, ci racconta la sua storia, lasciando volutamente sospeso il nostro giudizio fino alla fine. Ed è proprio questa costante ambiguità a far si che la serie funzioni così bene: l'opinione che ci facciamo sui personaggi viene infatti continuamente ribaltata e per questo non ci viene data possibilità, se non nell'ultimo episodio, di distinguere le vittime dai colpevoli.

Chi ha bisogno della sala? Netflix e il nuovo destino degli aspiranti blockbuster

Una trama dallo sviluppo originale ed interessante

Quicksand 5
Quicksand: una scena della prima stagione della serie Netfix

La serie, che inizia come dicevamo proprio il giorno della sparatoria, sceglie però di cominciare il resoconto della vicenda quasi un anno prima del drammatico evento, quando la protagonista incontra Sebastian, di cui velocemente si innamora: la trama di Quicksand, che grazie ai numerosi flashback è strutturata su due piani temporali diversi, ci racconta nel dettaglio il rapporto tra i due e come questo da idilliaco diventi presto morboso ed ossessivo. Maja Norberg (Hanna Ardéhn) è la classica ragazza della porta accanto, nata e cresciuta nel quartiere benestante di Djursholm, ha tanti amici, va molto bene a scuola e ha davanti a se un brillante futuro. Le cose però cambiano quando incontra Sebastian Fagerman (Felix Sandman), un ragazzo tanto ricco quanto problematico, con seri problemi di droga ed una disastrosa relazione con il padre.

Quicksand 2 Ael3Eby
Quicksand: una scena della serie

In sede di processo ci viene subito detto che i due erano complici e che, anche se Sebastian ha perso la vita nella sparatoria, lui e Maja avevano organizzato insieme di massacrare compagni ed insegnante, forse perché si opponevano alla loro storia. Maja però si difende, afferma che delle intenzioni del suo ragazzo non sapeva nulla, e che tutto quello che ha fatto è stato per legittima difesa. In Quicksand si parte dall'episodio della sparatoria per indagare numerosi altri temi: questa serie ci parla da una parte di amore, codipendenza e senso di colpa, ma anche del ruolo dei genitori e del benessere economico nella crescita di un adolescente, delle differenze di classe e dei meccanismi alla base di un sistema giudiziario progressista come quello svedese. Alcuni di questi temi, che in certi casi vengono toccati solo in maniera superficiale, avremmo forse preferito venissero approfonditi di più, in modo tale da capire meglio il comportamento di alcuni dei personaggi sul finale.

Un cast perfetto per dei personaggi complessi

Quicksand 4 2Ixjxua
Quicksand: un primissimo piano, prima stagione

Uno dei più pregi di questa serie Netflix risiede senza dubbio nelle scelte di cast: i giovani attori scelti per i personaggi di Quicksand fanno un ottimo lavoro nell'interpretare in maniera credibile ruoli a tratti estremamente complessi, rendendo ancor più convincente in questo modo la serie. Hanna Ardéhn, soprattutto, è bravissima a delineare l'ambiguità di un personaggio come quello di Maja, che un momento riteniamo colpevole e quello subito dopo vittima di una catena sfortunata di eventi. Anche Felix Sandman riesce a portare efficacemente sullo schermo l'ambivalenza intrinseca di Sebastian: anche lui è vittima e carnefice, sappiamo che è responsabile di azioni imperdonabili e sbagliate ma al tempo stesso proviamo pena per lui.

Di tutti i comprimari gli unici ad emergere sono Amanda (Ella Rappich), migliore amica di Maja, e Samir (William Spetz), figlio di immigrati segretamente innamorato della protagonista. Lo spazio dato ad entrambi è ovviamente molto minore rispetto a quello destinato alla relazione tra Maja e Sebastian e, anche se capiamo la scelta di metterli in secondo piano, avremmo voluto che ci si soffermasse di più sui loro personaggi. Per quanto riguarda gli adulti, l'unico che ha un ruolo veramente consistente nella vicenda è l'avvocato interpretato da David Dencik, che fino alla fine fa di tutto per far scagionare Maja, non facendoci però mai capire, di proposito, se la ritenga o meno colpevole.

Quicksand 1
Quicksand: un'immagine della prima stagione della serie tratta dal romanzo omonimo

Una serie che cattura lo spettatore

Quicksand 2
Quicksand: una scena con Hanna Ardéhn

Le sabbie mobili del titolo, quicksand significano infatti proprio questo, fanno riferimento alla storia della nostra protagonista, che si fa assorbire da una relazione morbosa e spesso malata, lasciandosi trascinare in una serie di situazioni di cui non comprende appieno le conseguenze. Il titolo rimanda però anche a come lo spettatore viene catturato dalla vicenda, di cui un episodio dopo l'altro si scoprono nuovi particolari e dettagli: fino alla fine non riusciamo a farci un'idea chiara di che cosa sia accaduto e proprio per questo non possiamo fare a meno di continuare a guardare, sperando di poter finalmente decidere chi sia il colpevole.

Quicksand 3
Quicksand: un momento della prima stagione della serie

Suddividere la serie (attualmente disponibile sul catalogo di Netflix di aprile) in soli sei episodi è stata a nostro parere un'ottima scelta: una struttura narrativa come questa, in cui si passa di continuo dal passato al presente e viceversa, funziona al meglio solo sul breve periodo, mentre se trascinata troppo a lungo potrebbe stancare chi guarda. Quicksand riesce a mantenere l'interesse dello spettatore sempre alto, nessuno degli episodi risulta meno importate rispetto agli altri, ma anzi aggiunge un fondamentale tassello alla soluzione della vicenda.

Conclusioni

Al termine di questa recensione di Quicksand non ci sentiamo che di consigliare questa nuova serie Netflix: anche con la sua prima produzione originale svedese il colosso dello streaming dimostra di saper scegliere prodotti interessanti ed originali, trattando temi molto delicati da una prospettiva nuova e particolare.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • Il giovane cast riesce ad interpretare in maniera estremamente credibile personaggi molto complessi.
  • La serie racconta temi delicati da una prospettiva originale ed interessante.

Cosa non va

  • Certi temi e personaggi non vengono approfonditi come avremmo voluto.