Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, la recensione: nel nome di Perseo, ma in serie

La recensione di Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo, il nuovo adattamento a episodi della saga di libri best-seller di Rick Riordan dal 20 dicembre su Disney+ con appuntamento settimanale, che funziona per i giovani protagonisti scelti e per le citazioni alla mitologia greca.

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, la recensione: nel nome di Perseo, ma in serie

Non tutti quelli che sembrano eroi sono eroi, e non tutti quelli che sembrano mostri sono mostri.

Ci sono varie saghe, soprattutto fantasy o comunque di genere, che per un motivo o per un altro non hanno avuto il successo sperato al cinema, rimanendo composte da soli due film o comunque con un franchise monco. Tra questi titoli sfortunati possiamo annoverare sicuramente Percy Jackson, l'eroe giovane letterario nato dalla penna di Rick Riordan, protagonista della saga di libri best-seller della Disney Hyperion. Dopo i due film con protagonista Logan Lerman, Il ladro di fulmini (2010) e Il mare dei mostri (2013), adattamenti dei primi due romanzi - in tutto sono cinque, più i supplementari, tutti pubblicati da Mondadori in Italia - approdiamo così alla recensione di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, la serie dal 20 dicembre su Disney+ con appuntamento settimanale che vuole sostanzialmente fare ciò che accadrà con Harry Potter, ovvero replicare, migliorare e rilanciare la saga dandogli una forma definitiva. Vediamo se ci è riuscita.

Nel nome di Perseo

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Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo: Walker Scobell è il nuovo Percy Jackson

Percy Jackson (un ottimo Walker Scobell) è un dodicenne a New York che, durante una gita al MET, scopre di essere speciale in modo diverso da quanto aveva creduto fino a quel momento. Ragazzino dislessico e bullizzato, viene a conoscenza di alcune rivelazioni sconvolgenti in una sequela di eventi senza un attimo di respiro: è un semidio (o un mezzosangue), figlio di un'umana (la dolce e determinata madre Sally, interpretata da Virginia Kull, più convincente al posto di Catherine Keener) e di un Dio (al momento sconosciuto). Non è tutto: è un figlio proibito e quindi attira a sé i mostri e le creature più spaventose della mitologia greca - che esistono tutte per davvero - ed è accusato da Zeus in persona di aver addirittura rubato la sua leggendaria folgore.

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Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: i tre protagonisti della serie

Per ritrovarla, il ragazzino si mette in cammino insieme al migliore amico Grover (Aryan Simhadri al posto di Brandon T. Jackson), che scoprirà essere un satiro nonché suo custode e protettore, e l'appena conosciuta al campo per semidèi Annabeth (Leah Jeffries al posto di Alexandra Daddario), figlia di Atena. Un'avventura che li porterà in giro per gli Stati Uniti in una serie di ostacoli e prove da superare al fine di provare a ristabilire l'ordine sul Monte Olimpo e salvare il mondo.

Nel nome di Poseidone

La verità può essere pericolosa se non viene maneggiata con cura.

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Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: una scena con i giovani protagonisti

La trama di Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo permette molto più ampio respiro rispetto ai film, cercando di rimanere maggiormente fedele ai romanzi pur con qualche variazione, merito anche del fatto che fu lo stesso Rick Riordan ad annunciare la serie tv un decennio dopo il secondo film e a metterla in pratica, ovvero curandone in prima persona la sceneggiatura e l'adattamento insieme a Jon Steinberg. Questo fa sicuramente la dovuta differenza, proprio come la fece George R.R. Martin in House of the Dragon accanto a Ryan Condal. Questa scelta crea maggiore organicità e fluidità nella narrazione, che svela le proprie carte in modo equilibrato tra conoscenze da fornire subito agli spettatori, tanto i fan della saga quanto i neofiti, e lasciare che il resto venga scoperto puntata dopo puntata. I tre giovani protagonisti convincono così come il cast adulto di supporto - su tutti, per la prima metà (su otto) che abbiamo potuto vedere in anteprima - una trasformista Megan Mullally nei panni di una Furia e l'ex Brooklyn Nine-Nine Jason Mantzoukas nel ruolo di un Dioniso fortemente sopra le righe. O ancora Jessica Parker Kennedy, inedita, inquietante e ammaliante Medusa.

Nel nome dell'Olimpo

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Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo: Walker Scobell e Leah Jeffries in una scena

Percy Jackson e gli Dèi dell'Olimpo è destinata ad una target pre-adolescente ma i più grandicelli non disdegneranno, anche perché i combattimenti sono ben orchestrati e non eccessivamente elementari, nonostante la giovane età degli interpreti. Il comparto tecnico non è al massimo dell'espressione ma nel complesso pervade il fascino per la mitologia greca. Gli episodi hanno una durata non eccessiva e un ritmo incalzante che permette di non annoiarsi, anche se si conosce già la materia trattata, con dei cliffhanger di fine episodio ben piazzati. Merito anche dell'affiatamento del cast e della recitazione non troppo acerba, ma anzi piuttosto convincente, degli interpreti, a partire da Walker Scobell che ci sembra addirittura migliore del suo corrispettivo cinematografico (anche se la dislessia viene lasciata un po' troppo da parte). Negli anni '80-'90 c'erano Topo Gigio e Stefano Bicocchi, insieme a C'era una volta Pollon, ad insegnare miti e leggende che posson divertire chi li apprende ai giovani spettatori. La nuova generazione invece potrebbe interessarsi all'epica antica proprio grazie a Percy Jackson.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo possiamo dire che a sorprendere e convincere è soprattutto il cast adolescente e come sia riuscito a mettere in atto qualcosa di realistico e non troppo acerbo. Questo grazie anche alla sceneggiatura di base, in mano allo scrittore originale Rick Riordan, coadiuvato da uno sceneggiatore professionista (ovvero non come è successo a J.K. Rowling con la saga di Animali Fantastici). C’è più margine di manovra grazie alla struttura seriale e si mantengono questa durata e questo ritmo prevediamo una vita molto più lunga e florida per questa nuova versione televisiva della storia, rispetto alla controparte cinematografica.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Walker Scobell già ci piace come Percy.
  • Anche il resto del cast giovane convince.
  • La mitologia e le leggende.
  • La durata degli episodi.

Cosa non va

  • Il voice over iniziale di Percy è inutile.
  • Il target rimane principalmente pre-adolescenziale.
  • La CGI non funziona appieno.
  • C'è meno attenzione e centralità sulla dislessia rispetto all'originale.