Burt Young: perché Paulie Pennino è la scheggia impazzita della saga di Rocky

Senza Burt Young non ci sarebbe potuto essere Sylvester Stallone. O del perché Paulie Pennino è il personaggio più importante della saga di Rocky.

Burt Young: perché Paulie Pennino è la scheggia impazzita della saga di Rocky

Il commiato arriva direttamente da Sylvester Stallone: "Al mio caro amico, Burt Young, sei stato un uomo e un artista incredibile, mancherai moltissimo a me e al mondo... RIP". Del resto, è inutile girarci intorno, Burt Young, nato nel Queens, come molti italoamericani di seconda generazione, nel pensiero popolare cinematografico è, e resta, l'imperfetto Paulie Pennino della saga di Rocky. Più di C'era una volta in America di Sergio Leone, più della sua carriera da pittore (molto apprezzato), più della sua oggettiva e plasmabile bravura, affinata all'Actors Studio insieme a Lee Strasberg (come molti italoamericani con il sogno di diventare "qualcuno"). Perché poi, già a citarlo, quel titolo, fa tornare alla memoria l'epica, il tormento, l'umanità. Oltre lo sport, avvicinandosi al capolavoro.

Burt Young Copertina
Burt Young è Paulie

Con una suggestione: la saga di Rocky non sarebbe la stessa senza Paulie. Non sarebbe la stessa senza quel "contorno" che diventa protagonista, elemento essenziali di un coro che ha reso leggendario "lo Stallone Italiano". Del resto, il concetto di Rocky non è la vittoria, ma la caparbietà e la fallibilità, e poi il coraggio di rialzarsi, nonché le scelte che ci distinguono. È infatti il concetto di Rocky che fa la differenza, ed è il suo mondo ammaccato e sconnesso a renderlo unico, in cui Paulie Pennino, reso memorabile da Burt Young, che per il ruolo venne nominato come Miglior attore non protagonista, diventa figura chiave e determinante nelle sue controverse sfumature.

Paulie, Rocky e Adriana

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Burt Young, Talia Shire e Sly Stallone

Pensare che nella prima stesura dello script, Stallone, non lo aveva "considerato": inizialmente il personaggio di Adriana viveva con sua madre, e non con un fratello. L'iniziale scelta venne poi stravolta: serviva una sorta di spalla alla figura di Rocky, un appoggio determinante ma in qualche modo anche una sorta di ostacolo emotivo. Non doveva però essere una figura nobile, né filosofica. Doveva invece rappresentare una certa stortura, evolvendosi in tutti e sei i film dell'esalogia. Insomma, dietro Rocky, ecco la sporcatura, la spalla che riscrive il ruolo, scevro da ogni concetto di stereotipata empatia. Paulie Pennino, che lavora in un mattatoio, burbero e cinico, con un accentuato problema di alcolismo. Paulie Pennino, non il character più aristocratico, ma elemento perfetto per legarsi a Rocky Balboa. Sempre Paulie che, nel primo Rocky, presenta al pugile sua sorella Adriana, per quella che sarà la più grande storia d'amore in un film sportivo.

Burt Young, Sylvester Stallone: "Mancherai tanto a me e al mondo"

Paulie, la scheggia impazzita

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Stallone e Young

Ma non c'è personaggio che tenga senza una propria vita, e una propria sfumatura: da Rocky II, Paulie proverà risentimento verso Adriana e verso Rocky, accusandoli di averlo in qualche modo abbandonato. Paulie Pennino è la scheggia impazzita di una saga che va precisamente dove dovrebbe andare, facendole prendere guizzi inaspettati: verrà arrestato - ma Rocky gli paga la cauzione -, litigherà con il mondo intero, per poi ri-trovare un equilibrio. Un equilibrio precario, in qualche modo segnato. Pur sfocato, il Paulie di Burt Young non viene abbandonato né da Rocky, né tantomeno da Sylvester Stallone, quasi fosse in debito con lui. Se lo spazio per la sua presenza diminuisce in Rocky IV, Paulie concluderà la sua parabola in Rocky V e in Rocky Balboa.

Sylvester Stallone e Burt Young sul set di Rocky Balboa
Stallone e Burt Young sul set di Rocky Balboa

Come? Restando fedele alla sua irresistibile e miserabile insicurezza: prima poterà sul lastrico Rocky e Adriana, poi diventerà il motivo per cui lo stesso Rocky manderà KO lo spregevole Tommy Gunn. Un percorso, dicevamo: alti e bassi, botte e lividi, il whiskey da quattro soldi e i rimpianti che logorano. Alla fine, il momento chiave, il punto più basso che diventa quello più alto. Paulie, ormai anziano e logoro, chiederà scusa (l'ennesima, ma questa volta per davvero) a Rocky, riappacificandosi finalmente con sé stesso. Ed è qui che Stallone compie un altro salto narrativo essenziale, facendo diventare Paulie, tragico e infelice, parte integrante di una poetica dai marcati tratti epici, trasformandolo del tutto. Insomma, senza Paulie Pennino non ci sarebbe potuto essere Burt Young. E senza Burt Young, non ci sarebbe potuto essere Sylvester Stallone.