Kali Reis, dal fuoco del ring al ghiaccio di True Detective: Night Country

Sangue capoverdiano, sangue Nipmuc, una vecchia palestra di Rhode Island, il ring e l'inedito Catch the Fair One: ecco chi è Kali "KO Mequinonoag" Reis, protagonista di True Detective: Night Country.

Kali Reis, dal fuoco del ring al ghiaccio di True Detective: Night Country

Il paragone, visto il background, è dovuto: "lavorare con Jodie Foster è come allenarsi con il Mike Tyson del 1986". In una sola frase, Kali Reis, riunisce entrambe le sue inflessioni. Quella sportiva, che picchia duro sui ring della WBC, e quella d'attrice (rivelazione), al centro di della ghiacciata True Detective: Night Country. E l'abbiamo capito subito che Kali Reis, classe 1986, fosse un'attrice formidabile. L'abbiamo capito fin da quando entra in scena, avvolta da un cappotto imbottito, sferzando l'oscurità dell'Alaska. Ne abbiamo parlato nella nostra recensione, e ne abbiamo poi parlato del nostro approfondimento: se la quarta stagione di True Detective, disponibile su Sky e NOW, si può considerare riuscita, è anche per merito del forte contrasto messo in scena da Jodie Foster e, appunto, da Kali Reis.

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True Detective - Night Country: Jodie Foster e Kali Reis in un momento della serie

Profili diversi, generazione diverse, approcci diversi. Tuttavia, il 'fenomeno Keli' (come venne chiamata nel 2018, quando riuscì a tenere testa ai ganci della campionessa Cecilia Brækhus), è una che va dritta al sodo, occupando la scena con una presenza che non rinuncia ad una certa dolcezza. Del resto, tra le cose migliori di True Detective: Night Country, c'è il valoro umano, sfumato in un tono da thriller viscoso e profondo. Un casting perfetto, che ha scovato il punto di forza nel talento di Kali Reis che, orgogliosamente, rivendica le sue origini capoverdiane, nonché discendente dagli Indiani Cherokee e Nipmuc, facente poi parte della tribù Seaconke Wampanoag. "Ho sempre lottato per qualcosa, ho sempre lottato per essere accettata", spiegava in una vecchia intervista per il Los Angeles Times, raccontando della sua adolescenza, dei pomeriggi in palestra, del suo orgoglio nativo.

Chi è Kali Reis, dalla boxe all'inedito Catch the Fair One

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Keli Reis sul ring

Una vita di sfide, di debutti, di botte e di sudore. Kali Reis, portandosi dietro il soprannome di KO Mequinonoag (ovvero, 'molte piume, molti talenti') datole dalla mamma, durante gli incontri di boxe, si è subito avvicinata allo sport. Basket, pallavolo, softball. Niente trucchi, niente bambole. Allenamenti, impegno, sacrificio. E una folgorazione: a 14 anni entra nella Manfredo's Gym di Rhode Island, allenata ad un'amica di sua madre. Una carriera amatoriale di buone prospettive, diventata professionista nel 2013 (dopo un brutto incidente in moto), quando ha combattuto per il titolo WIBA e quando, nel 2016, ha vinto il suo primo titolo mondiale nella categoria pesi medi WBC battendo Maricela Cornejo.

In carriera, ha ottenuto 19 vittorie (5 per KO) e sette sconfitte, è anche allenatrice e, curiosità, il suo primo incontro in tv (contro la Brækhus), è stato trasmesso dalla HBO, su cui sarebbe poi tornata sette anni dopo nel ruolo della detective Evangeline Navarro. "La boxe stessa è un'arte", spiegava la Reis nel 2022. "È un bellissimo caos". Lo stesso caos che l'ha portata al cinema, debuttando in uno di quei film di pancia e di nervi, Catch the Fair One di Josef Kubota Wladyka, nonché prodotto da un certo Darren Aronofsky.

True Detective - Night Country, la recensione: mistero, tensione e umanità nel buio dell'Alaska

Orgoglio e identità

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Catch the Fair One: Keli Reis nel film

Il ruolo? Kali Reis interpreta Kaylee che, nemmeno a dirlo, è una nativa americana ex pugile, schiacciata dalla una tossicodipendenza e da una vita miserabile. A scovarla, facendole guadagnare l'attenzione della critica (prima al Tribeca, e poi con una nomination agli Independent Spirit Awards), lo stesso Wladyka, che l'aveva notata sul ring, restando impressionato dalla potenza, dalla presenza scenica e dal forte legame dell'attrice nei confronti delle cause legate ai diritti dei nativi americani (è tra le sostenitrici dell'MMIWG, un movimento che sostiene le donne indigene vittime o scomparse).

Dopo averle mandato la sceneggiatura, Josef Kubota Wladyka si è precipitato a Rhode Island, seguendo Kali Reis sul ring. Tra i due è nata una certa intesa e, insieme, hanno costruito la protagonista di Catch the Fair One seguendo alcuni aspetti reali della vita di Kali Reis. "Josef ha visto qualcosa in me che io mi rifiutavo di vedere", spiegava l'attrice al LA Times, accreditata anche come co-sceneggiatrice. "Questo è un tratto che fa parte della mia vita, anche sul ring. Non penso di essere così brava. Ma se qualcuno mi da fiducia, poi darò il massimo". E sì, se ve lo state chiedendo, Catch the Fair One è (ancora) inedito in Italia. As usual, con un appello: perché non distribuirlo anche qui?

L'Alaska e il duetto con Jodie Foster

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Kali Reis in una scena di True Detective - Night Country

E poi? E poi ecco la chiamata irrinunciabile: HBO la vuole in True Detective: Night Country. La sfida, da KO, è di quelle elettrizzanti: riuscire ad essere all'altezza della prima, esplosiva stagione (uscita nel lontano 2014). Kali Reis e Jodie Foster, un duo affiatato (in piena tradizione True Detective), ma smosso da un profonda visione contrastante, costruita dalla regista e sceneggiatrice Issa Lopez.

Ma chi è la Evangeline Navarro di Kali? Risponde direttamente l'attrice in un'intervista per NPR. "Il personaggio ha un guscio duro, ma ha anche un grande cuore. È in bilico tra la vita spirituale e quella razionale. Non è davvero sicura della strada da prendere, e sta cercando di orientarsi nel miglior modo possibile, mentre si prende cura di sua sorella". Del resto, è narrativamente fondamentale l'identità della Navarro, e Kali Reis si è detta orgogliosa di interpretare una donna nativa, in quanto l'industria americana deve necessariamente introdurre personaggi legati ad altre prospettive e altre appartenenze: "Quando abbiamo l'opportunità di raccontare le nostre storie dalla nostra prospettiva, senza che qualcun altro la racconti secondo la sua versione, allora possiamo creare qualcosa di bello".