Intervista a Gillian Jacobs: perché Community è un cult

Torna dall'8 luglio su Comedy Central una delle serie più originali e divertenti degli ultimi anni, Community. Ne abbiamo parlato con una delle sue protagoniste, la sensazionale Gillian Jacobs.

Il college più sgangherato d'America, il preside (travestito) più tollerante del mondo, le partite di paintball più sanguinose, le feste di Halloween (con il costume di Alien più carino di sempre) memorabili, la loggia dei riparatori di condizionatori, le avventure dell'Ispettore Spazio-Tempo: Community è questo e molto altro. La serie cult riparte con quella che sembrava destinata a essere l'ultima stagione - la quinta - l'8 luglio su Comedy Central: di tutte le avversità affrontate - come il drammatico allontanamento dello showrunner Dan Harmon, poi richiamato da NBC - quella che comportava la cancellazione dello show sembrava insormontabile, e invece è recentissima la notizia dell'acquisizione della serie Sony da parte di Yahoo!Screen.

Quando abbiamo incontrato Gillian Jacobs, interprete della ribelle (volenterosa) lesbica (mancata) psicologa (improbabile) Britta, al 54° Festival della Televisione di Monte-carlo, il destino di Community sembrava segnato, eppure per lei, per l'arrogante seduttore Jeff incarnato dallo statuario Joel McHale e per gli altri studenti del Greendale un futuro ci sarà. Ce ne parla la solare (non solo perché è bionda), simpaticissima (le selfie migliori del festival le abbiamo con lei), fortunatissima (non ha bisogno di farsi la ceretta) Gillian Jacobs.

Come hai preso la notizia che Community non sarebbe stata rinnovata da NBC?
Non riuscivo a smettere di piangere, anche se un brutto presentimento già lo avevo. Ma confidiamo che qualche altra piattaforma ci acquisisca: Community non finirà, voglio una sesta stagione e anche un film! Anzi voglio 36 stagioni e un parco a tema. E una catena di Starbucks dedicata!

Cosa rende la serie così speciale?

Noi! E poi le tante citazioni da altre serie come Doctor Who e film. I riferimenti alla cultura popolare sono il pane quotidiano di Dan, che - sappiatelo - non ci interpella mai in proposito: ne sa veramente troppe, più di tutti noi messi assieme, tanto che con il tempo si è abituato a inserire nei copioni delle note per spiegare a noi comuni mortali il significato dei riferimenti incomprensibili. Almeno per me, sono sempre la più ignorante...

Quindi è tutto merito di Dan Harmon?

Community: Gillian Jacobs nell'episodio Repilot
Community: Gillian Jacobs nell'episodio Repilot

Abbastanza. Dan ha saputo creare una serie per tutti quelli che si sentono in qualche modo esclusi dal loro ambiente - che sia l'università, o l'ufficio, o la propria famiglia - e ha mostrato loro che una famiglia possono costruirsela da soli grazie all'amicizia. Community non è mai diventata una serie estremamente popolare proprio perché si rivolge a un target limitato, ma questo ha permesso ai suoi spettatori di appropriarsene, di farla diventare "una cosa loro", come se facessero parte di un club esclusivo che custodisce un segreto importantissimo. Considera anche che su un network molti temi non si possono trattare, per cui riusciamo a rivolgersi a un pubblico che adora l'irriverenza nonostante l'autocensura. Comunque, quello tra i fan di Community è un legame molto forte, e ci sono state anche delle convention dedicate negli Stati Uniti: ci sono stata e mi sono divertita tantissimo.

Come hai accolto il ritorno della showrunner Dan Harmon?

Ero felicissima, perché tutti sapevamo che la qualità della serie senza di lui si era abbassata: Dan è il responsabile delle cose migliori di Community. Per questo la notizia di una possibile fine della serie proprio adesso che lo avevamo riavuto indietro ci rende ancora più tristi.

Quindi la ragione del successo di Community è anche il suo punto debole?

Community: Gillian Jacobs, Yvette Nicole Brown e Alison Brie in Introduzione all'insegnamento
Community: Gillian Jacobs, Yvette Nicole Brown e Alison Brie in Introduzione all'insegnamento

Il nostro problema è che, sebbene abbiamo comunque un buon numero di spettatori, sono in pochi a guardarci in Tv durante la programmazione classica. La maggior parte non ci segue il giovedì alle otto di sera su NBC, per lo più ci registra per guardarci dopo, oppure tiene da parte un certo numero di puntate per guardarle tutte assieme. Siamo stati noi ad anticipare e favorire tutti questi fenomeni ora diffusi come lo streaming e il binge watching. Sono sicura che i nostri spettatori siano molti di più di quelli riscontrati dai rating ufficiali, come il Nielsen, che ormai, anche per i network, è diventato un sistema di rilevamento obsoleto.


Hai un episodio preferito della serie?
Ti do qualche indizio: è tutto girato con i flashback. E poi vorrei una puntata stile soap-opera.

Ritieni che oggi le attrici di commedia siano considerati finalmente eguali delle loro controparti maschili?

È arrivato anche per le donne il momento di fare comedy, grazie a figure importanti come Amy Poehler e Tina Fey che hanno sdoganato il settore. Oggi ci sono serie come Girls e Orange Is the New Black che sono per la stragrande maggioranza interpretate, scritte e prodotte da donne.

Cosa ti aspetta?

Sarò nella prossima stagione proprio di una di queste serie appena menzionate: Girls, evviva! È diversa da Community: quest'ultima è un tipo di show che guarderei in ogni caso, anche se non ne facessi parte, perché è fatta esattamente del tipo di comicità con cui mi identifico. Girls è delineata in modo meno netto, divisa com'è tra episodi più serie e altri più divertenti, e questo mi da l'opportunità come attrice di essere più eclettica. È uno dei pregi della cable rispetto al network, quello di essere più liberi nei temi e nei toni. 



Che ruolo avrai in Girls?
Non te lo posso dire. Anzi, posso dirti che interpreterò un'artista che renderà geloso il personaggio di Lena Dunham, ma non è detto che sia vero.