Intergalactic, la creatrice Julie Gearey: “Tra 120 anni l’umanità sarà terribile: esattamente come oggi”

Intervista a Julie Gearey, creatrice della serie Intergalactic, ambientata 120 anni nel futuro, che segue le avventure di un gruppo di detenute in fuga.

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Intergalactic: una foto di scena della serie

Terra, 2143: il cambiamento climatico ha portato al sollevamento dei mari e gli esseri umani hanno dovuto costruire le loro case sempre più in alto. Sulla rotta che sta per portarla in una prigione che si trova su un altro pianeta, l'ex poliziotta Harper (Savannah Steyn) si trova nel mezzo di una fuga. Le altre detenute si uniscono per scappare. Comincia così Intergalactic, serie inglese in otto episodi creata da Julie Gearey.

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Intergalactic: Imogen Daines e Savannah Steyn in una scena della serie

Su Sky Atlantic dal 31 maggio, Intergalactic vede come protagoniste un ricco gruppo di attrici inglesi emergenti, impegnate in una storia ambientata nel futuro ma che allo stesso tempo cerca di parlare del mondo di oggi. Girata in Spagna, tra Granada, Almeria, Valencia e Madrid è una fantascienza dal sapore più europeo.

Abbiamo parlato di Intergalactic con Julie Gearey creatrice della serie, raggiunta via Zoom.

Intergalactic: fuggitive nello spazio

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Intergalactic: una scena della serie

Tutte queste donne tostissime insieme: le adoro! Quanto era importante per te mostrare questi personaggi femminili forti?

È stato uno dei motivi principali che mi hanno spinto a creare la serie. Ho una figlia di 15 anni che adora la fantascienza: ha amato Daisy Ridley in Star Wars: Il Risveglio della Forza e le eroine Marvel. Non abbiamo visto molti personaggi del genere in televisione e questo mi ha spinto a scrivere una storia come questa. Amo le storie che ritraggono madri e figlie, i miei lavori precedenti ritraggono storie di donne dalle dinamiche molto intense.

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Intergalactic: il mondo del futuro

Amo la fantascienza: penso che più si allontana dalla Terra, più riesce a descrivere il mondo di oggi. Questa storia cosa dice dei nostri tempi?

Viviamo in un mondo in cui tutti si sono trincerati dietro le loro idee. La nostra serie riflette questo aspetto: abbiamo Commonworld e Hemlock, due mondi all'opposto. Abbiamo messo insieme personaggi che vengono da due mondi completamente diversi, che però sono costretti a lavorare insieme. Riflette la politica di oggi e ciò che stiamo vivendo.

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Intergalactic: una foto di gruppo del cast della serie

La serie è ambientata nel 2143: perché tra 120 anni l'umanità fa ancora schifo? Perché non impariamo mai?

Abbiamo discusso molto su quando ambientare la serie. Ci siamo documentati su quanto tempo ci sarebbe voluto per il compimento del disastro ambientale, con l'innalzamento dei mari, costringendoci a costruire tutto più in alto. Viviamo in un mondo in cui l'ultimo Presidente degli Stati Uniti non credeva nel cambiamento climatico. L'umanità non è in buona forma: non riusciamo nemmeno a collaborare per contrastare una pandemia globale. Tristemente credo che la serie rifletta chi siamo. Speriamo che questo possa cambiare.

Intergalactic: la scrittura dei personaggi

È bello che questi personaggi femminili siano scritti da una donna: quanto è importante dare sempre più spazio alla loro scrittura in televisione e avere più showrunner donne?

Penso sia importante e anche che le donne si cimentino con generi diversi. Scrivo da 25 anni e per molto tempo non mi hanno offerto serie action. Ma è un genere che amo sia guardare che scrivere. Amo l'azione, le scene di combattimento. Mi ci è voluto molto tempo per arrivare a questo tipo di storie. Quando sei una donna spesso ti propongono storie più piccole, domestiche. Ma penso che dovremmo poter scrivere ogni tipo di serie tv. Penso che oggi ci sia un'apertura. Ma ci è voluto molto tempo per arrivarci.

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Intergalactic: una scena della serie

Questi personaggi non sono bianchi o neri, eroine o cattive. Sono molto più complesse. Quanto era importante per te mantenerli in questa area grigia?

Quando scrivo una storia parto sempre dai personaggi: molta fantascienza si basa sulla trama. Succede questo e poi questo. I personaggi seguono quello che accade. Sono un ingranaggio del sistema. Quando scrivo una storia cerco sempre di creare personaggi tridimensionali, con una psicologia complessa, con le loro motivazioni. Abbiamo passato molto tempo nella sala degli sceneggiatori a parlare dei personaggi, cercando di rapportarli a come viviamo oggi. Anche se Intergalactic è ambientata nel futuro le persone si innamorano ancora, hanno delle dipendenze, hanno problemi con i genitori. Sono tutte cose tipiche degli esseri umani. Abbiamo quindi cercato di fondere personaggi veri a tutta l'energia della fantascienza: i viaggi nello spazio, gli effetti speciali. Il cuore della serie però è costituito da un gruppo di donne dalla psicologia sfaccettata.

Intergalactic: immaginare il mondo del futuro

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Intergalactic: Savannah Steyn in una scena della serie

Il mondo che avete creato, avete girato in Spagna, non somiglia alle serie e ai film di fantascienza americani. Era nelle vostre intenzioni creare un futuro dall'aspetto più europeo?

Molta fantascienza ha un look distintivo: c'è tanto blu, spesso si gira in Nord Africa o in Canada. Sono stata in quella parte della Spagna e c'è una luce calda, che mi piace molto. Abbiamo fatto molti viaggi per trovare le giuste location e la Spagna continuava ad attirarci. Per le scene dell'episodio 3 abbiamo girato in delle grandi gallerie che si trovano sotto a Madrid. Avevamo bisogno di set enormi e un celo immenso e li abbiamo trovati in Spagna. Ha un aspetto unico.

È interessante l'uso che si fa dei corpi delle protagoniste: ci sono perfino dei dreadlocks usati come serpenti. Diventano lo spunto per portare avanti la storia.

Ci siamo chiesti dove si arriverà in futuro con la modificazione del corpo. Abbiamo cercato di dare un base plausibile a tutti gli elementi futuristici. Come sarà il mondo tra 120 anni? Abbiamo lavorato con scienziati e ingegneri che ci hanno fatto da consulenti. Possiamo già impiantare chip nelle persone e costruire protesi meccaniche. Quindi abbiamo cercato di immagine un futuro realistico. E allo stesso tempo di distaccarci da cose che abbiamo già visto molte altre volte in storie di questo tipo.

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Intergalactic: una scena della serie

Questo non è semplicemente un gruppo di protagoniste donne. Sono anche quasi tutte donne nere. È un caso, o volevi partecipare alla conversazione che si sta facendo a livello globale, a cominciare dal movimento Black Lives Matter?

Era molto importante. Abbiamo cercato di realizzare una serie che riflettesse il mondo in cui viviamo. Volevo avere attori di ogni tipo di comunità e allo stesso tempo avere anche gli interpreti migliori per i personaggi. Inoltre, sempre perché abbiamo dato un'impronta scientifica alla serie, le ricerche indicano che tra 120 anni la maggior parte delle persone in Gran Bretagna saranno di origini miste. Quindi è una rappresentazione abbastanza realistica di quello che succederà.

Queste attrici sono fantastiche: hai scelto personalmente ognuna di loro?

Sì, ho partecipato a quelle conversazioni. Abbiamo avuto una fantastica casting director, Kharmel Cochrane, che ha creato delle liste di attori per ogni ruolo. Abbiamo deciso insieme con i registi. Ne abbiamo discusso molto. Quando scegli un gruppo di interpreti è come mettere insieme una squadra di calcio: ci vuole molto tempo per trovare il giusto equilibrio. Devi tenere conto delle diverse fisicità, della loro energia, è un processo delicato. È divertente, anche perché in Gran Bretagna abbiamo dei talenti incredibili.

Intergalactic: abbiamo bisogno di più eroine (e antieroine)

Hai detto che tua figlia ama Rey di Star Wars e le eroine Marvel: quanto è importante avere sempre più personaggi del genere? Quando ero piccola io avevo Xena, Buffy e Sailor Moon. Quanto è importante avere sempre più personaggi del genere in televisione?

Molto importante. È importante per le donne versi rappresentate sullo schermo, con tutti i nostri desideri. Ho 49 anni e quando ero piccola avevo Ripley: un personaggio che ormai ha 40 anni. Avevo la principessa Leia, mi vestivo come lei quando avevo 11 anni, ma a parte loro non c'era molto altro. Adesso ce ne sono di più, ma ce ne vogliono molte altre. Dobbiamo coinvolgere le persone giovani e far entrare sempre più persone diverse in questa industria. Per farlo dobbiamo aprirci a storie sempre più differenti. Sì abbiamo avuto Ripley, Wonder Woman, Buffy. Ma non sono tante le protagoniste femminili di questo tipo. Ce ne vogliono molte di più.

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Intergalactic: una foto promozionale della serie

Inoltre spesso alcune protagoniste femminili vengono scritte avendo in mente eroi maschili. Come si può fare in modo di avere eroine che siano vere eroine?

Si fa mettendo il personaggio al centro della storia. E anche nel modo in cui posizioni la telecamera: la serie a volte è molti intima dal punto di vista emotivo. Passiamo da grandi scene d'azione alla conversazione tra due persone. Non bisogna sacrificare la verità e le sfumature per la trama.