Il trono di spade 6: gli eroi di ieri e gli assassini di domani

Potrà sembrare un episodio sottotono e di transizione rispetto al bellissimo Home, ma in realtà anche questo Oathbreaker, oltre a essere di fattura parimenti superba, è ricco di elementi rivelatori che ci proiettano verso imminenti e incredibilmente promettenti sviluppi.

C'è chi, tra i lettori dei romanzi di George R.R. Martin, ha atteso questo giorno per vent'anni. Tanto tempo, infatti, è trascorso dalla pubblicazione del primo romanzo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, A Game of Thrones, e dal momento in cui lessero un capitolo del romanzo particolarmente affascinante, quello in cui Ned Stark ricorda un episodio traumatico e significativo del suo passato, una disperata battaglia svoltasi all'ombra di una piccola fortificazione nelle Montagne Rosse di Dorne, alla fine della guerra nota come la Ribellione di Robert.

Il trono di spade: Il Corvo a Tre Occhi e Bran in una foto di Oathbreaker
Il trono di spade: Il Corvo a Tre Occhi e Bran in una foto di Oathbreaker

Durante le prime stagioni de Il trono di spade, non era possibile prevedere se questo episodio - ricco di significato soprattutto nell'ottica di una diffusa teoria sulle vere origini di un certo figlio illegittimo - sarebbe mai stato inserito in questo adattamento televisivo, anche perché gli showrunner David Benioff e D.B. Weiss tendono ad evitare per principio l'escamotage del flashback; ma già un paio di stagioni or sono, quando cioè hanno iniziato a diventare evidenti la potenzialità delle visioni di Bran Stark, noi avevamo cominciato a crederci.
E ieri, con Oathbreaker, quel momento è arrivato.

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Il mistero della Torre della Gioia

Il trono di spade: la battaglia alla Torre della Gioia mostrata in Oathbreaker
Il trono di spade: la battaglia alla Torre della Gioia mostrata in Oathbreaker

Non è il segmento che apre l'episodio, perché apertura e chiusura di Oathbreaker spettano giustamente a un certo redivivo Lord Comandante, ma è da qui che vogliamo iniziare. Perché essendo materiale leggendario, in più di un senso, l'adattamento della battaglia della Torre della Gioia era uno dei momenti più delicati mai affrontati dal nostro show. Ci auguriamo per la loro serenità mentale che i puristi dei romanzi abbiano abbandonato Il trono di spade prima di questo momento, perché siamo sicuri che questo segmento non possano averlo apprezzato, anzi probabilmente siamo in grado di indovinare al millimetro buona parte delle conseguenti lamentele: "Un personaggio grandioso come Arthur Dayne rovinato. Non ha nemmeno la sua celebre spada! Perché hanno il sigillo dei Targaryen e non la tenuta della Guardia Reale? D&D siete dei ciarlatani. Martin ti sei venduto... ma naturalmente io continuo a guardare lo show perché così posso parlarne male con gli amici e vantarmi di conoscere la "vera" storia."
Lasciamoli al loro scontento, non li costringe nessuno a imporsi cotanto supplizio. Noi godiamoci quello che non solo è uno dei momenti migliori di questo episodio, ma è anche un adattamento rivelatore (considerata la mancanza di contesto e le solite ristrettezze produttive) ed estremamente ben riuscito di quel fugace, enigmatico e dolente racconto.

Il trono di spade: un'immagine della battaglia alla Torre della Gioia mostrata in Oathbreaker
Il trono di spade: un'immagine della battaglia alla Torre della Gioia mostrata in Oathbreaker

Abbiate pazienza se non ricordiamo se fino ad ora nello show ci sia mai stato un riferimento ad Arthur Dayne, la Spada dell'Alba, prode guerriero e spadaccino senza eguali che anche qui dimostra le sue doti in un combattimento coreografato e girato magnificamente: un uomo, due spade, quattro nemici da fermare ad ogni costo per ordine di un principe defunto. A introdurre Dayne (interpretato dall'aitante Luke Roberts) in questo tragico e remoto squarcio di passato è Bran Stark, che lo riconosce a vista così come riconosce il leader dei suoi avversari, il signore di Grande Inverno, suo padre Eddard (nei cui panni Robert Aramayo succede a Sean Bean); d'altronde Ned gli ha raccontato, almeno in parte, di questo evento: di come cioè, affiancato da Howland Reed ("Il padre di Meera", ci viene incontro il Corvo con tre occhi) e da altri fedeli amici e vassalli, affrontò i più temibili cavalieri della Guardia Reale nell'altopiano dorniano. Con un piccolo "declassamento" rispetto ai romanzi, qui a scontarsi sono sei uomini del Nord e due membri della Guardia Reale di Re Aerys Targaryen: "Vi ho cercato sul Tridente", dice Ned alla Spada dell'Alba e al suo compagno. Non erano nella Fortezza Rossa a proteggere Aerys dalla spada dello Sterminatore di Re; non erano sul Tridente, a morire insieme al principe Rhaegar sotto i colpi furiosi di Robert Baratheon. Erano qui, di guardia ad uno sperduto castello dorniano.

Il trono di spade: Ned Stark alla Torre della Gioia in Oathbreaker
Il trono di spade: Ned Stark alla Torre della Gioia in Oathbreaker

Come Bran, siamo frustrati, come Bran vorremmo seguire Ned sulle scale che portano a Lyanna; ma il diniego del Corvo con tre occhi ha senso, perché quelle magnifiche, incredibilmente vivide visioni in cui ha di nuovo la sua famiglia oltre all'uso delle gambe potrebbero far perdere a Bran il senso del suo presente e della sua missione; e perché la rivelazione che ci aspetta è troppo eclatante per darla via sbrigativamente nel terzo episodio della stagione.
Non erano con Aerys, non erano con Rhaegar, erano qui. Per proteggere la giovane donna che attende il fratello lassù, all'interno della Torre. E forse non soltanto lei.

I was blind, but now I see

Il trono di spade: Maisie Williams interpreta Arya in Oathbreaker
Il trono di spade: Maisie Williams interpreta Arya in Oathbreaker

Un altro momento superbo di Oathbreaker è - finalmente! - quello che coinvolge Arya, di cui abbiamo a mala pena fatto menzione nei precedenti articoli perché era impegnata a mendicare e ad essere bastonata selvaggiamente da questa ragazza - assistente di Jaqen nota semplicemente come "l'Orfana" - che non ha evidentemente nessuna simpatia e compassione per lei. Mazzate ne prende anche qui, ma c'è un'evidente evoluzione preparata da una delle sequenze meglio girate e montate della stagione fino ad ora, una finezza tecnica messa perfettamente al servizio della bravura di Maisie Williams. Come nelle prime fasi del suo addestramento, Arya - o meglio, Nessuno - non affronta solo combattimenti, ma parla della ragazzina che è stata e di ciò che ha desiderato: la vendetta, un obiettivo che la trasformazione in assassina senza volto non sembra affatto destinata a precluderle, nonostante la terribile punizione per aver tolto Ser Meryn Trant dalla sua famigerata lista.
E a proposito della lista: l'Orfana gliela fa declamare, e ci sembra più breve di prima, non solo per la sanguinosa fine di Ser Meryn. Ora c'è Walder Frey sulla lista di Arya, e se fossimo nel signore delle Torri Gemelle non dormiremmo sonni tranquilli, mentre il boia reale Ilyn Payne non è più tra le vittime vagheggiate da Arya, che forse si è resa conto del fatto che quando Ser Ilyn tagliò la testa di suo padre, stava solo obbedendo a un ordine di Joffrey. Come obbediva a Joffrey Sandor Clegane. C'è un momento davvero interessante della conversazione con l'Orfana che riguarda proprio il Mastino, e i sentimenti ambivalenti di Arya nei suoi confronti. Che sia il preludio ad una svolta sorprendente che abbiamo immaginato su queste frequenze, insieme alla menzione di un possibile processo per combattimento che si fa ad Approdo del Re?

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Il trono di spade: Rickon Stark viene consegnato a Ramsay in Oathbreaker
Il trono di spade: Rickon Stark viene consegnato a Ramsay in Oathbreaker

Nel frattempo in Oathbreaker c'è già un atteso ritorno, o meglio due, anche se non è certamente nelle migliori circostanze che, dopo averli salutati alla fine della seconda stagione, ritroviamo la bruta Osha e il piccolo Rickon Stark - piccolo si fa per dire, ormai Art Parkinson è un adolescente di stazza ragguardevole, ma lui era un attore a tutti gli effetti e non una comparsa, quindi ci sembra giusto che non sia stato sostituito come è successo agli interpreti di Tommen e Myrcella Barathon. Quando il Lord Protettore del Nord Ramsay Bolton, succeduto a suo padre Roose dopo aver massacrato lui, sua moglie Walda Frey e il loro figlioletto appena nato, riceve il suo vassallo Smalljon Umber (e la notizia che Great Jon è morto anche lui) non ha idea del fatto che questi stia per consegnargli, per dimostrargli una lealtà che non ha bisogno di smancerie rituali, l'erede legittimo di Grande Inverno; un ostaggio preziosissimo che Ramsay userà senz'altro per cercare di far cadere in trappola il suo prossimo avversario. Che però non è più l'ingenuo e mite bastardo spedito da suo padre alla Barriera perché senza un futuro; è qualcosa di molto più pericoloso. Ma anche di questo Ramsay non ha idea...

"La mia veglia è conclusa"

Il trono di spade: Davos e Melisandre parlano con Jon Snow in Oathbreaker
Il trono di spade: Davos e Melisandre parlano con Jon Snow in Oathbreaker

Per una volta glissiamo sugli eventi di Approdo del Re, che, pur non essendo privi di interesse, con Qyburn che "eredita" le piccole spie del Ragno e Cersei e Jaime snobbati dal concilio ristretto presieduto dal loro stesso zio, il nuovo Primo Cavaliere Kevan Lannister, non sono decisivi, e di Essos, con le indagini dagli esiti assai scontati dell'unico e inimitabile Lord Varys, Tyrion che cerca di convincere Missandei e Verme Grigio a fare giochetti alcolici con lui e la posizione precaria di Dany a Vaes Dothrak con le Dosh Khaleen. Perché vogliamo chiudere con il personaggio a cui l'episodio dedica un'apertura ricca di atmosfera e un raggelante finale. Non l'abbiamo nominato fino ad ora più per vezzo stilistico che per altro, perché ormai lo sanno anche i sassi: Jon Snow vive. Vive con un ulteriore fardello, quello di un tradimento che gli ha spezzato il cuore e di una breve permanenza nell'oblio. Per Jon non c'è ancora il tempo di riflettere sulle parole pesantissime che ha per lui Melisandre - R'hllor lo ha riportato indietro per una ragione, non era Stannis l'eroe profetizzato per la Lunga Notte che incombe. Jon ha la fortuna di avere al suo fianco, oltre alla Donna Rossa nuovamente esaltata dopo il miracolo compiuto dal suo dio attraverso di lei, un uomo con la tempra e il discernimento di Ser Davos Seaworth, che non a caso è stato per tanti anni il braccio destro di un condottiero della statura di Stannis Baratheon. Come Stannis prima di lui, ora Jon ha accanto a sé due consiglieri che avranno per lui indicazioni contrastanti; ma la prima decisione della sua nuova vita la prende da solo, ed è quella di non esitare a uccidere i congiurati che lo hanno pugnalato e lasciato a morire nella neve.

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Il trono di spade: Jon Snow parla ai Guardiani della Notte in Oathbreaker
Il trono di spade: Jon Snow parla ai Guardiani della Notte in Oathbreaker
Il trono di spade:  Jon Snow punisce i suoi assassini nell'episodio Oathbreaker
Il trono di spade: Jon Snow punisce i suoi assassini nell'episodio Oathbreaker

Non è mai stato amico di Jon Snow, Ser Alliser Thorne, ma è stato un valoroso guardiano della notte, un nobile e impavido combattente; ci mancherà lui e ci mancherà il suo interprete, l'eccellente Owen Teale. Il povero Olly, ammutolito in questa sesta stagione dal peso delle sue responsabilità ma forse anche dal fatto che il giovane Brenock O'Connor stava cambiando voce al momento delle riprese come spesso accade ai maschietti della sua età, ci mancherà un po' di meno. Ma hanno combattuto per una causa che credevano giusta, e la loro veglia è conclusa. Nemmeno Jon Snow è lo oathbreaker del titolo dell'episodio, perché la morte lo ha liberato dai suoi voti: compiuto l'ultimo gravoso dovere, far pendere dalla forca i corpi suoi assassini, Jon lascia a Edd Tollett il comando dell'ordine; il suo destino, quello di guidare insieme a Tormund i Bruti ("sarai costretto a combattere le loro battaglie", lo ammonisce prima di morire Ser Alliser); in nome di R'hllor, nel segno dell'onore degli Stark, o del mistero delle sue origini. In ogni caso, saremo al suo fianco.

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4.0/5