Homeland: commento all'episodio 3x04, Game On

Messo di nuovo da parte Nicholas Brody, al centro dell'azione ritroviamo Carrie Mathison, pronta finalmente a tornare in gioco, benché in maniera inaspettata, dopo il suo lungo ricovero in un istituto psichiatrico; e il quarto episodio della stagione ci riserva, in chiusura, un colpo di scena che riapre a tutti gli effetti la partita.

Il plot
La CIA continua a indagare sulle oscure manovre finanziarie collegate all'organizzazione terroristica responsabile dell'attentato di Langley; grazie alla preziosa collaborazione della sua nuova analista, Fara Sherazi (Nazanin Boniadi), Saul Berenson (Mandy Patinkin) viene a sapere che il flusso di denaro rimanda al conto di un famoso campione di calcio dell'Iran, Nassir Hejazi, che tuttavia risulta deceduto parecchi anni prima. Intanto, Carrie Mathison (Claire Danes) supera brillantemente gli esami che dovrebbero garantire il suo rilascio dalla clinica in cui è stata ricoverata, ma un improvviso intervento da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ribalta la situazione. Carrie, tuttavia, viene liberata poco dopo per ordine di un giudice della Corte d'Appello di Washington e torna a casa; tenuta sotto sorveglianza dalla CIA e con il conto corrente bloccato, la donna viene avvicinata nuovamente dall'avvocato Paul Franklin (Jason Butler Harner), il quale lavora per una banca che finanzia i terroristi iraniani. A casa Brody, invece, Dana (Morgan Saylor) aiuta Leo (Sam Underwood) a evadere dall'istituto in cui era rinchiuso e fugge con lui in automobile, gettando nel panico sua madre Jessica (Morena Baccarin).

Cosa ci è piaciuto di questo episodio
Dopo il mezzo passo falso dello scorso episodio, La Torre di David, la quarta puntata della terza stagione di Homeland riporta nell'ombra Nicholas Brody (Damian Lewis) per rimettere rigorosamente al centro della scena il personaggio di Carrie. E come sembra indicare il titolo stesso, Game On, questa si profila come la puntata in cui finalmente i giochi vengono riaperti e la nostra Carrie può tornare "in campo" dopo una lunga detenzione forzata dovuta ai suoi disturbi psichici. Sebbene si debba ancora entrare nel vivo dell'azione, gli autori hanno costruito le basi per una nuova storyline riguardante la lotta al terrorismo - una storyline incentrata, almeno per il momento, sui loschi rapporti tra la finanza occulta e le organizzazioni terroristiche. Insomma, dopo la lunga e logorante sofferenza di Carrie (che ormai somigliava sempre di più alla nevrotica protagonista di un film di John Cassavetes), siamo lieti di ritrovare la nostra eroina al lavoro per la CIA, benché in gran segreto (come ci viene rivelato nel colpo di scena con cui si conclude l'episodio).

Cosa non ci ha convinto di questo episodio
Fermo restando che il suddetto colpo di scena richiede uno sforzo di sospensione dell'incredulità non certo indifferente (e presenta, a tal proposito, una serie di grossi buchi narrativi), Game On pone comunque un parziale rimedio ai difetti della precedente puntata. Restano però i dubbi sulle sorti di Nicholas Brody: fino a questo momento, il co-protagonista di Homeland è comparso soltanto in uno dei primi quattro episodi della stagione, e il suo ruolo non pare destinato a trovare un adeguato spazio all'interno della vicenda principale. Insomma, l'efficacissimo equilibrio delle prime due stagioni, basate proprio sul costante dualismo fra Carrie e Brody, continua purtroppo a latitare...

Note a margine
Se in Game On scompare il povero Brody, in compenso ecco ricomparire d'un tratto Mike Faber (Diego Klattenhoff), ex collega di Brody ed ex (?) amante di sua moglie Jessica: non a caso lo ritroviamo accanto a lei nel momento in cui la donna si trova a dover affrontare l'emergenza della fuga di Dana con Leo. Mentre rimane una figura sfocata e poco utilizzata Dar Adal, l'ambiguo collaboratore di Saul, interpretato dal noto attore F. Murray Abraham: ancora non è chiaro quale sia la sua funzione nell'economia generale del racconto, né tantomeno cosa gli autori abbiano in serbo per lui.

What's next?
Dopo due episodi iniziali nel complesso molto validi, ma che costituivano ancora una sorta di "prologo", un terzo episodio alquanto deludente ed un quarto episodio che vorrebbe finalmente chiudere una premessa decisamente troppo lunga, forse la terza stagione di Homeland si prepara ad ingranare la marcia giusta (o almeno questo è quanto sperano tutti gli affezionati della serie). Nelle prossime puntate dovremmo assistere infatti ad un incremento dei livelli di suspense (finora assai bassi) e ad un ritorno all'azione per Carrie, impegnata in un pericoloso doppio gioco. Più difficile prevedere invece quando e in che modo le strade di Carrie e di Brody riprenderanno ad incrociarsi: un'impresa affatto semplice, e che richiederà un notevole sforzo da parte degli sceneggiatori al fine di evitare ulteriori forzature o colpi di scena poco verosimili...

Movieplayer.it

4.0/5