Christian 2, Edoardo Pesce: "Una serie blues come uno stornello romano"

Stefano Lodovichi, regista e showrunner, insieme a Edoardo Pesce, Silvia D'Amico, Claudio Santamaria e Laura Morante raccontano la seconda stagione di Christian. Disponibile su Sky e NOW.

Christian 2, Edoardo Pesce: 'Una serie blues come uno stornello romano'

Per chi ha visto la prima stagione di Christian, possiamo dire che la seconda alza temperatura. E centra il senso del fattore "sequel": Edoardo Pesce, che appunto interpreta Christian, ha ereditato un regno, gestendo l'utopia, la fede, il dramma. Tutto è forse più ironico e più leggero, anche se la materia non è facile, tra la religione e la lotta tra il bene e il male, temi portanti dello show diretto e ideato da Stefano Lodovichi e disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Sullo sfondo, c'è una Roma colorata, gagliarda e verace - "Roma va osservata a seconda delle prospettive", racconta Stefano Lodovini -, cornice perfetta per una serie di personaggi memorabili, a metà tra il fumetto, la tragedia e la commedia popolare.

Christian2 Ep1 05072022 397A0132397A5863Luciaiuorio
Christian 2: Edoardo Pesce in una scena

Nel cast di Christian ritroviamo poi Silvia D'Amico, Claudio Santamaria, Antonio Bannò, Francesco Collella, Gabriel Montesi, Giulio Beranek, Romana Maggiora Vergano, Ivan Franek più le new entry, ovvero Camilla Filippi e Laura Morante. "In questa seconda stagione, il protagonista deve gestire la sua tavola rotonda, i suoi cavalieri. Lo aiuteranno a trovare una giusta direzione, da un archetipo all'altro. L'utopia è bella, ma metterla in pratica è difficile", spiega Lodovini, durante il press day organizzato da Sky. "Scusate, ma sto uscendo dall'adorazione di Laura Morante...", scherza invece Edoardo Pesce: "Christian a che punto è? Punta sull'utopia coatta, sull'amore e sul d'accordo. Ma la natura umana è diversa".

Christian 2, la recensione: da splendida sorpresa a ottima conferma

Alla scoperta della Città-Palazzo

Christian2 Ep1 24062022 397A4446Katiazavaglia
Christian 2: una scena

Una seconda stagione che enfatizza i concetti di caos, di ordine, di attualità. Un'attualità che ribolle, arrabbiata e incostante, come dimostra lo script scritto da Lodovichi insieme a Valerio Cilio, Patrizia Dellea, Valentina Piersanti, Francesco Agostini, Giulio Calvani. "Il tema è costantemente attuale. Da sempre", prosegue il regista nonché produttore creativo: "È complicato mettere in ordine le cose. Siamo in un mondo in cui abbiamo libertà di parola, correre dei rischi. La storia vive a mezzo metro dalla nostra realtà, e grazie all'utopia possiamo far conoscere questa dimensione agli spettatori".

Christian2 Silvia Damico
Christian 2: un'immagine di Silvia D'Amico

Come detto, in Christian ritroviamo Silvia D'Amico, nel ruolo di Rachele: "Sul set contengo l'esuberanza e cerco di guidare Christian verso una direzione che credo sia giusta. In questa seconda stagione provo a governare questa Città-Palazzo. Stefano ci ha lasciato liberi di improvvisare", spiega l'attrice. Interessante poi l'entrata in scena di Laura Morante, che interpreta La Nera, ossia il personaggio più ambiguo della serie. "C'è stata costruzione estetica, basandomi sulla sceneggiatura: un incrocio tra Bud Spencer e Marcia Cross in Desperate Housewives. Ma... mi sentivo più Bud Spencer. Helena Bonham Carter è stato un altro riferimento. Poi, piano piano abbiamo scelto un modello dark".

"Christian? Poteva essere ambientata solo a Roma"

Christian2 Claudio Santamaria
Christian 2: Claudio Santamaria al trucco

Tante novità in questa seconda stagione (sei episodi in tutto) ma il marchio esplicativo di Christian continua ad essere il dualismo tra bene e il male. "Tendere verso il bene è la cosa migliore, ma il mondo ce la mette tutta per essere al contrario", interviene Claudio Santamaria, che poi plaude ad un'interessante assonanza: ossia, Christian è come una sorta di blues. "Beh, il blues è come lo stornello romano...", dice Edoardo Pesce, che annuncia: "Potrebbe esserci una terza stagione...". Del resto, il materiale narrativo non mancherebbe, conclude Stefano Lodovichi: "La tradizione comica prova a ridere delle tragedie. E poi c'è la componente che va oltre, che spera in qualcosa di più sostanziale. Questa serie non sarebbe potuta esistere se non a Roma. Da parte mia poi ho messo la cifra pop, più "fumettara". I personaggi che abbiamo partono da un'ottima struttura, ma senza questo cast sarebbe impossibile esplorarli..."