Brave New World, Harry Lloyd: “È più importante la libertà o la felicità? È la grande domanda della serie”

La video intervista a Harry Lloyd, protagonista di Brave New World, serie ispirata all'omonimo romanzo di Aldous Huxley.

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Brave New World: una scena della serie

Il romanzo di Aldous Huxley Il mondo nuovo è stato pubblicato nel 1932, ma, nonostante abbia quasi novant'anni, non smette di essere attuale. Eugenetica, controllo mentale: la società immaginata dallo scrittore inglese ha anticipato diversi aspetti reali del nostro quotidiano. Brave New World, dal 20 dicembre su Starzplay (e su Amazon Prime Video, dove c'è un canale dedicato ai prodotti Starz) lo ha adattato per la televisione. Creata da David Wiener è composta (per ora) da nove episodi.

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Brave New World: in una scena della serie

Siamo nel futuro, a New London: il governo sopprime ogni emozione umana tramite farmaci e condizionamento comportamentale. Bernard Marx (Harry Lloyd), nonostante sembri avere tutto, sente che gli manca qualcosa. Lenina Crowne (Jessica Brown Findlay) capisce cosa vuole dire conoscendo John the Savage (Alden Ehrenreich), che vive nelle terre selvagge, lontano dal benessere della città.

Abbiamo incontrato uno dei protagonisti, Harry Lloyd (interprete di Viserys Targaryen ne Il trono di spade) via Zoom. Nella serie un personaggio dice al suo Bernard che la privacy è disgustosa. L'attore non la pensa così: "La privacy è estremamente importante: è una cosa molto umana. Nella serie chiediamo di vivere una vita senza privacy che è un tema molto attuale oggi. Le persone postano foto di qualsiasi cosa: mentre si lavano i denti e vogliono mostrare agli altri tutto di loro per convalidarlo, per dimostrare che esiste. Se 40 o 40mila persone mettono un like a me che mi lavo i denti mi sentirei bene. Significa che se domani mi lavo i denti e a nessuno piace mi sembrerà che mi manchi qualcosa. Ma la privacy è fondamentale per essere felici con se stessi: ti aiuta a capire chi sei, a essere autentico. È molto importante. Penso lo sia sempre di più. Le persone oggi sembrano rinunciarci".

La video intervista a Harry Lloyd

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Brave New World e l'essere umani

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Brave New World: una foto di scena della serie

Secondo te cosa ci rende umani? È il tema centrale di questa serie.

Sì, è una delle grandi domande di questa serie: queste persone sono esseri umani. Siamo a New London, sul pianeta Terra: siamo lo stesso tipo di organismi ma geneticamente modificati. A seconda dello status le persone di dividono in alfa, beta, gamma e delta. Sono condizionati: non crescono in una famiglia, ma da persone che gli fanno il lavaggio del cervello e li convincono che devono essere felici e servire il sistema. Lo stato è più importante dell'individuo. Cose che ci ricordano altri periodi storici. Ma sono umani: nonostante tutta questa oppressione provano dei sentimenti. Alcuni vorrebbero essere monogami, sono gelosi: sentimenti per cui non c'è spazio in quella società. Prendi una pillola e li sopprimi. Ma se smetti di prendere le pillole o se passi del tempo da solo cominci a capire che queste sono emozioni umane. Gli umani non sono stabili, non sono fatti per questo, ma per progredire ed evolvere. Non puoi tenerli fermi. Anche se quella crescita porta anche a perdita, morte e disperazione. È il prezzo che si paga per il nostro viaggio. Qual è l'aspetto umano che manca a queste persone e quello di cui hanno bisogno? Non sanno nemmeno quale sia lo scopo di questo mondo: Bernard cerca l'amore ma non sa cosa sia, non sa cosa sta cercando, però è ciò che gli manca. E questo è estremamente umano.

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Brave New World e il diritto di essere infelici

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Brave New World: una scena tratta dalla serie

Nella serie un personaggio dice al tuo: se non sei felice non sei niente. Perché non possiamo avere il diritto di essere infelici?

Sì è una giusta osservazione: fa parte del condizionamento, perché non dovresti voler essere felice? Bernard dice a Lenina che tutti sono felici a meno che tu scelga di non esserlo. E se vuoi essere infelice puoi sederti laggiù e sentirti miserabile, ma noi non vogliamo avere niente a che fare con te. È una strategia intelligente: far credere alle persone che sono degli individui liberi, ma in realtà li tieni tutti insieme in questa scatola. Proprio come quando in una stanza un gruppo di persone guarda lo stesso schermo. Pensi che tutte stiano facendo un'esperienza individuale, ma se le guardi da lontano sono esattamente dove vuoi che siano. Tutte che fanno la stessa cosa e senza protestare. L'idea della relazione tra libertà e felicità è qualcosa con cui la serie gioca molto: ci chiede cosa sia più importante. È un tema centrale.