Black Mirror 3x01, Caduta libera (Nosedive): Tutti mi possono giudicare

Apre con un episodio divertente ma amaro la terza stagione della serie inglese, dal 21 Ottobre su Netflix.

Black Mirror: Bryce Dallas Howard in una foto dell'episodio Nosedive
Black Mirror: Bryce Dallas Howard in una foto dell'episodio Nosedive

Ci sono serie che attendiamo perché guardarle ci fa stare bene. Altre che invece attendiamo pur consapevoli che ci faranno stare male. E se lo facciamo è perché pur nel loro essere dirette e spietate sanno colpirci con forza e riescono a lasciarci dentro qualcosa su cui riflettere. Tra queste, pensiamo soprattutto a Black Mirror, la serie britannica che negli anni passati è riuscita a stupirci per la capacità di raccontare con atroce onestà il mondo che ci circonda, i famigerati giorni nostri e quel mezzo che fa loro da amplificatore e cassa di risonanza: la televisione.

Dopo sette fulminanti episodi, la serie torna con ulteriori sei, messi a disposizione tutti insieme dal 21 ottobre su Netflix, come è consuetudine del popolare servizio streaming, per una terza stagione ugualmente intensa e densa di significati e messaggi che abbiamo già avuto modo di commentare nel suo insieme, ma che ora abbiamo voglia di approfondire episodio per episodio, per analizzare quei temi che ovviamente non potevamo snocciolare nel dettaglio in una prima recensione senza spoiler. Sei nuovi episodi che spaziano da un argomento all'altro e che iniziano con una parentesi apparentemente più leggera, una commedia amara che attraverso la sua protagonista Bryce Dallas Howard punta l'indice contro una delle abitudini della nostra realtà contemporanea. Ma per parlarne, inevitabilmente faremo delle anticipazioni, quindi fermatevi qui se non volete spoiler sull'episodio.

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Il mondo del giudizio

Black Mirror: Bryce Dallas Howard nella terza stagione
Black Mirror: Bryce Dallas Howard nella terza stagione

Se siete su queste pagine, è molto probabile che siate passati anche su Facebook di recente, e magari il social network di Mark Zuckerberg vi avrà chiesto di votare un personaggio, un luogo o una pagina, oltre a darvi l'ormai consolidata possibilità di aggiungere un like o altra reaction ai post dei vostri conoscenti e delle pagine che seguite. Pensate come sarebbe se poteste fare qualcosa del genere nel mondo che vi circonda tutto il giorno, per strada, al lavoro, a scuola, in metro, ovunque grazie ad un'app che vi permette di dare un voto da 1 a 5 stelle a tutti quelli con cui avete delle interazioni e che avrà il suo giudizio medio sempre in bella mostra in testa. Ma non basta. Pensate se quel voto medio diventasse un mezzo per selezionare (e ovviamente discriminare) le persone, se doveste avere una media di 4.2 o più per poter acquistare il lussuoso appartamento che desiderate o 4.5 per arrivare all'auto dei vostri sogni. Se, insomma, ogni vostra attività quotidiana fosse soggetta al giudizio del prossimo e tale giudizio fosse la chiave per accedere a servizi e in generale per identificare il vostro status sociale.

Ossessione sociale

Black Mirror: un'immagine di gruppo della terza stagione
Black Mirror: un'immagine di gruppo della terza stagione

Un'idea che aveva già messo in scena Community nell'episodio Successo e declino di un'app, ma che nel format ristretto da sit-com restava una simpatica provocazione in linea con le tante che la serie di Dan Harmon aveva introdotto con intelligenza nel corso degli anni. Uno spunto che nelle mani di Charlie Brooker e dei suoi autori Rashida Jones e Michael Schur si amplia e sviluppa, diventando feroce satira sociale e inquietante riflessione verso un prossimo futuro che non sembra così improbabile e lontano. Per questo non facciamo fatica a credere all'ossessione sociale che vive la protagonista Lacie, né al modo in cui questa viene coniugata con varie sfumatura nei diversi personaggi che le ruotano attorno e con i quali ha contatti: ci sono modi diversi di gestire questa ricerca ossessiva dell'apprezzamento e per una Lacie che non vive subendo questa situazione e il mondo che la circonda, c'è una come la Naomi interpretata da Alice Eve, amica di vecchia data della protagonista, che con lucida e calcolata freddezza muove le pedine della sua vita per ottenere il massimo vantaggio e profitto in termini di valutazione media.

Riso amaro

Black Mirror: Bryce Dallas Howard un'immagine della terza stagione
Black Mirror: Bryce Dallas Howard un'immagine della terza stagione

Quello di Nosedive è infatti un mondo in cui tutti devono aver a che fare con questo sistema di valutazione e ciò non può che influenzare il loro comportamento per aggraziarsi il favore del prossimo per ottenere le agognate 5 stelle, far crescere la propria media e d allo stesso tempo relegare ai margini della società quegli individui che vengono giudicati non all'altezza o non degni; non tutti, però, hanno la stessa capacità di farlo con naturalezza, così come non tutti, oggi, hanno la stessa propensione a promuovere la propria immagine sui social. Quello che funziona alla perfezione nel primo episodio di Black Mirror 3 è il modo in cui questo mondo (non così tanto) distopico viene dipinto, immergendoci al suo interno senza spiegarci molto del suo funzionamento, facendocelo vivere, piuttosto, accanto alla protagonista interpretata da Bryce Dallas Howard: non ci sono i tanti odiati spiegoni, né sequenze particolarmente esplicative costruite per guidare lo spettatore, ma solo il dramma tragicomico di Lacie ed il suo andare alla deriva nel vano tentativo di conquistare qualche punto percentuale.

Quella che il regista Joe Wright costruisce con Caduta libera è in definitiva una commedia e non possiamo non sorridere di alcune delle situazioni in cui la protagonista si trova; ma si tratta di un riso amaro, un divertimento che proviamo pur consapevoli di guardare ad un mondo che è ad un passo da noi e la nostra smania di apparire ed essere accettati. Uno dei tanti nostri vizi che Black Mirror riesce a tratteggiare con feroce, spietata e visionaria onestà.

Movieplayer.it

4.0/5