Aldo, Giovanni e Giacomo: tre uomini, qualche film e le ragioni di un grande successo

Aldo, Giovanni e Giacomo, il trio comico che da trent'anni ci fa ridere al cinema, in teatro e in tv, è tra gli ospiti dell'UltraPop Festival: cos'è che ci fa amare così tanto questi tre uomini normali eppure così speciali?

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L'inganno della cadrega

"Non ci posso credere!". L'ineguagliabile urlo del Rolando di Aldo Baglio è risuonato ovunque alla notizia che Aldo, Giovanni e Giacomo, l'amatissimo trio comico che da trent'anni ci fa ridere al cinema, a teatro e in televisione, sarebbe stato tra gli ospiti dell'UltraPop Festival. L'appuntamento, da non perdere, è stasera, 23 marzo, alle 21 su Movieplayer, sul canale Twitch di UltraPop Festival e sugli altri siti del gruppo NetAddiction. Ma cos'è che ci fa amare così tanto questi tre uomini normali eppure così speciali? Andiamo a vedere la storia di tre uomini e di un successo che, dopo trent'anni, non accenna a svanire.

Quell'incredibile stagione di Mai Dire Gol

Silvana Fallisi con Aldo, Giovanni e Giacomo in una scena del film Anplagghed al cinema
Silvana Fallisi con Aldo, Giovanni e Giacomo in una scena del film Anplagghed al cinema

Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti. I loro nomi all'anagrafe sono questi, ma tutti li conoscono con i loro nomi di battesimo. Niente nomi d'arte, non servono. Molti di noi li hanno conosciuti a metà degli anni Novanta, in quella straordinaria fucina di talenti che era Mai Dire Gol (erano stati anche in Su la testa! e Cielito lindo). Entrati in sordina, con una gag di un arbitro e due guardalinee negli spogliatoi che virava verso aspetti surreali, nel mezzo della stagione, complice un addio di Teo Teocoli, si sono trovati protagonisti assoluti, con molto più spazio del previsto. Per alcune puntate, lo ammettiamo, quella gag degli arbitri non ci aveva fatto ridere: eravamo abituati ai personaggi di Teo Teocoli e Gene Gnocchi. Ma è bastata qualche puntata per entrare in sintonia con la comicità del trio. E, da allora, la loro presenza a Mai Dire Gol è stata un crescendo. È come se, in quell'anno, quella di Mai Dire Gol (la metafora è banale, ma ci sta) fosse una squadra di calcio in cui fossero saltati gli schemi: l'allenatore, la Gialappa's Band, non ha fatto altro che mettere in campo i giocatori, e lasciare gli attaccanti, i tre davanti, liberi di andare dove volessero, risolvendo così le partite. E così, dal cilindro del trio, sono uscite gag come quella dell'edicola, e personaggi come Rolando, il ragazzo con maglietta mimetica che riconosceva le persone per strada all'urlo di "non ci posso credere!" (Aldo), l'insegnante di inglese, Mr. Flanagan, quello di "What is this? I don't know" (Giacomo) e così via. Man mano sono arrivati gli appuntamenti fissi, come quello di Nico (Giovanni) e i sardi, inviati da Cagliari per spiegarci che il sardo è una lingua e l'italiano è un dialetto, Johnny Glamour (sempre Giovanni) deejay balbuziente, e lo storico Tafazzi (Giacomo), uomo in calzamaglia e sospensorio che altro non fa che martellarsi i cosiddetti. Il punto zero della comicità, la metafora di un modo di essere. E ancora, i tre tenori, e i bulgari, i famosi acrobati presentati dalla voce di Natolia (Marina Massironi, a lungo quarto membro del trio), l'Ultimo minuto della tivù svizzera, quello di "potevo rimanere offeso". E potremmo andare avanti a lungo.

I migliori film di Aldo, Giovanni e Giacomo

Aldo, Giovanni e Giacomo: tre alieni nel mondo della comicità

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La mitica partita sulla spiaggia

Il fatto è che, nella televisione di metà anni Novanta, e all'interno dello stesso Mai Dire Gol, Aldo, Giovanni e Giacomo erano dei veri e propri alieni, delle mosche bianche nel mondo della comicità italiana. Aldo, Giovanni e Giacomo erano, e sono, unici. Non fanno satira politica, non fanno imitazioni né parodie. Non sono, soprattutto, mai volgari e raramente usano parolacce, raramente cercano la gag e la risata facile. La comicità nasce dal nulla, o meglio, da dentro di loro, dall'osservazione delle piccole cose. Tra poco arriveremo al loro esordio al cinema, ma, poco dopo aver visto i loro primi film, è andando a rivedere il loro famoso spettacolo teatrale, I corti di Aldo, Giovanni e Giacomo, che abbiamo capito tutto. È una serie di piccoli sketch, semplici eppure geniali. Basta uno spunto, come un'arrampicata in montagna, per fare la famosa gag del "non posso né scendere né salire", un numero che unisce giochi di parole a gag fisiche. Nel lavoro di Aldo, Giovanni e Giacomo c'è un teatro d'altri tempi, che unisce il mimo, la trasformazione (non a caso i loro spettacoli teatrali sono diretti da Arturo Brachetti, un maestro in questa materia), il circo e l'affabulazione. Insieme a I corti, l'altro spettacolo cult è Tel chi el telùn, ricco di storiche gag come quella di Pdor, figlio di Kmer, che fa sorridere su un intero mondo di narrativa fantasy.

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L'indimenticabile esultanza di Aldo

Tre uomini e una gamba

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Anche il nostro falegname l'avrebbe fatta meglio

E fu così che il cinema non poteva farsi sfuggire dei talenti simili, e un divertimento assicurato. E non è che il passaggio dal teatro e dalla tivù al cinema sia qualcosa da dare per scontato. E così Aldo, Giovanni e Giacomo arrivano al cinema con Tre uomini e una gamba (1997), in un anno dove devono battersi con il solito cinepanettone ma anche con La vita è bella di Benigni, e al botteghino vanno benissimo. Nella storia di tre uomini che partono da Milano per andare a Sud dove uno dei tre si deve sposare riescono a mettere dentro di tutto: una storia coerente e coesa, ma anche alcune gag storiche, come la sopracitata "non posso né scendere né salire" (cioè "la roccia franabile")ma anche la famosa gag di Ajeje Brazorv e il controllore dell'autobus. Per inserirla, il trio decide di fare tre minifilm e mescolarli al racconto, e questo permette, ad esempio, anche il gioco del conte Dracula che diventa una gag tra il nord e il sud che si fa beffe dei leghisti di allora (quella de "la cadrega") e una parodia del gangster movie. Il tutto inserendo nuovi tormentoni come la famosa gamba del titolo, l'opera di un artista, il famoso Garpez, "che il mio falegname con 30mila lire la fa meglio" o "peperonata a colazione... a pranzo topi morti!". È un film che segna il sodalizio con Massimo Venier, che curerà la regia di tutti i loro film fino a Tu la conosci Claudia?, per poi tornare lo scorso anno.

Odio l'estate, ancora calcio in spiaggia per Aldo, Giovanni e Giacomo: "Aldo fa gli assist migliori"

Così è la vita

Cosi E La Vita
Una scena di Così è la vita

Anche il bis è un successo. Così è la vita (1998) sembra riprendere la fortunata formula del primo film, quella del road movie con tre uomini che percorrono in macchina l'Italia. Non sono tre amici, ma tre persone insieme per forza, un evaso, un ostaggio e un poliziotto. Ma pian piano capiamo che la storia andrà da un'altra parte, con un twist ending alla Shyamalan per nulla scontato in un film comico italiano dell'epoca. È anche da questi particolari che si vede la classe degli artisti. Così è la vita è sorprendente e raffinato, come lo sono le citazioni cinematografiche, mai forzate ma perfettamente inserite nel racconto e nello stile del film: dallo sparo che parte per sbaglio in macchina di Pulp Fiction alla telefonata immaginaria di Prima dell'Alba, fino alla piuma di Forrest Gump, opportunamente dissacrata. Ma anche la storia del leone e della gazzella, all'epoca al centro dello spot di un noto energy drink, così non l'avete mai sentita.

Aldo, Giovanni e Giacomo in una scena di Tu la conosci Claudia?
Aldo, Giovanni e Giacomo in una scena di Tu la conosci Claudia?

Gli altri film

I Migliori Film Di Aldo Giovanni E Giacomo Kcnzbyl
Aldo, Giovanni e Giacomo in Chiedimi se sono felice

La carriera cinematografica del dinamico trio è continuata, tra alti e bassi, ma molte soddisfazioni. Chiedimi se sono felice (2000) gioca tra realtà e finzione e porta il trio verso una commedia più sofisticata rispetto ai film comici degli inizi: c'è più racconto e meno gag per una storia sull'amicizia. La leggenda di Al, John e Jack (2001) delude un po': riprende una gag del trio, quella che apriva Tre uomini e una gamba, ma allungata per un intero film mostra un po' la corda (ma l'esorcismo di Aldo è una scena strepitosa). Con Tu la conosci Claudia? (2004) nel cinema del trio entra Paola Cortellesi per una storia sentimentale di equivoci dove Aldo, per un attimo, rispolvera la gag del suo Rolando nel momento in cui crede di riconoscere la famosa voce femminile del navigatore. Il cosmo sul comò (2008) film a episodi fatto di sketch, convince di meno, mentre La banda dei Babbi Natale (2010), diretto da Paolo Genovese, ha un tocco incantato e surreale e diventa campione d'incassi della stagione. Il ricco, il povero e il maggiordomo (2014) e Fuga da Reuma Park (2014) non sembrano aggiungere molto al discorso del trio e segnano una pausa nelle loro attività.

Massimo Venier, regista di Odio l'estate: "È tenero rivedere Aldo, Giovanni e Giacomo insieme"

Odio l'estate: the boys are back in town

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Odio l'estate: una divertente foto dal set

Ma con Odio l'estate (2020), di nuovo con la regia di Massimo Venier dopo 15 anni, il trio torna di nuovo a entusiasmare. La storia è nuova, fuori dai binari noti. Aldo, Giovanni e Giacomo sono tre uomini che si ritrovano a condividere la stessa casa in affitto per le vacanze estive con le relative famiglie anche se non si conoscono. I tre sanno unire ancora comicità e malinconia, si mettono al servizio di un film corale, sanno citare i loro film precedenti, ma, comunque, guardano avanti. Aldo, Giovanni e Giacomo sono tornati. Sembravano essersi addormentati. Ma, voi lo sapete, "a volte dorme più lo sveglio del dormiente".