Tutte le curiosità sulla serie TV La casa di carta (La casa de papel) del 2017: curiosità, frasi celebri e citazioni, aneddoti, bloopers, note di regia e produzione, trivia sulla serie televisiva e sui realizzatori.
Episodi in ordine cronologico
Gli episodi de La Casa di Carta sono stati girati seguendo l'ordine cronologico: gli attori ricevevano, giorno per giorno, gli script delle nuove puntate, senza sapere cosa sarebbe successo negli episodi successivi.
Tutti malati terminali
Nella prima versione della sceneggiatura de La Casa di Carta, tutti i membri della banda dovevano essere dei malati terminali, non solo Berlino.
La malattia inesistente
A proposito di malattie, la malattia di Berlino ne La Casa di Carta, la miopatia di Helmer, in realtà non esiste.
La maschera di Salvador Dalí
Il pittore surrealista Salvador Dalí era dell'idea che, per fare arte, bisognasse creare confusione; per questo, ne La Casa di Carta il suo volto viene scelto come maschera simbolo della banda.
Non è la Zecca di Stato
Ne La Casa di Carta, gli esterni della Zecca di Stato sono, in realtà, quelli dell'edificio del Consiglio superiore per la ricerca scientifica; gli interni, invece, sono stati girati in studio e nella sede del quotidiano ABC di Madrid.
Carta da giornale preziosa
Le banconote utilizzate nella serie tv La Casa di Carta sono state stampate sulla carta da giornale del quotidiano spagnolo ABC.
Carta da giornale preziosa
Le banconote utilizzate nella serie tv La Casa di Carta sono state stampate sulla carta da giornale del quotidiano spagnolo ABC.
I fratellastri de La Casa di Carta
L'idea che il Professore è Berlino dovessero essere fratellastri è venuta agli stessi attori che li interpretano, Àlvaro Morte e Pedro Alonso.
Àlex Pina, tre metri sopra tutti
Àlex Pina, produttore televisivo e mente geniale che ha portato alla luce La Casa di Carta, è stato anche il regista di Tre metros sobre il cielo, versione spagnola di Tre metri sopra il cielo.
La casa di...capelli
Il taglio di capelli di Tokyo, nelle prime due stagioni de La Casa di Carta, è ispirato al look di Mathilda (Natalie Portman) in Leon; invece, il gesto di raccogliersi i capelli e fissarli con una matita di Raquel Murillo, si rifà al gesto e al nastro di Violet Baudelaire in Una serie di sfortunati eventi.
Il tic del Professore
L'attore che interpreta il Professore ne La Casa di Carta, Àlvaro Morte, nella vita reale non porta gli occhiali; da qui il tic di toccarsi frequentemente la montatura.
qui non si difende, qui si gioca al tiki-taka
Non esistono grandi battaglie senza grandi avversari.
Stiamo cominciando a improvvisare. Ed è così che muore la gente nelle rapine.
Nairobi: Non fare stronzate, Berlino. Questa non è una pellicola di Tarantino.
Mosca: Ti piace saltare le paludi saltando sui sassi. E a ogni tuo passo affonda una pietra. E lasci i cadaveri per strada. È questo che ti piace fare.
Professore: Arriverà il momento in cui penserai che tutto sia sul punto di crollare, che tutto stia andando male e ti sentirai completamente sola. Ma io ti prometto che questo non succederà. Ho pensato a tutto. E poi sono un uomo fortunato.
Denver: Hai cercato di uccidermi con delle forbici a punta tonda, Arturito?
Berlino: Tutti dobbiamo morire, è a questo che brindo: al fatto che siamo vivi. E al fatto che il piano funziona che è una meraviglia. Alla vita!
Professore: Era tutto pianificato, Raquel. Mi dispiace era tutto pianificato, tranne quello che è successo tra noi due. Non lo so, ho infranto le mie regole. Questa variabile non l'avevo messa in conto.
Berlino: Ti sei mai accorto che in tutti i film horror c'è sempre un tipo spavaldo come te che ti fa pensare: questo morirà di sicuro. E non ti delude. Muore sempre. Arturo credimi, morirai di sicuro.
Nairobi: Devi aspettare pazientemente che arrivi il tuo momento e solo a quel punto prendi la mira e dici qualcosa tipo: mi chiamo Alison Parker e sono una figa da paura. BOOM!
Nairobi: Professore, sono Nairobi. Berlino è fuori gioco. Quindi a partire da ora sono io al comando: comincia il matriarcato.
Tokyo: Se vivi in un Paradiso, prima o poi mordi quella mela.
Tokyo: Sono un gatto nero che ti attraversa la strada.
Tokyo: Se vivi in un Paradiso, prima o poi mordi quella mela