Al via domani a Firenze il Festival dei Popoli

Al via domani la 49 edizione del Festival dei Popoli con una prima giornata dedicata allo sviluppo e alle nuove povertà dei paesi baltici. Primo film italiano in concorso Fondamenta delle convertite, il film girato nel carcere femminile di Venezia che svela l'umanità delle detenute.

Domani, venerdì 14 novembre, prende il via a Firenze il Festival dei Popoli, storica manifestazione dedicata al documentario sociale diretta quest'anno da Luciano Barisone. Giunto alla sua 49esima edizione, il Festival vuol offrire un panorama ad ampio raggio sul genere del documentario, mostrandone le diverse sfaccettature e la sua sempre rinnovata capacità di raccontare la realtà, proponendo immagini di popoli e paesi, ritratti di uomini e donne, storie provenienti da tutto il mondo. Inoltre il Festival da sempre pone interrogativi su diverse realtà - che spesso sul grande schermo non trovano spazio - con l'obiettivo di essere spunto di dibattiti e confronto, di analisi e dialogo, dando al pubblico l'opportunità di interagire con addetti ai lavori, documentaristi e personalità del mondo dello spettacolo.

Al Cinema Odeon il pomeriggio della prima giornata sarà dedicato ai cortometraggi. Si parte alle 15.00 con Traces of Stones (Yemen/Germania, 2008, 30') di Rainer Komers, a seguire la proiezione di A Necessary Music (Gran Bretagna/USA, 2008, 20') di Beatrice Gibson e 19 Threads (Argentina, 2008, 25) di Stella Iannitto, Miguel Maldonado e Ana Ugarte.

Contemporaneamente al Cinema Auditorium Stensen l'Estonia diventa protagonista con la proiezione del cortometraggio Eldoraado (Estonia, 1971, 20') di Ülo Tambek. A seguire A Living Force (Estonia, 2003, 58') di Andrei Maimik e Jaak Kilmi: la lotta di tre uomini, molto differenti fra loro, nelle loro prospettive di vita all'interno di una società costruita sul successo e sul potere.
Alle 17.00 presso il Cinema Oden sarà proiettato Fondamenta delle convertite (Italia, 2008, 117') di Penelope Bortoluzzi: un anno nel carcere femminile della Giudecca di Venezia: la vita quotidiana delle detenute, dei loro bambini e delle agenti penitenziarie fra gerarchie, amicizie e giochi di potere.

In contemporanea a Spazio Uno i riflettori saranno puntati su Claire Simon. Alle 17.00 la proiezione del cortometraggio Tandis que j'agonise (Francia, 1980, 33'). Di seguito Les Patients (Francia, 1989, 75'): guardando un medico che si prende cura dei malati, l'autrice finisce per parlare del modo in cui si può guardare una persona attraverso la macchina da presa. Una lezione sul valore etico del documentario. A seguire Moi, non ou l'arent de Patricia (Francia, 1982, 35'): Patricia sogna di diventare attrice e l'opportunità arriva grazie a Claire Simon che trasforma la sua vita quotidiana in un film. Il viaggio con l'autrice francese continua con i corti Histoire de Marie (Francia, 1993, 17'e 20') e Scenes de Ménage (Francia, 1991, 10x5').

La sezione Stile Libero prende il via alle 19.30 al Cinema Odeon con Flyers (Austria, 2008, 83') di Herbert Brödl. Siamo nell'Amazzonia brasiliana e due piloti di piccoli aerei, che collegano Manaus con posti sperduti nella giungla, vivono in parallelo le loro vite avventurose fra paesaggi mozzafiato, incontri sorprendenti e il ricordo di una tragedia che li accomuna.

A partire dalle 21.30, il Festival sarà interamente dedicato alla Francia e alla Lettonia. Allo Stensen la prima serata partirà con la proiezione di Ten Minutes Older (Lettonia, 1978, 10') di Herz Frank. A seguire Is It Easy to Be Young? (Lettonia, 1986, 82') di Juris Podnieks. Il film prende le mosse da un fatto di cronaca: al ritorno da una gita un gruppo di giovani ha danneggiato un bene pubblico. Il processo che ne segue è l'occasione per un'indagine sulle nuove generazioni e sui problemi che esse si trovano ad affrontare.

Allo Spazio Uno Claire Simon torna con Sinon oui (Francia/Canada, 1995, 120'): a causa di un'incomprensione con un collega del marito, Magali si ritrova a mentire sostenendo di essere incinta. Un racconto in bilico tra ciò che si vede e ciò che si vuol vedere. Al Cinema Odeon, in prima serata, la proiezione di La vie moderne (Francia, 2008, 90') di Raymond Depardon: l'esistenza e le memorie degli ultimi allevatori che vivono arroccati nelle fattorie isolate del Massiccio Centrale. Dopo Profils paysans: l'approche e Profils paysans: le quotidien, La Vie moderne è la conclusione di una trilogia dedicata al mondo contadino.

La prima giornata del Festival si chiude alle 23.00 con la proiezione di Soul Power (Usa, 2008, 93') di Jeffrey Levy-Hinte. Nel 1974 un abile organizzatore di spettacoli convinse le star della musica afroamericana a partecipare ad un grande concerto a Kinshasa, prima dell'incontro fra Mohammed Ali e Carl Foreman. Trentaquattro anni dopo, le immagini di quel festival musicale tornano alla luce.

Per informazioni www.festivaldeipopoli.org.