Mi chiamo Francesco Totti 2020

Maggio 2017. È la notte che precede il suo addio al calcio, e il capitano della AS Roma, Francesco Totti, ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.

Romano e romanista, Totti ha esordito nel 1993 in Serie A, totalizzando 619 presenze con 250 reti all’attivo, secondo miglior marcatore di sempre del campionato italiano. Ha anche vinto un Mondiale con la Nazionale Italiana di calcio nel 2006, ma la sua appartenenza alla Capitale e ai colori giallorossi sono il suo marchio distintivo. Una carriera intera con la stessa maglia, nonostante le possibilità di poter andare a giocare in club più ricchi e vincenti della Roma. Ma l’amore per la città e i suoi tifosi ha sempre prevalso rispetto alle ambizioni. Uno scudetto nel 2001, due Coppe Italia, tante epoche partite sullo scenario della Champions League e numerosi trofei individuali.

Ma, a parte i premi, la vittoria che Totti ha ottenuto nella sua carriera è quella di essere venerato senza riserve da un popolo intero, passionale e unico come quello romanista. Il suo ritiro, giunto dopo qualche polemica con la società americana che è stata alla guida della Roma fino a poco tempo fa, non ha intaccato l’amore che Totti ha sempre dedicato alla squadra capitolina. E forse, un giorno, tornerà anche a varcare le porte di Trigoria, per riprendere un filo interrotto in quella calda e commovente sera di Maggio.