Trieste Film Festival 2010: trionfa Devil's Town

Tutti i vincitori della 21 edizione del Trieste Film Festival che si è tenuto dal 21 al 28 gennaio.

La giuria composta da Maryna Ajaja (Usa), Tiina Lokk (Estonia) e Paolo Vecchi (Italia) ha decretato i seguenti vincitori:

PREMIO TRIESTE al miglior lungometraggio in concorso:
Devil's Town di Vladimir Paskaljevic (Serbia)
Per il coraggio e la chiarezza con le quali un giovane regista descrive, attraverso un montaggio puntuale e una regia eccellente, una città da cui gli Dei sono fuggiti.

MENZIONI SPECIALI A:

Ordinary People di Vladimir Perisic (Francia-Serbia-Svizzera)
Per aver saputo raccontare in modo lineare e pertinente fino a quale grado di violenza esterna/interna tutti noi "persone comuni" siamo in grado di spingerci.

Dogtooth di Giorgos Lanthimos (Grecia)
Per la parodia del termine 'capofamiglia', per il linguaggio distorto che rivela i problemi sociali contemporanei e dolorosi comuni a tutti e perché segna la nascita di una nuova era del cinema greco.

Per quanto riguarda la sezione cortometraggi, la giuria composta da Frank W. Albers (Germania), Federico Pedroni (Italia), Miran Zupanic (Slovenia) ha selezionato i seguenti vincitori:

PREMIO MEDITERRANEO CINEMA al miglior cortometraggio in concorso offerto dalla Fondazione Mediterraneo:

Variaciok di Krisztina Esztergalyos (Ungheria)
La giovane regista ungherese esplora le relazioni sessuali, approfondisce la comprensione della realtà, mostra padronanza dello stile visivo e talento per il linguaggio cinematografico. Dimostra compassione per i propri personaggi senza scadere in sentimentalismi. La giuria spera di vedere al più presto il prossimo lavoro di questa regista così promettente.

MENZIONI SPECIALI A:

Felicità di Salomé Aleksi (Georgia)
Il film è un ritratto particolareggiato, divertente e amaro allo stesso tempo, della società rurale georgiana e di quella europea in un momento di cambiamenti politici ed economici.

Odigies Chriseos di Costas Yiallourides (Cipro-Grecia)
Il film è piacevole e parla della solitudine in modo assolutamente cinematografico, senza usare parole ma attraverso l'espressione dei sentimenti, del corpo e della ripetitività delle azioni.

La giuria della sezione documentari, composta da Dimitris Eipidis (Grecia), Marta Lamperova (Slovacchia), Claudia Tosi (Italia), ha decretato i seguenti vincitori:

PREMIO ALPE ADRIA CINEMA al miglior documentario:

Die Frau Mit Den 5 Elefanten di Vadim Jendreyko (Svizzera-Germania)
La giuria, all'unanimità, assegna il premio al regista per essere riuscito a cogliere e trasmettere appieno la personalità della sua protagonista. Attraverso un linguaggio cinematografico rigoroso e semplice, presenta questa adorabile donna, guidata da un grande senso dell'umanità e dell'arte. Il regista esplora, con coinvolgimento e rispetto, i molteplici aspetti di una personalità a tutto tondo che stimola la consapevolezza e la comprensione di noi stessi. Il film è il ritratto toccante di una donna che, nonostante l'età, rappresenta tuttora una fonte di ispirazione e di energia creativa, anche per le generazioni più giovani.

MENZIONI SPECIALI A:

17 Avgusta di Aleksandr Gutman (Russia)
Il regista è riuscito a stabilire una grande empatia con il suo protagonista. Senza esprimere giudizi e attraverso un approccio visivo asciutto e rigoroso, esplora la vita in prigione e la capacità della mente umana di resistere e sopravvivere in qualunque condizione con un impressionante rispetto per l'essere umano.

Holka Ferrari Dino di Jan Nemec (Repubblica Ceca)
Il regista offre un grande esempio di impegno, avvalendosi del mezzo cinematografico per raccontare una storia autobiografica e far rivivere la tragica storia della sua nazione. La pellicola di cui si parla nel film diventa uno dei protagonisti principali giocando un ruolo importante all'interno della struttura narrativa, che si trasforma anche in un saggio di metacinema.