The 100: online si scatena la protesta dei fan contro lo showrunner

La morte di un personaggio importante ha dato vita a numerose iniziative per dimostrare il proprio dissenso per la scelta presa da Jason Rothenberg.

La messa in onda dell'episodio della terza stagione di The 100 intitolato Thirteen sembra non essere piaciuto affatto a moltissimi fan in tutto il mondo. Andiamo alla scoperta di quanto accaduto.
Attenzione, contiene spoiler sulla puntata!
L'attrice Alycia Debnam-Carey nella serie ha il ruolo di Lexa ma gli impegni previsti dalla produzione di Fear the Walking Dead hanno limitato la sua possibile presenza con la parte della leader Lexa. Gli sceneggiatori e lo showrunner Jason Rothenberg hanno quindi deciso di mostrare la morte del personaggio per introdurre un elemento importante degli eventi che si svolgono in un futuro distopico, l'esistenza di una seconda intelligenza artificiale, e collegare parti della trama fino a quel momento apparentemente scollegate.

Lexa era però riuscita a ottenere l'attenzione degli spettatori perché resa unica da alcune importanti caratteristiche: era una ragazza a capo dei clan in cui è suddivisa la popolazione rimasta in vita sulla Terra e ha iniziato una relazione sentimentale con Clarke, la protagonista della storia. Nel corso delle puntate il personaggio ha poi ottenuto un consenso sempre più grande anche grazie al supporto della comunità omosessuale che ha individuato in lei una figura importante nel panorama televisivo.
Molte recensioni online e numerosi commenti hanno sottolineato che la reazione negativa alla sua morte è stata suscitata prevalentemente a causa delle tempistiche con cui è avvenuta: dopo essere diventata una determinata sostenitrice della necessità di vivere un periodo di pace e soprattutto dopo aver avuto un rapporto sessuale con Clarke. Il personaggio di Lexa, così forte e iconico per molti motivi, è stato inoltre fatto uscire di scena in modo del tutto casuale e quasi banale, scelta narrativa piuttosto discutibile.

Dopo la messa in onda di Thirteen i social media sono stati invasi dai commenti negativi e dalle reazioni dei fan, mentre su Twitter hashtag come #LexaDeservedBetter (Lexa meritava di meglio) sono stati a lungo tra i trend. Alcune delle persone coinvolte nella realizzazione della serie hanno espresso pubblicamente il loro dispiacere per quanto mostrato, tra cui anche Kim Shumway che aveva avuto l'idea che Lexa fosse gay.

Lo showrunner Jason Rothenberg, durante il podcast The Dropship ha affermato di essere rimasto colpito dalle tante reazioni negative anche se comprende le proteste dei fan, pur invitando gli spettatori a ricordare che far uscire di scena un personaggio importante è un elemento ricorrente e importante nel mondo dei serial, e ha poi aggiunto: "Ovviamente è uno show in cui le persone muoiono. I personaggi principali vengono uccisi e Lexa è il comandante, e non è un lavoro con una lunga aspettativa di vita". Lo showrunner ha quindi sottolineato: "Immagino che alcuni ritengano che avrei dovuto prendermi più cura di lei perché era una lesbica. Sono molto combattuto su questa questione ovviamente, perché capisco questo punto di vista, e sono sconvolto dal fatto che le persone siano sconvolte".

Rothenberg sta tuttavia affrontando le conseguenze della scelta che ha preso e il suo profilo Twitter ha già registrato un calo notevole di follower (quantificabile in circa 20mila persone), mentre la sua pagina su wikipedia ha subito una serie di modifiche fortemente critiche e negative, e online gruppi di fan stanno richiedendo il suo licenziamento. Tra le accuse mosse allo showrunner anche quello di aver alimentato a lungo la speranza che nel serial si sarebbe dato uno spazio importante a una relazione omosessuale mostrata in modo non stereotipato o secondario. Online è persino apparsa una petizione per richiedere il ritorno di Alycia Debnam-Carey nella serie e oltre 12mila persone hanno già firmato la richiesta, mentre è già stata avanzata l'ipotesi di un boicottaggio dello show destinato a causare una diminuizione dei dati di ascolto.

In onore di Lexa, infine, è stata ideata anche un'iniziativa benefica: online è stata infatti lanciata una campagna di donazioni a favore dell'organizzazione The Trevor Project che si occupa di aiutare i giovani in crisi - in particolare omosessuali, bisessuali o transgender - e cercare di impedire i tentativi di togliersi la vita; l'iniziativa ha già superato quota 20mila dollari versati.

Non resta quindi che attendere per scoprire quali conseguenze avranno le proteste dei fan. Voi che ne pensate? La scelta di far morire Lexa è stata sbagliata?