Ron Howard tra fede e follia

Il regista de Il codice Da Vinci si lancia alla scoperta del fanatismo religioso portando il cinema il raccapricciante fatto di cronaca narrato nel romanzo non-fiction di Jon Krakauer In nome del cielo.

Dopo la notizia dell'uscita di scena della Universal dalla produzione di The Dark Tower, Ron Howard non sembra essersi perso d'animo, In attesa di conoscere il destino dell'adattamento de La Torre Nera, il regista collaborerà con la Warner Bros per portare al cinema il romanzo di Jon Krakauer In nome del cielo. La sceneggiatura è firmata dal premio Oscar Dustin Lance Black. Con In nome del cielo Krakauer, saggista e scalatore autore dello sconvolgente Nelle terre selvagge - da cui Sean Penn ha tratto il bellissimo Into the Wild - sposta la sua attenzione dagli estremi dell'avventura fisica agli estremi della fede. Il libro non-fiction, pubblicato nel 2003, è una discesa all'inferno, quello dell'estremismo religioso. Viene ricostruito puntualmente un terribile fatto di cronaca avvenuto nel 1987, il duplice omicidio di una giovane donna e della sua figlioletta da parte di due Mormoni Fondamentalisti, Ron e Dan Lafferty, che sostennero di averlo fatto perché "ispirati da Dio". Da questo caso parte una narrazione sfaccettata e agghiacciante di delusioni messianiche, violenza selvaggia, poligamia e fede incrollabile che svela luci e ombre della religione americana a più rapida diffusione e solleva interrogativi provocatori sulla natura della fede religiosa.

Per Under the Banner of Heaven, Ron Howard tornerà a collaborare con il produttore Brian Grazer che produrrà insieme a Shannon Costello, Jason Bateman e Stephanie Davis). Ron Howard, al momento, è legato anche al biopic Rush, ambientato nel mondo della Formula Uno e dedicato alla sfida tra i campioni Niki Lauda e James Hunt, e all'adattamento della striscia a fumetti Spy vs. Spy.