Roman Polanski: Harvey Weinstein e i media mi hanno trasformato in un mostro"

Roman Polanski parla per la prima volta dopo le nuove accuse di stupro spiegando che la campagna denigratoria contro di lui è stata sollevata da Harvey Weinstein per boicottarlo agli Oscar nel 2003.

Roman Polanski ha parlato per la prima volta dopo le nuove accuse di stupro piovutegli sulla testa puntando il dito contro Harvey Weinstein e i media che hanno cercato di trasformarlo in un mostro.

In un'intervista a Paris Match, Roman Polanski ha spiegato che il mogul di Hollywood Harvey Weinstein ha cercato di trasformarlo in un "violentatore di bambine" per impedirgli di vincere l'Oscar per Il pianista nel 2003. Il regista polacco si è difeso bollando le accuse come "assurde" e ha respinto con fermezza le nuove accuse mosse dalla fotogreafa e attrice francese Valentine Monnier che ha raccontato di essere stata violentata dal regista nel 1975 mentre si trovava ospite del suo chalet in Svizzera.

"Ovviamente non posso avere memoria di questo fatto perché è falso" ha dichiarato Polanski a Paris Match. "Accusarmi di stupro non fa più sensazione, dovevano aggiungere un altro capo di accusa. Ma io non picchio le donne".

Valentine Monnier ha reso pubblica la sua testimonianza dopo l'uscita nei cinema francesi de L'ufficiale e la spia, il nuovo film di Polanski, ma lui respinge il racconto definendolo "aberrante" per poi concentrarsi su Weinstein, che accusa di aver sollevato una campagna denigratoria nei suoi confronti per sabotare le sue possibilità di vincere l'Oscar per Il pianista dopo la vittoria ai BAFTA Awards.

All'epoca Weinstein stava facendo campagna promozionale per Chicago, che ha vinto sei Oscar incluso quello per il miglior film.

"E' stato lui che ha riportato alla luce il caso di Samantha Geimer dopo 26 anni, una storia che non interessava più a nessuno. Il suo press agent è stata la prima persona a chiamarmi "violentatore di bambine".

Nonostante la campagna denigratoria, Il pianista ha vinto tre Oscar, compreso quello per il miglior regista.