Pesaro ricorda Corso Salani

Il festival marchigiano, attualmente in corso, dedica un omaggio al regista e attore fiorentino scomparso pochi giorni fa.

La 46. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema vuole ricordare la straordinaria figura di Corso Salani, attore-regista-viaggiatore prematuramente scomparso, con un omaggio attraverso la sua voce fuori campo in Dove sono stato di Mauro Santini. Il film sarà in programma come evento speciale fuori programma oggi al Teatro Sperimentale. Mauro Santini, regista che vive a Pesaro, è stato l'autore delle sette sigle dell'edizione 2009 della Mostra con le musiche di Mario Mariani.

Dove sono stato è un film di Mauro Santini che racconta della scomparsa improvvisa di un uomo durante un viaggio, e di un amico che si muove sulle sue tracce lasciando messaggi della sua ricerca a una segreteria telefonica. Tutte le riprese sono state realizzate in Portogallo nel 1994 e poi montate a distanza di sei anni, seguendo passaggi obbligati e costruendo la storia su luoghi e volti già esistenti, ai quali viene assegnato un tempo e un ruolo loro estraneo, divenendo inconsapevoli compagni di viaggio. La voce che racconta e dà testimonianza di questa ricerca è quella di Corso Salani, che partecipò a questo film, sostituendo la sua voce a quella del regista, che compariva nella prima versione presentata alla Mostra di Pesaro nel 2000.

Così Mauro Santini ricorda il suo percorso artistico e personale accanto all'amico Corso Salani: "Ho incontrato Corso per la prima volta ad Ancona, dove si trovava per presentare un suo film, bellissimo, dal titolo Occidente. Avevo da poco terminato Dove sono stato, presentandolo a Pesaro e Bellaria: avevo dubbi sulla mia voce che accompagnava in maniera stentata le immagini, ma allo stesso tempo temevo che un attore avrebbe reso falso il mio diario di viaggio. Gli lasciai una copia: lui mi richiamò parlandomi con grande slancio del film, nel quale aveva trovato molti elementi di consonanza con il suo cinema e così gli proposi di sostituire la mia voce con la sua. Partecipò al mio film senza nessun compenso e rimasi stupito dalla sua generosità in un primo momento: poi l'amicizia che nacque da quell'incontro e la frequentazione degli anni successivi, mi mostrarono un uomo in grado di donarsi con grande passione a chi sentiva vicino alla sua idea di cinema. Da allora ho sempre immaginato Corso protagonista di ogni mio possibile film, costruendo le scene e i dialoghi sulla sua figura d'attore: ridevamo spesso di questi film non fatti e lasciati nel cassetto. Oggi posso solo pensare a raccontare questo grande vuoto, che Corso lascia in ogni mia inquadratura futura.".