Oscar 2019: Trump attacca Spike Lee (e gli dà del razzista)

Durante la cerimonia degli Oscar 2019 Spike Lee ha criticato Donald Trump e il presidente ha risposto con un Tweet in cui critica il regista e lo definisce razzista.

Spike Lee è stato criticato via Twitter dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a causa del discorso compiuto sul palco degli Oscar dopo la vittoria del premio assegnato dall'Academy alla sceneggiatura di BlacKkKlansman.
Il politico ha scritto: "Sarebbe stato bello se Spike Lee avesse potuto leggere i propri appunti, o meglio ancora non avesse avuto alcun appunto, mentre faceva il suo attacco razzista nei confronti del vostro Presidente, che ha fatto di più per gli afroamericani (Riforma della giustizia, i numeri più bassi nel campo della disoccupazione nella storia della nazione, tagli alle tasse, ecc.) rispetto ad ogni altro presidente!".

Il regista era salito sul palco insieme agli sceneggiatori Charlie Wachtel, David Rabinowitz e Kevin Willmott accompagnato da una standing ovation.
Spike Lee ha quindi dichiarato: "Le elezioni presidenziali del 2020 sono dietro l'angolo. Mobilizziamoci tutti, stiamo dalla parte giusta della storia, scegliamo l'amore sull'odio, facciamo la cosa giusta".

Le sue parole, oltre a citare il titolo del film che ha diretto nel 1989, erano chiaramente una critica alla presidenza di Donald Trump e sono state pronunciate dopo aver ricordato l'importanza delle proprie origini e del legame con gli antenati, sottolineando come a febbraio negli Stati Uniti si celebri il Mese della storia degli afroamericani: "Voglio lodare i nostri antenati che hanno aiutato a costruire questa nazione. Siamo tutti collegati ai nostri antenati quando amiamo la nostra umanità".
Il filmmaker aveva inoltre avvisato in modo colorito i produttori della cerimonia di non osare interrompere il suo discorso di ringraziamento con la musica.