Oscar 2012: Brett Ratner abbandona la produzione della cerimonia

Dopo le sue dichiarazioni volgari e omofobe, il regista di Tower Heist è stato invitato ad abbandonare la produzione dello show per evitare ulteriori polemiche.

Il regista Brett Ratner non sarà più il produttore degli Oscar. Dopo le infelici dichiarazioni rilasciate a più riprese dal regista negli ultimi tempi, il rapporto con l'Academy si è interrotto bruscamente e oggi, in due comunicati stampa separati, arriva la notizia dell'uscita del cineasta dall'organizzazione. Ratner dichiara: "Stamattina ho chiamato Tom Sherak e ho dato le mie dimissioni dalla produzione dell'84° Cerimonia degli Academy Awards. Quando mi è stato chiesto di partecipare allo show, è stato il momento della mia carriera in cui mi sono sentito più orgoglioso, ma per quanto sia doloroso per me ritirarmi, sarebbe peggio se la mia partecipazione allo show diventasse deviasse l'attenzione dei media dall'Academy e dagli ideali che rappresenta". L'Academy gli ha fatto da eco commentando: "Brett ha fatto la cosa giusta. Le parole hanno un significato preciso e hanno delle conseguenze. Brett è una brava persona, ma i suoi commenti sono inaccettabili. Noi ci auguriamo che questa sia un'opportunità per acquisire consapevolezza del fastidio che ha provocato con i suoi commenti insensibili e poco rispettosi, anche se non era sua intenzione offendere nessuno".

Brett Ratner era stato nominato produttore dello show degli Academy Awards di recente, ma nelle ultime settimane si è lasciato andare a una serie di commenti e dichiarazioni poco felici che includono la frase "le prove sono per le checche" ("Rehearsal is for fags") e le esternazioni sulla sua vita sessuale nel corso dello show radiofonico di Howard Stern. Al momento non è ancora chiaro se Eddie Murphy, che ha collaborato con Ratner per Tower Heist: colpoad alto livello ed è stato scelto dal produttore per presentare la cerimonia degli Oscar, manterrà il suo posto. Nel frattempo Brett Ratner si è impegnato a partecipare a una serie di dibattiti pubblici volti a prevenire l'uso di un linguaggio violento e anti-omosessuale nell'uso popolare.