Non è l'Arena: Massimo Giletti sotto le bombe di Odessa, costretto a rifugiarsi in albergo

Massimo Giletti è andato ad Odessa per condurre la puntata di Non è lArena: mentre presentava il suo servizio è stato colto di sorpresa da un attacco aereo russo.

Momenti di tensione per Massimo Giletti: il conduttore di Non è l'Arena, in collegamento da Odessa, è stato costretto a rifugiarsi in un albergo mentre attorno lui si sentivano le bombe lanciate dagli aerei russi e i colpi sparati dalla contraerea ucraina. Selvaggia Lucarelli lo ha attaccato scrivendo su Twitter 'sembra tutto il set di un film di serie b'.

Massimo Giletti, il 20 marzo, ha deciso di portare la sua trasmissione in Ucraina. Il giornalista si è trasferito ad Odessa "perché credo che per raccontare la guerra si debba andare sui posti dove si combatte", ha detto Giletti ad inizio del suo collegamento. Mentre il conduttore de La7 parlava è incominciato un attacco aereo russo "Spero che mi sentiate, si sentono i colpi nell'aria e la situazione è molto tesa", ha detto Giletti. "C'è un attacco russo in corso a sorpresa. Questa è la contraerea, forse è in corso un attacco con i droni. Non sappiamo cosa sta succedendo ma questa è la situazione", ha continuato il conduttore mentre il cameramen che lo affiancava provava a riprendere quello che succedeva intorno. L'attacco non era stato annunciato dalle sirene "Non è scattato l'allarme aereo, non so per quanto tempo possiamo stare ancora fuori, ma ci stanno facendo cenno che dobbiamo rientrare nel rifugio", ha aggiunto Giletti durante questi momenti concitati.

Massimo Giletti ha poi continuato la diretta dall'interno dii un locale, al riparo dalle bombe lanciate dai russi. Il momento fotografato dal conduttore non è piaciuto a Selvaggia Lucarelli che su Twitter ha scritto "La cosa più inquietante è che vedi Giletti a Odessa che dovrebbe raccontare la guerra e improvvisamente sembra tutto il set di un film di serie b" e in un secondo post ha aggiunto "Mai come stasera dobbiamo rispettare chi va a documentare la guerra senza personalismi, senza spettacolarizzazione, senza retorica, senza usare i cadaveri per fare show, senza il suo faccione davanti a quello che accade.