Nicolas Winding Refn: "Vedere i film è come fare sesso"

Il regista ha spiegato perché è affascinato dai cambiamenti nel settore cinematografico e su quali idee ha sviluppato i suoi lungometraggi.

Nicolas Winding Refn ha una concezione molto passionale del cinema: "Vedere i film è come il sesso, ci sono molti modi diversi di farlo, ma è sempre divertente". Il commento è emerso durante la presentazione del My French Film Festival, di cui sarà presidente di giuria. In un'intervista rilasciata al sito Deadline, il regista ha confermato che non è particolarmente importante lo schermo su cui si vede un lungometraggio e che attualmente si può farlo in IMAX o su un iPhone ed entrambe le modalità di fruizione, a prescindere dalle dimensioni, sono importanti.
Refn è inoltre consapevole che le nuove generazioni, come quella a cui appartengono i suoi figli, non sono così legate alle sale cinematografiche e ritiene che l'unica soluzione sia cercare di insegnare quanto il passato sia importante, e capire che alle volte semplicemente conoscere qualcosa è importante.
La rivoluzione digitale ha inoltre avuto il grande merito di diminuire la distanza che divideva il pubblico dall'artista, spesso matenuti distanti dalla distribuzione e da chi possiede il potere di controllare quali opere vengono viste. Il regista di Drive ha quindi sottolineato: "E poi è arrivato internet e quel muro è così sottile che potrebbe andare completamente in pezzi. Questo è quello che cerco di dire ai mie figli, che vorrei vivere altri cento anni per scoprire cosa accade".

The Neon Demon: Elle Fanning in versione insanguinata
The Neon Demon: Elle Fanning in versione insanguinata

L'accordo stretto con Amazon per la realizzazione di The Neon Demon gli ha ad esempio permesso di ottenere la presenza nelle sale del film per tre mesi prima di essere proposto online, ottenendo il meglio da entrambe le realtà distributive. Refn è convinto che il futuro del cinema sia legato a come si vivrà dell'esperienza della visione: "Vedendolo con le cuffie su un dispositivo mobile puoi camminare, sederti, sistemare l'immagine, mettere in pausa oppure no, qualsiasi cosa tu voglia fare. Puoi portare il film con te o puoi scegliere di vederlo in un ambiente controllato dove sei maggiormente uno spettatore".

Il regista ha confermato che lavorerà ancora con le produzioni francesi Wild Bunch e Gaumont e ha ricordato come siano legate a una nazione che ha finanziato la maggior parte dei lungometraggi più artistici prodotti in Europa. I film commerciali, invece, sono prodotte da altre nazioni e senza il supporto francese non sarebbe riuscito a realizzare film come Drive, rifiutato da tutti gli studios, in grado invece di suscitare interesse degli investitori tedeschi e scandinavi dopo l'accordo stretto al mercato di Cannes. Il filmmaker, comunque, non esclude in futuro di girare un lungometraggio per un'importante casa di produzione statunitense, anche se per ora il progetto giusto che permetta di trovare un compromesso tra le sue necessità come autore e quelle dei produttori non è stato ancora trovato.

Tra le idee che potrebbe sviluppare, invece, in futuro c'è uno spy movie scritto insieme a Robert Wade e Neal Purvis. Recentemente Refn ha fatto delle ricerche in Giappone per provare a capire come si dovrebbe procedere per poterlo produrre e l'ipotesi è proprio quella di realizzarlo in un paese asiatico.

Nicolas Winding Refn a Torino 33 insieme a Fulvio Lucisano e a costumi originali di Terrore nello spazio
Nicolas Winding Refn a Torino 33 insieme a Fulvio Lucisano e a costumi originali di Terrore nello spazio

The Neon Demon sarà invece ambientato a Los Angeles, la città preferita dal regista che la considera quasi come un mondo alieno: "New York, Chicago, questi sono punti di riferimento più metropolitani in America, sono molto reali, concreti. Los Angeles ha un'atmosfera diversa come se fosse stata l'ultima frontiera, dove tutto si è praticamente fermato perché non potevano andare oltre. E' la fine del mondo, la fermata successiva è Tokyo". Dopo aver avuto come protagonisti Mads Mikkelsen, Tom Hardy e Ryan Gosling, che sono diventati quasi dei suoi alter ego dentro la sua mente, il filmmaker voleva lavorare con una giovane donna ed Elle Fanning è stata la scelta perfetta, perché la considera straordinaria. Ogni film realizzato ha rappresentato una tappa importante della sua vita: Pusher è basato sull'idea di assistere alla realtà come spettatore, mentre il sequel è stato girato solo perché Nicolas aveva bisogno di soldi dopo la nascita del suo primo figlio. Valhalla Rising è stato prodotto dopo un'importante evoluzione, Bronson è stato costruito un po' sulla vita del filmmaker, sul suo passato e sulle scelte che ha dovuto prendere. Drive, invece, era dedicato alla purezza di quello che lo circondava e su quello che si prova quando ci si aliena dal resto del mondo ma si protegge l'innocenza e l'amore: "Ho avuto solo una fidanzata, solo una moglie. Drive era costruita su quello che ero disposta a fare per lei, ma anche sul processo del distanziarmi da lei durante il processo creativo. Quando ho ideato la scena dell'ascensore era sul concetto della violenza in un area limitata e del baciare qualcuno come se fosse un addio. Ma era anche sulla creatività che è come dare un bacio di addio alla propria famiglia perché è un percorso da affrontare in solitudine". Questo l'ha portato a legarsi profondamente con Gosling: "E' stato così intenso che quando ho girato Solo Dio perdona l'idea era quella che avessi bisogno di fare qualcosa di diverso. E' come quando Lou Reed ha inciso Transformer, l'album di rock and roll più grandioso di sempre e ne è diventato prigioniero. Quindi dopo ha realizzato Metal Machine, quasi per distruggere tutto perché è come se facessi a pezzi tutto quello che aveva funzionato".
Il filmmaker voleva realizzare qualcosa di maggiormente primitivo e potente e inizialmente è rimasto quasi sconvolto dalle reazioni negative ricevute a Cannes e al tempo stesso entusiasta perché voleva dire che era riuscito ad avere un effetto che non avrebbero mai dimenticato: "C'è una soddisfazione perversa da un punto di vista vanitoso nel creare qualcosa che crea una reazione così vitale. Quelle persone sono state così spaventate dal film e hanno reagito in modo così aggressivo che non sono riuscite a non smettere di odiarlo, il che è grandioso perché più lo odi più lo amerai perché non ti ha mai abbandonato".

The Neon Demon: il regista Nicolas Winding Refn sul set
The Neon Demon: il regista Nicolas Winding Refn sul set