Matthew Modine paragona Christopher Nolan a Stanley Kubrick: "Due registi simili"

Matthew Modine, attore che ha lavorato sia con Christopher Nolan che con Stanley Kubrick, ha spiegato cosa hanno in comune i due registi di Full Metal Jacket e Il Cavaliere Oscuro - il ritorno.

Dopo aver lavorato sia con Stanley Kubrick che con Christopher Nolan, l'attore Matthew Modine ha spiegato in un'intervista cosa hanno in comune i due registi che lo hanno diretto in Full Metal Jacket e Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno.

Nel corso degli anni abbiamo scoperto, attraverso le voci di diversi attori, qualche dettaglio riguardo il modo di lavorare di Christopher Nolan ed in questi giorni possiamo sapere qualcosa di più a riguardo grazie a Matthew Modine, attore che ha lavorato con il cineasta britannico per Il cavaliere oscuro - Il ritorno, film nel quale ricopre il ruolo di Peter Foley.

Matthew Modine in una scena di Full Metal Jacket
Matthew Modine in una scena di Full Metal Jacket

Nello specifico, Modine ha rilasciato un'intervista a The Hollywood Reporter nella quale mette a confronto Nolan con un altro grande regista che ha fatto la storia del cinema mondiale, ovvero Stanley Kubrick. Le parole dell'attore su questo argomento risultano ancora più credibilità poiché sul finire degli anni Ottanta è stato diretto proprio da Kubrick nel film Full Metal Jacket che lo vedeva tra i protagonisti nel ruolo di Joker.

Matthew Modine ha quindi dichiarato che un approccio simile tra i due registi è da individuare nell'intimità del set nonostante la portata del progetto. "A volte in Full Metal Jacket non c'erano più di 10 o 15 persone sul set" ha detto l'attore. "Ed anche il set de Il cavaliere oscuro - Il ritorno, nonostante tutte le persone che ci stavano lavorando e le enormi dimensioni del cast e della troupe, è diventato sempre più ridotto. Per questo trovo ci sia una somiglianza tra Stanley e Chris".

Modine ha poi detto che Nolan e Kubrick condividono uno spiccato perfezionismo e questo non ha fatto altro che potenziare la collaborazione tra il cast e la troupe. "Quando arrivavi all'epicentro del luogo in cui si svolgeva l'azione, tutto diventava incredibilmente calmo, silenzioso, concentrato e intimo. Tutto il rumore e tutte quelle altre cose venivano lontane dal set. Tutti potevano vedere cosa stava succedendo. Era un ambiente tranquillo nel quale giravamo il film".