Matt LeBlanc e gli altri 'personaggi in trappola'

L'attore si è lamentato del fatto che ancora oggi i fan continuano a confonderlo con il buffo e malizioso Joey di Friends, ma il suo non è un caso isolato: di personaggi che ormai vanno troppo stretti, lo star-system è pieno.

"Non sono Joey, non vi azzardate a chiamarmi Joey, la serie è finita e per l'ultima volta non sono Joey, sono Matt e sto cercando di fare delle cose nuove. Basta!" questa la dichiarazione un po' esasperata dell'attore Matt LeBlanc che continua a essere identificato dai fan con il nome del personaggio interpretato in Friends, la serie tv che lo ha portato al successo. Certo, deve essere abbastanza frustrante incontrare continuamente persone che rimangono deluse quando si accorgono che il loro beniamino esiste solo in DVD, o che insistono a chiamare un attore con un nome che non è suo e a replicare le battute che hanno fatto di lui una star . Purtroppo questo è il rischio che molti attori corrono quando interpretano dei personaggi per lungo tempo, come nel caso delle serie tv, o magari in film che poi diventano cult come Robert Englund, che probabilmente verrà seppellito in futuro sotto il nome di Freddy Krueger, con tanto di guanto e rasoi immortalati sulla lapide.

Tornando a Friends, bisogna dire che Matt è l'unico ad avere avuto questo problema, perchè sia Courteney Cox che Jennifer Aniston e Lisa Kudrow sono riusciti a staccarsi dai loro 'amici', in particolare la Aniston, ormai lanciata come interprete di commedie romantiche e protagonista del gossip attuale. Sulla scia di quelli che si sono 'salvati' troviamo ovviamente George Clooney, che non solo ha dato il volto all'adorato Dottor Ross in E.R. - medici in prima linea, ma è riuscito a dirgli addio prima di indossare il camice ospedaliero definitivamente, diventando uno degli attori e filmaker più noti e apprezzati dal pubbilco di tutto il mondo. Un'altra serie che ha avviluppato i suoi personaggi è ovviamente X-Files, perchè nonostante i loro sforzi Gillian Anderson e David Duchovny rimarrano per sempre Mulder e Scully, anche per eventuali civiltà aliene che incontreremo in futuro, che sicuramente appena atterrati chiederanno in primis di poter parlare con il Capitano Kirk e il Signor Spock, alias William Shatner e Leonard Nimoy, che una volta indossate le divise della Federazione, hanno praticamente smesso di esistere. Ma non tutti sono inaspriti da questo inevitabile processo di identificazione, anzi, la maggior parte è felice di aver creato un personaggio che diventa parte del gergo quotidiano. In fondo è un po' come lasciare una firma nella storia: anche se si tratta di un'impronta frivola è pur sempre indelebile.

Dagli alieni e simili passiamo a un mito che resiste di generazione in generazione: Fonzie. Arthur Fonzarelli, pardon, Henry Winkler, è quello che si può definire un'icona della tv e il nostro cervello continua a vederlo con la t-shirt bianca, giubotto di pelle e sorriso supersexy anche adesso, alla tenera età di 65 anni, nonostante la sua fertile carriera di produttore e attore. Più di recente e in casa nostra, abbiamo l'affascinante Luca Zingaretti, che dopo essersi calato nell'accento siciliano del Commissario Montalbano difficilmente riuscirà a creare un altro personaggio ugualmente carismatico e accattivante (merito anche dello scrittore Andrea Camilleri ovviamente). Un altro volto leggendario è sicuramente quello di MacGyver, che Richard Dean Anderson ha interpretato per sette stagioni per poi dedicarsi ad altro (Stargate Sg-1), ma anche se ha trascorso dieci anni a spasso per la galassia a combattere contro alieni di ogni forma e dimensione, per noi resterà sempre l'agente segreto più imbattibile del mondo, l'uomo che con un paio di graffette, del nastro adesivo e una gomma da masticare può disarmare una testata nucleare in meno di quindici secondi. E che dire dei mitologici Xena ed Hercules? Le loro gesta eroiche hanno dato vita a un fenomeno di costume negl states pari solo a quello di Star Trek, anche se fortunatamente Lucy Lawless di recente è riuscita a scrollarsi di dosso il gonnellino di pelle e l'urlo battagliero grazie al suo personaggio in Battlestar Galactica. Kevin Sorbo però, ha poche speranze di poter sentirsi chiamare con il suo nome dalle fans, ma d'altronde è pur sempre un onore essere considerato alla pari con una semi-divinità dell'Olimpo. In fondo per un attore è sempre meglio essere ricordati che finire nell'oblio delle 'meteore' dello star system. O no?