Marco Bocci su Max: gli eroi e le donne

Nel nuovo numero del magazine, in edicola il 12, l'attore parla delle sue fan, e delle sue interpretazioni più recenti.

Sex symbol ed eroe nazionalpopolare grazie ai suoi ruoli in tv, uno tra tanti il vicequestore Calcaterra in Squadra antimafia, Marco Bocci si presenta in una luce diversa su Max, da martedì 12 marzo in edicola, su iPad e online su max.gazzetta.it. "A parte le stalker e le richieste di matrimonio, ho anche fan che mi implorano di fare un figlio da loro, senza oneri per me se non il concepimento... ma in generale l'affetto del pubblico è un regalo splendido nonostante le invasioni nel privato". Molte donne? "Una basta. Non capisco chi accumula dieci ragazze: le mie storie sono complicate. Io non sono facile da interpretare. Per esempio non ho voglia di raccontare chi sono... che lo scoprano!... Non ho mai fatto l'impossibile per amore... per nessuna donna. Non mi sembrava necessario". Il suo alter ego televisivo Calcaterra in Squadra Antimafia: "Uno che pensa di essere un eroe, si muove come un eroe, fa 14 sparatorie a puntata e non ha mai arrestato nessuno. Bell'eroe. Ma questa è la forza della nostra serie: un mix magico tra cazzata e realtà. Se ti concentrassi, tu come spettatore non ci crederesti. Funziona solo se la prendi come un fumetto". Il suo ultimo ruolo, l'alpinista Walter Bonatti nella serie tv K2 - La montagna degli italiani: "È il personaggio che più mi ha trasformato, soprattutto perché era un ruolo molto fedele alla realtà. Ho sentito una responsabilità enorme... E poi mi sono riconosciuto in Bonatti: mi ha insegnato a vivere fino in fondo la mia solitudine, una vecchia amica che mi ha sempre affascinato, che ho sempre cercato". Io e il cinema: "Guardo tutto, dal cinepanettone al film d'essai. Ma se dovessi dirti cosa mi fa impazzire, direi... Pasqualino settebellezze della Wertmuller o Il bestione di Corbucci. Insomma, l'ironia nel dramma'. Personalità: "Sono un tipo schizofrenico, un solitario, faccio resistenza alle regole e alle convenzioni ma adoro ridere di me, per questo mi piacciono i ruoli comici!... Sono un precario, figlio di un'epoca precaria: nei desideri, nelle ambizioni, nelle relazioni. A volte è persino imbarazzante: ci sono giorni che vorrei smettere di recitare per scrivere, altri di scrivere per suonare...".