Locarno 2013, giorno 5: la Radio Svizzera va alla rivoluzione

Giornata tutta al femminile che prevede l'arrivo dell'americana Brie Larson, di Jasmine Trinca, Virginie Ledoyen e della splendida Jacqueline Bisset.

E arrivò il giorno del film svizzero in Piazza Grande. Tradizione da rispettare al Festival di Locarno. Quest'anno gioca facile Lionel Baier, uno dei registi svizzeri più noti a livello internazionale, che confeziona una pellicola on the road evocativa e divertente. Les Grandes ondes (a l'Ouest), un period movie ambientato nel 1974, ricostruisce la spedizione di due giornalisti della radio svizzera in Portogallo per realizzare un reportage sull'uso degli aiuti svizzeri nel paese. I due professionisti sono accompagnati da Bob, anziano ed eccentrico tecnico del suono che guida un furgoncino Volkswagen dal quale non si separa neanche di notte. Ben presto si aggiungerà al gruppo anche Pelè, interprete locale diciottenne che ha appreso il francese dal cinema. Dopo solo pochi giorni di ricerche, l'agguerrita Julie (Valerie Donzelli) e il reporter Cauvin () capiscono che la spedizione è fallimentare e decidono di fare ritorno a Losanna, ma ben presto si ritroveranno nel bel mezzo della Rivoluzione dei Garofani. Liberazione sessuale, scaramucce professionali, femminismo e frecciate alla categoria dei giornalisti, particolarmente invisa a Baier: tutto questo in una piccola pellicola vivace e colorata che ricorda lavori come Alla rivoluzione sulla due cavalli o I primi della lista. Seguirà la proiezione di Ricche e famose, struggente canto del cigno di George Cukor, protagonista della retrospettiva di quest'anno. A onorare il grande maestro ci penserà Jacqueline Bisset, coprotagonista insieme a Candice Bergen del film di Cukor che staserà riceverà in piazza il Lifetime Achievement Award.

Il concorso vede, oggi, la proiezione di Short Term 12, pellicola indie americana interpretata da Brie Larson. Il film, opera seconda di Destin Cretton, è uno dei lavoro che fino a questo punto del festival ha convinto di più. Focus della storia è una giovane donna dal passato difficile che lavora in un centro di accoglienza per ragazzi che vivono situazioni disagiate. L'arrivo di una giovane con tendenze autolesioniste a causa delle molestie paterne risveglia nella protagonista, sul punto di metter su famiglia a sua volta, brutti ricordi che turbano la sua pische. Quello dei ragazzi difficili è un tema trattato spesso dal cinema americano, ma Short Term 12 si distingue grazie alla solida confezione e alle ottime interpretazioni, in primis quella della Larson, attrice emergente nel panorama americano.
A ipotecare la miglior interpretazione femminile vi sono, però, altre pericolose pretendenti, a cominciare dalla svizzera Carla Juri, protagonista di Feuchtgebiete. Il film è l'adattamento del romanzo scandalo di Charlotte Roche Zone umide, pubblicato nel 2008, e descrive le disinibite abitudini sessuali di una giovane ribelle. La pellicola, ben confezionata, dal ritmo rapido e apertamente autoironica, risulta volutamente disgustosa con il chiaro intento di provocare lo spettatore. Tra sangue, feci e liquidi corporei di ogni tipo, il film divide causando reazioni contrastanti, ma lo scandalo annunciato per ora non c'è stato. Ciò su cui sono tutti d'accordo è, invece, la bravura indiscussa di Carla Juri, chiamata a un ruolo non certo facile e sola in scena per gran parte del tempo. Il film si regge sulle sue spalle e la giuria locarnse potrebbe tenerne conto in vista del palmares. Ancora cinema al femminile con il dramma francese Une autre vie. Le regine sullo schermo nel thriller sentimentale di Emmanuel Mouret sono Virginie Ledoyen e l'italiana Jasmine Trinca, protagoniste di un doloroso triangolo raccontato con sguardo partecipe. L'inquietudine sentimentale anima il film che vede Joey Starr nei panni di un elettricista diviso tra due donne, un'affascinante pianista e la compagna di sempre che non ha alcuna intenzione di lasciarselo sfuggire.