La crisi degli effetti visivi: l'altra faccia dell'Oscar

In ginocchio il settore degli effetti visivi. Tra le aziende più colpite quella responsabile di Vita di Pi e Django Unchained. Anche DreamWorks, dopo il flop de Le 5 leggende, licenzia parte del personale.

Quando domenica sera Ang Lee è salito sul palco del Dolby Theatre per ritirare l'Oscar alla regia per Vita di Pi (complessivamente a quota 4 statuette) ha evitato di menzionare i 400 addetti agli effetti visivi che per tutto il giorno hanno stazionato vicino al red carpet per manifestare contro le pratiche che stanno mettendo in ginocchio il settore facendo perdere il lavoro a molti tecnici. Ironicamente l'Oscar è stato vinto grazie al lavoro di una delle compagnie che versa in maggiori difficoltà economiche, la Rhythm & Hues, la quale solo una settimana fa ha dichiarato bancarotta. Ang Lee non ha nominato la compagnia né i suoi creativi che hanno contribuito ampiamente alla buona riuscita del film e agli Oscar ottenuti, tra cui quello conquistato dal direttore della fotografia Claudio Miranda. Quando l'onore del palco è toccato al supervisore agli effetti visivi della Rhythm & Hues Bill Westenhofer e lui ha tentato, durante il suo discorso di ringraziamento, di accennare alla difficile situazione in cui versa lo studio il suo microfono è stato spento e la sua voce coperta dalle note della musica de Lo squalo. Ancora un triste metafora dell'impossibilità degli addetti ai lavori di denunciare il mancato rispetto della professionalità. La Rhythm & Hues è la società responsabile degli effetti visivi di altre pellicole di enorme successo come Django Unchained, Hunger Games, Biancaneve e il cacciatore e X-Men: L'inizio, eppure ha dovuto dichiarare bancarotta, lasciare a casa 250 persone e chiedere il supporto del governo.

Le ragioni di questa situazione sono numerose e stanno nella scelta dei grandi studios di giocare al ribasso cercando di portare a casa il lavoro nel tempo più breve e al minor costo. Inoltre a pesare è la concorrenza di India e Cina, all'avanguardia e decisamente meno costosi. Il governo americano ha cercato di porre freno a questa situazione imponendo sgravi fiscali per le major che lavorano con compagnie locali, ma il denaro risparmiato va direttamente nelle tasche delle major e non delle piccole aziende. In questo quadro così cupo si va a inserire una notizia dell'ultim'ora. La divisione cartoni animati della DreamWorks, studio fondato da Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen, ha annunciato il licenziamento di 350 dei suoi 2.200 dipendenti entro la fine dell'anno. La decisione, annunciata dal Ceo Katzenberg, è stata molto difficile, ma è stata presa dopo i risultati deludenti del lungometraggio Le 5 leggende e il rinvio di Me and My Shadow: due passi falsi costati la bellezza di 165 milioni di dollari.