L'incubo Ivan Milat diventa un film

La storia del serial killer australiano, che uccise decine di autostoppisti nella prima metà degli anni novanta, raccontata in 'Wolf Creek' di Greg McLean

Non hanno neanche aspettato l'inizio del Sundance Film Festival, previsto per il 20 gennaio: la Dimension Film si è già precipitata ad acquistare i diritti del thriller australiano Wolf Creek, una produzione a basso costo (appena un milione di dollari) ispirata alla vera storia del serial killer australiano Ivan Milat (nella foto) che nel maggio del '94 fu arrestato con l'accusa di aver ucciso alcuni autostoppisti.

Wolf Creek - che racconta l'incubo di tre autostoppisti svedesi che accettano un passaggio in auto da un uomo apparentemente amichevole e tranquillo - è diretto dall'esordiente Greg McLean che ha vinto il premio di miglior regista all' International and Independent Film and Video festival di New York con il cortometraggio ICQ, un mistery in cui uno dei protagonisti è proprio il noto programma di messaggistica istantanea usato da milioni di persone, in rete.

Ivan Milat è stato condannato all'ergastolo dopo che era stato arrestato grazie alle testimonianze di un giovane autostoppista inglese, che nel 1990 era riuscito a sfuggirgli: l'assassino infatti aveva iniziato ad uccidere nel 1992 mettendo in crisi la polizia, che non riusciva a tracciare un suo profilo psicologico, visto che uccideva vittime di tutte le età e di entrambi i sessi, con un'arma da fuoco o pugnalandole a morte.