I migliori film del 2014: la top 20 di Giuseppe Grossi

In vista della pubblicazione della top 20 definitiva dello staff del nostro webmagazine, abbiamo deciso di svelare, una per volta, le selezioni dei singoli redattori. Oggi, spazio alle preferenze di Giuseppe Grossi.

Continua con uno degli acquisti più recenti del nostro organico, Giuseppe Grossi, la serie di top 20 individuali dei redattori di Movieplayer.it che stiamo pubblicando in preparazione al lancio della classifica definitiva della redazione.
Riviviamo il 2014 cinematografico attraverso i suoi film del cuore.

Leggi anche [I migliori film del 2014 - la top 20 della redazione di Movieplayer.it](https://movieplayer.it/articoli/i-migliori-film-del-2014-la-top-20-della-redazione-di-movieplayerit_1403

"Eccoci, siamo arrivati. Finalmente inizia l'anno del celebre salto temporale immaginato da Robert Zemeckis nel 1989, ma a dire il vero anche quello appena passato ha vissuto di tanti "ritorni al futuro". Un anno di cinema intenso, concentrato soprattutto in testa e in coda, che ha riflettuto tanto sul tempo, delineando un manifesto visivo eterogeneo che è andato spesso a scovare e a scavare nel passato così come dentro scenari futuribili. Così biopic e fantascienza si sono imposti come generi prediletti per parlare di temi universali (aspirazioni, amore, individualismo, crescita, conflitti).

American Hustle: Jennifer Lawrence, Christian Bale e Jeremy Renner a cena
American Hustle: Jennifer Lawrence, Christian Bale e Jeremy Renner a cena

Gennaio si è aperto nel segno della truffa e della corruzione, attraverso le vicende estreme e sopra le righe di American Hustle e The Wolf of Wall Street. David O. Russell e Martin Scorsese ripercorrono storie vere eticamente in bilico, descrivendo un'America allucinata, accecata dal suo stesso sogno, fagocitata dal miraggio del facile guadagno. Difficile trovare le persone dentro e dietro questi personaggi che assomigliano a marionette impazzite, ma i due autori ci riescono, e lo fanno senza esprimere giudizi di valore.

The Wolf of Wall Street: Leonardo DiCaprio abbraccia Jonah Hill
The Wolf of Wall Street: Leonardo DiCaprio abbraccia Jonah Hill

Scorsese, recuperando un'insperata forza esplosiva, dimostra che ci sono vecchi lupi capaci ruggire, anche a più di 70 anni. The Wolf of Wall Street mitizza e ridicolizza un personaggio allucinato, descritto attraverso gesta larger than life come solo il grande schermo è capace di fare. Spinto da una sceneggiatura ispirata e da immagini memorabili, Leonardo DiCaprio presta il suo corpo ad un'opera bulimica e schizofrenica, in perenne stato di tachicardia, perché il cinema sa ancora essere stupefacente.

Nebraska: un'immagine di Will Forte e Bruce Dern
Nebraska: un'immagine di Will Forte e Bruce Dern

Ancora un viaggio nel passato - rigorosamente on the road - per un altro autore statunitense amante dei viaggi nell'animo. Con Nebraska, Alexander Payne ci regala un'opera in bianco e nero che vive di contrasti; una storia cinica e allo stesso tempo poetica che procede nel tempo e nello spazio, tra sorrisi e lacrime, tra le rughe di un anziano padre e le speranze di un figlio che lo rincorre alla ricerca di affetto.

A ben pensarci, la famiglia è l'altro tema-cardine che emerge dalla filmografia dell'anno appena passato, declinata in ogni forma possibile. La famiglia come impero aziendale (quello di Jordan Belfort), come luogo di redenzione collettiva per personaggi soli (il Dallas Buyers Club), spirito comunitario per la rivoluzione di Snowpiercer, microcosmo fondamentale per la celebrazione temporale di Boyhood e campo di battaglia per i contrasti di Mommy. E se L'amore bugiardo - Gone Girl affonda il suo spirito nichilista nelle fondamenta di ogni gruppo familiare, ovvero nella coppia, Interstellar non è altro che un profondo atto d'amore tra padre e figlia, gestito attraverso lo spazio e il tempo.

Lei: Joaquin Phoenix aspetta la sua 'fidanzata' virtuale in una scena del film
Lei: Joaquin Phoenix aspetta la sua 'fidanzata' virtuale in una scena del film

A stonare con queste linee guida c'è un oggetto cinematografico discordante, ambientato in futuro indefinibile. Lei di Spike Jonze fa i conti con l'elaborazione di un lutto umanissimo, camuffato da riflessione antropologica sull'uso della tecnologia. Storia plausibile per moltissimi, sia nell'intimo delle ferite personali che nel vasto tessuto sociale che ci vede sempre più alienati nei mondi virtuali, illuminati dalla luce livida di monitor e smartphone.

Tra vite accadute e domani plausibili, il 2014 è andato alla persistente ricerca di un cuore pulsante tra buchi neri e viaggi interstellari dentro il nucleo rovente di tante famiglie, dentro personaggi camuffati, malati alla ricerca di redenzione, uomini soli e solitari che devono destarsi da un torpore troppo lungo. Un cuore da cercare a tutti i costi e da rimettere in moto; ed è forse per questo che la scena cult dello scorso anno di cinema, indimenticabile sin dalla sua prima visione, vede due uomini battersi il pugno sul petto." (Giuseppe Grossi)