Gomorra non è un film?

All'indomani dell'esclusione del film di Garrone dalla rosa dei nove possibili candidati all'Oscar per il miglior film straniero, si discute sulla questione se Gomorra sia un film o meno. Secondo Cecchi Gori il film tratto dal romanzo di Saviano è 'una 'cine-inchiesta' adatta a 'Porta a Porta', e il regista Pasquale Squitieri lo definisce 'un film sopravvalutato'.

Dopo la doccia fredda dell'esclusione di Gomorra dalla rosa delle nove pellicole tra le quali ne saranno scelte cinque che concorreranno per l'Oscar al miglior film straniero, divampa la polemica sui principali media nazionali, e sorprendentemente, tra coloro che si dicono dispiaciuti e sorpresi per l'esclusione, c'è anche chi non se ne meraviglia affatto e anzi, coglie l'occasione per sparare a zero sul film di Matteo Garrone e il libro di Roberto Saviano.
Secondo il produttore Vittorio Cecchi Gori, "Gomorra non è un film, ma una cine-inchiesta e gli Oscar invece, premiano i film". Il produttore, dalle pagine del sito Pontifex.Roma ha detto di aver apprezzato l'impegno del produttore del film "che ha voluto trattare lodevolmente un problema grave e segnalare un'emergenza. Da questo punto di vista, tanto di cappello, non alimento polemiche. Ma il mondo non finisce in Campania e noi in Italia spesso pecchiamo di provincialismo. Insomma, da che mondo è mondo, gli Oscar hanno premiato pellicole e mai documentari o cine-inchieste, più adatte alla tv che al cinema. Per farla breve, ritengo che Gomorra sia un prodotto valido, ma più adatto a Porta a Porta o Annozero, piuttosto che alle sale cinematografiche".
Al produttore, che tra l'altro, alla luce di queste dichiarazioni, sembra ignorare l'esistenza di una categoria riservata ai documentari nell'ambito degli Academy Awards, ha fatto eco il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, secondo il quale il film "E' un ottimo documentario, che analizza il fenomeno della criminalità organizzata che caratterizza alcune zone del nostro Paese. Tuttavia non è un film, e non ha alla base un'idea forte. Ai film italiani, a differenza di quelli stranieri, mancano le idee e questo determina un gap più che evidente che giustifica le esclusioni da manifestazioni e premiazioni internazionali. Siamo dispiaciuti che non ci sia un film italiano tra i candidati all'Oscar, ma riteniamo questa esclusione giusta e motivata".

Se tuttavia Cecchi Gori e Rienzi riconoscono almeno la validità dei temi affrontati in Gomorra, il regista Pasquale Squitieri è di opinione diversa e non esita a sparare a zero sul film di Garrone e sul saggio di Saviano. In un'intervista al quotidiano Il Tempo, Squitieri ha affermato che "Gomorra ha già vinto abbastanza", e che si tratta di un buon film, ma decisamente sopravvalutato: "Non parla nemmeno di camorra, ma di due ragazzini che rubano le armi" - ha affermato l'autore de Il prefetto di ferro - "La camorra che ho raccontato io ne I guappi ha radici antiche. I veri potenti, come Naso di Cane, boss napoletano del quartiere Sanità, non pensavano ad arricchirsi con il traffico di droga e la prostituzione, ma incutevano rispetto"
Squitieri inoltre ha liquidato gli articoli che parlano dell'esclusione del film come "U_na pagliacciata. I giornali che lamentano questa sconfitta esagerano, anche perchè lo stesso libro di Saviano, al quale il film si ispira, è tutta una montatura: si tratta di notizie di cronaca fornitegli da una sua amica giornalista che non è stata neppure citata. Saviano non dovrebbe fare l'eroe, perchè se la camorra avesse voluto farlo fuori, lo avrebbe fatto davvero, e avrebbe boicottato anche l'uscita del film_"
Nel corso dell'intervista, Squitieri ha sparato a zero anche su Il Divo, l'altro film-rivelazione della scorsa stagione cinematografica che è arrivato a definire "Un crimine, non un film. Il Divo è un'ignobile beffa ai danni dello Stato. Sono stato tre anni in Senato e tutti i giorni parlavo con Giulio Andreotti. Assurdo fare una pellicola su un genio politico come lui".