George Clooney: un uomo con gli attributi... rifatti!

Sul numero di Max in edicola oggi, 10 gennaio, il divo si lascia andare ad una serie di dichiarazioni sopra le righe e scherzose, su matrimonio e figli, lifting, omosessualità e politica.

George Clooney, coverman di Max di gennaio, dal 10 in edicola, su iPad e online su max.gazzetta.it, si racconta, ovviamente con le solite dichiarazioni sopra le righe e da non prendere troppo sul serio, su varie tematiche sia personali che legate al suo lavoro e il ruolo di divo. Matrimonio e figli: "Michelle Pfeiffer e Nicole Kidman hanno scommesso 10mila dollari che mi sarei sposato prima dei 40 anni. Hanno perso e mi hanno spedito gli assegni... Glieli ho rimandati scommettendo il doppio che non avrei avuto figli prima dei 50... Quando mi viene l'istinto paterno vado a trovare Brad e Angelina e mi ricordo il motivo per cui sto benissimo senza marmocchi". Omosessualità: "Tutti pensano che sia gay. E chi se ne frega! Non smentirò mai nessun pettegolezzo, perché non voglio che la gente possa credere che essere omosessuale sia una cosa negativa. La mia vita privata è solo mia, privata appunto". Politica: "Mi piace attirare l'attenzione sui problemi seri del mondo invece che parlare delle mie fidanzate". "Non potrei mai essere un politico, ho avuto troppe donne, ho fatto uso di troppe droghe e ho frequentato persone troppo promiscue... Il mio lavoro politico è parlare di quello che non funziona". Lifting: "Ho speso parecchio per farmi stirare la pelle dei coglioni. È una tecnica nuova, a Hollywood la fanno tutti, si chiama ball ironing".

Esordio: "A 21 anni raccoglievo tabacco per 3 dollari l'ora... È stato mio cugino, l'attore Miguel Ferrer, a portarmi su un set per la prima volta. A Hollywood per mantenermi facevo l'autista per mia zia Rosemary Clooney e il clan delle sue amiche tra cui Helen O'Connell e la comica Martha Raye". Famiglia: "Mia zia mi ha insegnato che s'impara solo facendo stronzate... La mia comicità invece la devo a mio padre che era anchorman televisivo a Cincinnati: se a tavola racconto qualcosa di noioso lui sospira, si alza e se ne va". Scherzi: "Far ridere è la mia qualità migliore. Anche fare scherzi. Ho regalato un quadro trovato nella spazzatura a Richard Kind, l'ha tenuto appeso per cinque anni pensando che l'avessi dipinto io...". Baseball: "Ho sempre voluto giocare nei Cincinnati Reds, nel '77 ho fatto pure un provino ma non mi hanno preso. L'unico modo per far parte della squadra sarebbe stare in panchina. Piuttosto li compro!".