Gabriele Muccino: "Mio figlio fuori dal locale perché gli amici erano neri", i proprietari smentiscono

Il regista Gabriele Muccino ha accusato un locale di Ravenna di applicare l'Apartheid impedendo l'ingresso degli amici del figlio perché neri.

Gabriele Muccino al centro di una nuova polemica: secondo il regista il figlio non è potuto entrare in un locale di Ravenna perché i suoi amici erano neri, ma i proprietari della discoteca smentiscono e lo invitano ad un confronto.

Grave denuncia di razzismo da parte del regista italiano. Gabriele Muccino dal suo profilo Facebook ha denunciato la discoteca HOF (House of Fun) di Ravenna: secondo il racconto del regista, a suo figlio è stato negato l'ingresso in un locale di Ravenna perché era con due amici di colore "Ieri sera mio figlio è andato con due amici di colore nel locale #Hof di Ravenna Porto Fuori. Si è sentito dire sia dal buttafuori che da un addetto al locale che lui poteva entrare ma gli amici no". Muccino ha poi aggiunto che "Dopo oltre un'ora di attesa, alla domanda 'Perché?', è stato risposto: 'Perché loro sono neri e fanno casino'.‬ ‪E li hanno lasciati tutti e tre fuori al freddo. Stiamo sconfinando nell'Apartheid"

I soci del locale sostengono che i ragazzi sono stati allontanati perché hanno creato problemi in passato "le nostre indicazioni sono chiare, viene allontanato chi ha creato problemi in passato, questo a prescindere dal colore della pelle, dal sesso o dalla nazionalità". Mattia Montanari, uno dei soci del locale respinge con decisione le accuse del regista e intervistato da Il resto del Carlino dichiara "Non credo che quella frase sia stata pronunciata ma se avrò le prove che è stata detta, il responsabile non lavorerà più qui". Montanari poi precisa che in passato ci sono stati problemi con alcuni giovani di origine marocchina, senegalese e nigeriana tanto che sono stati costretti a chiamare la polizia più di una volta, "sabato l'ingresso è stato negato anche a otto italiani che avevano dato problemi" sostiene il proprietario del locale che poi conclude "dentro al locale c'erano persone di tutte le etnie e il nostro personale è composito, abbiamo addetti che sono albanesi e nordafricani".

Le accuse di Apartheid sono quindi respinte con decisione dai soci del locale che vorrebbero confrontarsi con Gabriele Muccino per chiarire definitivamente la questione anche perché, dice Montanari"può essere capitato che alcuni ragazzi, magari tranquilli, siano rimasti fuori perché facevano parte di un gruppo sotto attenzione. E di questo mi scuso".