Coronavirus, Carlo Cracco cucina per gli operai di un ospedale da campo di Milano

Dopo le polemiche delle settimane passate, Carlo Cracco si è offerto volontario per cucinare per gli operai che stanno costruendo il nuovo Ospedale da Campo della Fiera di Milano.

Carlo Cracco si offre per cucinare per gli operai in prima fila nella lotta al Coronavirus. Lo chef stellato si sostituisce al servizio mensa e fornirà i pasti per i lavoratori impegnati a costruire l'Ospedale da Campo della Fiera di Milano.

Gli operai che stanno costruendo l'Ospedale da Campo della Fiera di Milano, creato per reperire nuovi posti di terapia ineriva e fronteggiare l'emergenza Coronavirus, hanno avuto una gradevole sorpresa. In mancanza di una mensa lo Chef stellato Carlo Cracco e la sua squadra si sono offerti volontari per cucinare per tutte le maestranze. Rispettando le norme di sicurezza imposte dal Governo, in primis mascherina e guanti, Cracco ha preparato un'insalata di riso con verdure, una frittata con accanto verza, zucca e castagne. Un pranzo che probabilmente avrebbe superato le cento euro se consumato nel ristorante aperto dallo chef a Milano un paio di anni fa.

Carlo Cracco ha spiegato che avendo dovuto chiudere il ristorante ha sentito il bisogno di dare il suo contributo "Il nostro è un piccolo contributo per far sentire meno a disagio gli addetti che lavorano giorno e notte. Siccome nella struttura non c'è la mensa e noi tutti siamo a casa con il ristorante chiuso abbiamo dato la nostra disponibilità". Lo chef e la sua squadra hanno preparato 100 pasti nel ristorante della Galleria Vittorio Emanuele. Cracco ha promesso che continuerà ad offrire il suo servizio anche nei prossimi giorni "Ci prenderemo cura di loro è quello che possiamo fare noi che stiamo bene - e ha lanciato un appello - Però ci sono ancora troppe persone in giro: facciamo tutti la nostra parte se restiamo a casa, solo così possiamo contribuire a non diffondere questa bestia".

Carlo Cracco era stato molto criticato nelle settimane passate per aver tenuto il ristorante aperto anche dopo le prime avvisaglie del Coronavirus,facendosi portatore dello slogan 'Milano non si ferma'.