Cinefantamondiale, agli ottavi è il giorno dell'Iran (e Corea del Sud)

Quarta e ultima giornata per gli ottavi di finale del nostro mondiale parallelo, in campo Iran e Svizzera con Una separazione e Sister; la Corea del Sud sfiderà la Germania di Le vite degli altri con Old Boy.

Quarta e ultima giornata per gli ottavi di finale del nostro spettacolare #cinefantamondiale, il gioco che fa scontrare le nazionali del cinema per premiare il film più bello del mondo, o più semplicemente l'opera che voi lettori avete apprezzato di più tra quelle che si sono contese l'ambito riconoscimento. Stavolta abbiamo davvero esagerato proponendovi due sfide cinematograficamente interessanti, quella tra Iran e Svizzera e tra Corea del Sud e Germania. Lo diciamo con un certo orgoglio, le nostre partite riescono ad essere più interessanti di quelle che si giocano sul campo di calcio.

Vi ricordiamo che le sfide si disputano sulla nostra pagina di Facebook, sul nostro Twitter, sul nostro profilo Google+ o anche sul nostro forum. Votate!

Iran-Svizzera, ovvero Una separazione vs. Sister

Lo sapevamo fin dall'inizio che l'Iran sarebbe stato una vera corazzata in questo nostro mondiale parallelo. Per questo siamo felici di poter accendere i riflettori sul grande Asghar Farhadi e farlo sfidare con un'autrice sensibile come Ursula Meier.

Una separazione

Una separazione, premiato con l'Orso d'Oro a Berlino e l'Oscar come miglior film straniero, rappresenta in pieno la poetica e lo stile di un cineasta come Farhadi, un autore che gode nello spiazzare lo spettatore, presentandogli una storia apparentemente semplice (il divorzio di una coppia) che in realtà apre delle profonde riflessioni sulla vita, sulla giustizia e sul bisogno di raggiungere una verità che spesso e volentieri sfugge alla nostra determinazione. Attori sublimi, regia pulita, trama avvincente. Un capolavoro.

Quel che è sbagliato, è semplicemente sbagliato. Non importa chi lo dice o dove sta scritto

Sister

Ci spostiamo idealmente sulle Alpi, in una lussuosa località che ospita danarosi turisti in settimana bianca. Simone mantiene la sorella maggiore Louise rubando le attrezzature sciistiche lasciate incustodite e rivendendole; un legame fortissimo lo unisce a quella ragazza con cui condivide la vita e che nonostante si faccia chiamare sister è in realtà molto di più. Non è la potenza delle immagini o della storia a rendere Sister un film notevole, ma la delicatezza del tratto con cui la regista racconta il rapporto tra i due protagonisti. Menzione speciale per l'Orso d'Argento nel 2012 al Festival di Berlino.

La nostra famiglia è un casino. Per questo lui è qui. Va e viene

Corea del Sud-Germania, ovvero Old Boy vs. Le Vite degli altri

Sarebbe stata totalmente sbilanciata in favore dei tedeschi la sfida calcistica tra queste due nazioni, ma a noi il calcio non interessa (non in questo frangente almeno) e quindi dobbiamo notare come dal punto di vista cinematografico l'equilibrio regni sovrano in questo duello.

Oldboy

Nel 2003 Park Chan-Wook presenta il secondo capitolo della cosidetta Trilogia della vendetta, originata l'anno prima da Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance e poi completata nel 2005 da Lady Vendetta. Oldboy vince nel 2004 a Cannes Il Grand Prix Speciale della Giuria, con tanto di benedizione di Quentin Tarantino, e contribuisce ad incrementare la fama internazionale di un autore "crudele" e poetico. Tratto dal manga di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya, il film racconta l'assurda vicenda di un uomo che viene rinchiuso per 15 anno in una prigione, senza alcun apparente motivo. Finalmente liberatosi, decide di vendicarsi di chi lo ha tenuto prigioniero.

Sorridi e il mondo sorriderà con te, piangi e piangerai da solo

Le vite degli altri

Quando nel 2006 uscì Le vite degli altri, diretto da Florian Henckel Von Donnesmark, erano passati diciassette anni dalla caduta del Muro di Berlino, un evento epocale per tutti noi e ancora di più per la Germania, che da quel momento in poi ha dovuto fare i conti con gli aspetti più oscuri della sua storia. Il bellissimo film in questione, vincitore dell'Oscar come miglior opera straniera, racconta la vicenda di un agente della Stasi, la polizia segreta della Germania Est, il cui compito è quello di spiare persone ritenute potenzialmente pericolose dal regime. Così, il capitano Wiesler viene messo alle calcagna di un regista teatrale. Giorno dopo giorno il militare viene affascinato dalla forza di questo intellettuale e decide di coprirlo in un momento molto delicato. Scoperto dai suoi superiori, Wiesler viene demansionato, ma alla caduta del muro, la sua attività discreta e coraggiosa verrà valorizzata dallo stesso regista che anni dopo gli dedicherà un romanzo.

Penso a ciò che ha detto Lenin sull'Appassionata di Beethoven: "Non devo ascoltarla o non terminerò la rivoluzione". Ma come fa chi ha ascoltato questa musica, ma veramente ascoltato, a rimanere cattivo?