Chernobyl, la paura in Italia: le reazioni e i provvedimenti dopo il disastro

Il disastro di Chernobyl interessò tutta l'Europa, la nube tossica lentamente superò la cortina di ferro per arrivare sui cieli dell'Europa Occidentale.

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Chernobyl: una scena della serie

Chi sta seguendo la serie Chernobyl si sarà chiesto sicuramente quali furono le conseguenze e le reazioni al disastro in Italia. La nube tossica proveniente dal reattore numero 4 della centrale nucleare situato nell'attuale Ucraina, attraversò tutta l'Europa ed arrivò sul nostro paese tra la fine di aprile e l'inizio di maggio del 2016.

L'incidente nucleare di Chernobyl avvenne il 26 aprile 1986 alle ore 01:23, momento in cui parte la pluripremiata serie della HBO attualmente in onda su La7. In Italia inizialmente le autorità minimizzarono l'impatto dell'incidente sul nostro Paese, dove da qualche anno era in atto un dibattito sull'uso del nucleare. Furono le associazioni ambientaliste a denunciare che la nube era arrivata nel nord Italia già quattro giorni dopo l'incidente, tra il 30 aprile e il primo maggio. Le analisi dimostrarono che l'indice di radioattività era in aumento nel nostro paese, soprattutto nell'Italia settentrionale.

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La Lega per l'Ambiente e la rivista La Nuova Ecologia convocarono una conferenza stampa dove resero noti i dati che documentavano la presenza di radionuclidi a livelli molto superiori alla norma su molte zone del nostro paese. La diffusione di questi dati aumentò la preoccupazione della popolazione, nei giorni successivi le autorità vietarono il consumo degli alimenti a rischio, come latte e insalata (e in generale verdure a foglia larga) oltre a dare alcuni consigli come quello di tagliare e seppellire l'erba potenzialmente contaminata.

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L'Italia ecologista ed antinucleare si mobilitò con un'imponente manifestazione, il 10 maggio per le strade di Roma sfilarono più di 200.000 persone. L'incidente di Chernobyl fece aumentare l'impegno contro il nucleare in tutti il mondo: nel nostro paese la coscienza ambientalista non è mai stata così forte come in quel periodo, lo dimostrano i numeri di Legambiente e del WWF, che in quei giorni raddoppiarono i soci, mentre alle elezioni politiche del 1987 i Verdi ottennero quasi un milione di voti. Iniziò una raccolta di firme per un referendum per l'abolizione del nucleare e i promotori in poco tempo raccolsero oltre un milione di firme. I referendum abrogativi in Italia del 1987 - promossi dal Partito Radicale - si tennero l'8 e il 9 novembre, in quell'occasione l'80% dei votanti si espresse a favore dell'abbandono della politica nucleare in Italia.

Ancora oggi si possono trovare nell'ambiente e nei sedimenti dei fiumi alcune tracce, innocue per la salute e per l'ambiente, degli elementi radioattivi depositati dalla nube. Nel 2014, nell'organismo di alcuni cinghiali abbattuti nei boschi tra l'Italia e la Slovenia, si rivelò una concentrazione elevatissima di materiale radioattivo, attribuita al disastro di Chernobyl.