Cannes parla cinese

Il Festival applaude le spattacolari evoluzioni dei guerrieri di Zhang Yimou e celebra le malinconiche visioni futuristiche di Wong Kar-Wai.

Dopo gli entusiasmi suscitati da House of Flying Daggers, il nuovo wuxia-pian firmato dall'autore di Lanterne rosse e di Hero, Zhang Yimou, e presentato fuori concorso, non ha deluso nemmeno il film di Wong Kar-Wai, 2046, salutato ieri da un lungo applauso dopo la proiezione di Cannes. Il regista di Hong Kong, dopo il notevole successo di critica registrato nel 2000 con In the Mood for Love, ha fatto appena in tempo a dare gli ultimi ritocchi alla sua nuova fatica prima di presentarla alla platea francese: e c'è mancato poco che tutto fosse vano, perché le bobine con il film sono arrivate in Costa Azzurra con un preoccupante ritardo.

Nella giornata di ieri è stato presentato un altro prodotto orientale, Innocence di Mamoru Oshii, sequel dell'acclamato Ghost in the Shell.
Il festival - che si avvia verso il clou del week-end e si concluderà con le celebrazioni della giornata di domenica, mentre i vincitori verranno annunciati già domani sera - prosegue oggi con la proiezione, in concorso, di The Life and Death of Peter Sellers, film biografico dedicato al leggendario comico britannico, e del film francese Clean, che racchiude anch'esso un barlume d'Oriente: la protagonista, infatti, ha il volto della diva di Hong Kong Maggie Cheung.