Alla 50 giorni di Firenze il mito degli Indiani d'America

Il 5 e 6 novembre all'Odeon di Firenze una rassegna a ingresso libero abbinata alla mostra di Palazzo Pitti La Nuova Frontiera. Storia e cultura dei Nativi d'America.

Arriva alla 50 Giorni di Cinema una "due giorni" dedicata al mito degli indiani d'America, un viaggio nella storia del cinema di genere che parte dal western classico per eccellenza Ombre Rosse, per arrivare fino al moderno e politicamente corretto L'ultimo dei Mohicani. La rassegna è abbinata alla mostra La Nuova Frontiera. Storia e cultura dei Nativi d'America dalle collezioni del Gilcrease Museum (Tulsa - Oklahoma) (Palazzo Pitti) che, prima in Europa per quantità e qualità di opere presentate, vuole contribuire a sfatare un'idea degli 'Indiani', ormai obsoleta, ma perpetuata dalla filmografia americana degli esordi, che li dipingeva come oppositori dell'avanzata della civiltà e del progresso. In questo contesto non poteva mancare di legare la mostra alla filmografia del '900 dedicata al mito americano del West e agli Indiani, in un ciclo di sei film in lingua originale con sottotitoli. La rassegna si apre quindi con un classico come Ombre rosse di John Ford (1939) che, a inizio secolo, propone l'indiano come un selvaggio feroce, nascosto ma presente e minaccioso (si veda il famoso attacco alla diligenza).

Uno stereotipo duro a morire ma oggi ormai sottoposto ad una revisione che ha ripristinato la verità storica con film come Soldato blu (lunedì 5 alle 21.00) girato nel 1970 da Ralph Nelson, narrando la storia di uno dei più feroci massacri di indiani da parte delle giacche blu, il Piccolo grande uomo, di Arthur Penn (1970) (martedì 6 ore 20.30) che si avvale dell'interpretazione di un giovane Dustin Hoffman, Un uomo chiamato cavallo, di Elliot Silverstein (1970), per giungere al recente Balla coi lupi (1990) di Kevin Kostner, dove il protagonista trova proprio a contatto con i Nativi quella pace e quell'armonia che il suo mondo e la guerra gli avevano negato (1990). Il ciclo annovera anche la riedizione cinematografica di un classico dell'avventura come L'ultimo dei Mohicani (1992), con la magistrale regia di Michael Mann.