Alessandro Borghese 4 Ristoranti, Val Badia: chi ha vinto la puntata

Alessandro Borghese 4 Ristoranti ha decretato quale sia il miglior ristorante di cucina ladina della Val Badia nella sesta puntata: ecco chi ha vinto!

Alessandro Borghese 4 Ristoranti, dai pendii della Val Badia, ha decretato chi ha vinto: il Rifugio la marmotta, gestito da Verena, si è aggiudicato una puntata piena di piatti della tradizione contadina, di zuppe, di fritti e condita da un po' di sano "veleno" alpino.

Diciamo subito che il Rifugio la marmotta ha stravinto la puntata appena andata in onda su Sky con un margine di punteggio davvero ampio rispetto ad altri concorrenti - Tlò Plazores di Uli, Fana Ladina di Alma e Adlerkeller di Svetlana - che è anche il risultato, però, di una certa strategia che non ha sempre funzionato. Anche perchè, nonostante chiunque gareggi sia convinto di potercela fare, alla fine, vorremmo ricordare alle nostre ristoratrici, vince sempre uno soltanto.

Andiamo con ordine: la posta in palio della sesta puntata di Alessandro Borghese 4 Ristoranti, 2020 edition, era il titolo di miglior ristorante di cucina ladina della Val Badia. Questo cosa implica? Una sfida nella sfida, come sempre accade quando si fanno i conti non solo con odori e sapori della propria tavola, ma anche con il legame, strettamente personale che pur si ritiene storicamente esatto, con una tradizione culinaria ormai millenaria come quella delle popolazioni ladine.
Succede quindi, come è successo, che la gara si giochi non solo su quanto sono buoni, belli o appetitosi questi e quei piatti (oltre, naturalmente, a chi possiede la migliore location, il miglior staff, il prezzo che accontenta sia chi "pensavo meno" sia chi "costa troppo poco, vogliamo l'aumento"), ma anche su quanto gli strudel o le frittelle di mele rispecchino le ricette della nonna. E se, tra i canederli da bonus che Svetlana ha imparato dalla suocera, e la cucina ladina "addomesticata" della Fana Ladina di Alma, arrivano i piatti ladini ma rivisitati in chiave contemporanea (con una buona dose di "power", come piace dire a lei) di Uli, allora non solo si grida al mancato rispetto qua e là della tradizione, ma vengono anche a galla senza più ritegno tutte le trame imbastite sotto i tavoli.
Perchè, a meno di pensare che qualcosa a noi spettatori attenti e curiosi sia inevitabilmente sfuggito, non ci si raccapezza poi molto quando Uli solleva la sua cloche e scopre, per esempio, che la location da sogno si è trasformata all'ombra di una ragnatela in una location da 4 (all'unanimità!) o che i piatti buonissimi anche per l'intransigente Alma siano diventati "mappazzoni" al massimo da sufficienza.

C'è dell'incongruenza d'alta quota in Val Badia, insomma, fioccano voti talmente bassi che perfino il nostro Chef Borghese sente il bisogno di rincuorare con "io, personalmente, ti ho dato 8 per entrambe le voci". E soprattutto c'è un risultato che poi alla fine premia chi, in tutta questa strenua battaglia, si è sempre comportato un po' da outsider, preferendo, anche quando si parla d'accoglienza tipicamente ladina, presentarsi ai clienti in abito tradizionale, sì, ma con pantaloni da uomo: è Verena, che, al suo Rifugio la marmotta, a 2000 metri d'altitudine, ha portato in tavola piatti belli (e prevedibilmente buoni) e uno spirito di competizione meno aggressivo. Tanto che alla fine, di fronte ai voti altissimi assegnati da Uli, ammette con un certo pentimento: "Sei stata buona con me, avrei dovuto esserlo di più con te".