Addio a Mary Tyler Moore, icona della TV USA

L'attrice è diventata un'icona femminista grazie alla serie The Mary Tyler Moore Show e ha conquistato numerosi premi televisivi, cinematografici e teatrali.

Mary Tyler Moor, Dylan Clark Marshall e David Norona nell'episodio 'Chapter Sixteen: Thanksgiving' della serie tv Lipstick Jungle
Mary Tyler Moor, Dylan Clark Marshall e David Norona nell'episodio 'Chapter Sixteen: Thanksgiving' della serie tv Lipstick Jungle

Mary Tyler Moore, protagonista negli anni '60 di The Dick Van Dyke Show, è morta oggi all'età di 80 anni.
L'attrice ha ottenuto una nomination agli Oscar nel 1980 per la sua interpretazione nel film Gente comune, in cui aveva la parte di una madre dal carattere glaciale che cercava di recuperare il rapporto con suo figlio.

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Mary, da bambina, sperava di diventare una ballerina e ha iniziato a lavorare recitando per alcuni spot commerciali, ottenendo poi alcune piccole parti in serie televisive. La star, in carriera, ha conquistato ben sei Emmy Award e, dopo aver recitato in tv nel ruolo di Laura Petrie accanto a Van Dyke, dal 1970 al 1977 ha interpretato in The Mary Tyler Moore Show la parte di Mary Richards, una perdente in amore che si trasferisce a Minneapolis per lavorare in una tv locale. La rappresentazione di una donna indipendente e single, al centro del progetto proposto alla Fox dall'attrice e dal suo secondo marito Grant Tinker, aveva reso la Moore un'icona per il movimento femminista e aveva conquistato la cifra record di 29 Emmy.

Alla fine degli anni '80, la star aveva provato a proporre, senza avere particolare successo, il variety show Mary, con David Letterman e Michael Keaton, e The Mary Tyler Moore Hour.

Tra i film di cui è stata protagonista si possono citare Change of Habit accanto a Elvis Presley, Niki e Just between friends.

Recentemente la Moore è stata guest star di That '70s Show, Lipstick Jungle e Hot in Cleveland, conquistando poi il suo sesto Emmy per la miniserie Stolen Babies.

L'attrice, inoltre, ha recitato a teatro con spettacoli come Sweet Sue, conquistando anche un Tony Award, e ha scritto due autobiografie.