A passo di danza: in prima serata su Mya

Dalla creatrice di Una mamma per amica arriva la nuova serie ambientata nel mondo della danza.

Arriva in Italia arriva la nuova serie creata da Amy Sherman-Palladino, già autrice per Una mamma per amica: A passo di danza, guidata da Sutton Foster e Kelly Bishop (Dirty Dancing). Il primo episodio andrà in onda in anteprima assoluta il 9 marzo su Premium Play (per una settimana), ma la serie verrà trasmessa nella sua interezza su Mya a partire dal 12 marzo, tutti i martedì in prima serata.

Delusa da una vita in "seconda fila" nei balletti di Las Vegas tutta piume e forme in mostra dove solo le ultrasexy ce la fanno a sfondare, Michelle Simms (Foster) cede alla corte dell'ammiratore alla soglia dello stalking Hubbell Flowers (Alan Ruck). Dopo una sbronza per dimenticare l'ennesimo provino andato a male, Michelle accetta di sposare l'uomo che l'ha riempita di regali e di seguirlo a Paradise, una piccola cittadina sulla costa. Nella casa-museo che Hubbell condivide con la madre, Michelle si pente ben presto di essere salita all'altare - seppure a Las Vegas - specie dopo essersi imbattuta nella suocera asfissiante Fanny (Bishop), ex ballerina ed insegnante di danza nella palestra adiacente alla casa. Michelle decide di fare le valigie e scappare senza voltarsi indietro, ma la situazione cambia quando Hubbell muore in un incidente. Le due donne, seppur diversissime, troveranno nella danza e nei suoi insegnamenti (di vita) quel legame per farsi forza e andare avanti insieme.

Tra le giovani allieve della Paradise Dance Academy, troviamo le adolescenti Bettina "Boo" Jordan (Kaitlyn Jenkins), dolce ma insicura di sè per il suo corpo non filiforme; l'altezzosa e talentuosa Sasha Torres (Julia Goldani Telles), priva tuttavia di quel "fuoco sacro" che potrebbe farla emergere; Virginia "Ginny" Thompson (Bailey Buntain), la quale cerca di sopperire con l'entusiasmo le pecche danzanti e la sempre allegra Melanie Segal (Emma Dumont). Il titolo originale della serie, Bunheads, si riferisce al termine slang dell'ambiente di ballo per indicare la pettinatura a chignon che ogni ballerina di danza classica usa per raccogliere i capelli. La Palladino collabora anche in veste di produttrice insieme a Lamar Damon e John Ziffren; la spumeggiante colonna sonora è composta da Sam Phillips.

Sia Sutton Foster - per questo ruolo definita "l'attrice rivelazione fortysomething della serialità Usa" - sia Kelly Bishop, hanno trascorsi musical nel loro passato. La prima, debuttante da protagonista sul piccolo schermo, è stata candidata ben 8 volte ai prestigiosi Tony Awards, riuscendo a conquistarne il premio nel 2002 e nel 2011 per i musical Thoroughly Modern Millie e Anything Goes; la seconda ha vinto anch'essa un Tony Award (nel 1976) e ha preso parte a Broadway al celebre A Chorus Line. La Palladino ha invitato molti attori di Una mamma per amica a recitare nella nuova serie, fino ad ora si contano 12 collaborazioni, tra cui Sean Gunn, Todd Lowe, Gregg Henry e Liza Weil.

A proposito del serial la stessa Palladino ha spiegato che "l'idea iniziale era quella di prendere come spunto la base di Glee e tradurla nell'ambiente delle ballerine. Poi mi sono ricordata di alcune ragazzine che erano a scuola con me e che praticavano la danza classica e ho scelto quattro attrici che le interpretassero". Per quanto riguarda la figura della protagonista disillusa Michelle, "ho pensato a qualcuno che somigliasse a Heather Watts, prima ballerina del New York City Ballet che ha dovuto fare i conti con lo spietato mondo del balletto e ha dovuto arrangiarsi per conto suo. In un certo senso Michelle rappresenta una sorella di Heather, se solo avesse preso un'altra strada...".

Brian Lowry su "Variety" ha dichiarato che "I personaggi di Sherman-Palladino con la loro chiacchierata brillante e la malinconia sottile non fanno altro che arricchire il tessuto di una serie che bilancia perfettamente commedia e dramma", James Poniewozik su "Time" ha definito la serie "tutta da godere". Per Linda Stasi del "New York Post" si "tratta del migliore telefilm sulla danza che ci sia in tv, con la sua imprevedibilità non somiglia a niente di già visto" mentre per Hank Stuever del "Washington Post" ha "quel tocco inafferrabile che la maggior parte delle serie tv non riesce a centrare nei primi episodi, con una scrittura folle e intelligente che sa virare di continuo verso le emozioni quando ce n'è bisogno e poi, in modo altrettanto veloce, tornare alla leggerezza".

Bunheads
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