Zack Snyder a Roma con Il regno di Ga'hoole: la leggenda dei guardiani

Il nostro incontro con il regista di Watchmen, giunto nella Capitale per la presentazione di questo affascinante film di animazione ambientato tra i volatili notturni.

Dopo i successi ottenuti con l'horror L'alba dei morti viventi e le trasposizioni di graphic novel 300 e Watchmen, Zack Snyder rimane decisamente nell'ambito del cinema di genere ma lo fa con un film decisamente diverso per materiale narrativo e tecniche di rappresentazione: tratto da una famosa (in terre anglosassoni) saga letteraria per ragazzi Il regno di Ga'Hoole: la leggenda dei guardiani è ambientato nel mondo dei volatili notturni, e racconta la più classica avventura tra coming-of-age e lotta tra il bene e il male. Abbiamo incontrato il regista in occasione del suo passaggio romano per la presentazione del film, che vede impegnati al doppiaggio, nella versione orginale, attori del calibro di Helen Mirren, Geoffrey Rush e Sam Neill.

Perché portare sullo schermo questa saga?
Zack Snyder: E' stato piuttosto casuale perché durante un colloquio in Warner mi è caduto l'occhio su un disegno della saga. Ho chiesto qualche notizia e la persona con cui ero in riunione mi ha detto che non era qualcosa che mi avrebbe interessato, trattandosi di una serie di libri per bambini.
Non è stato così... in seguito abbiamo anche scoperto che il progetto era già partito con una prima stesura della sceneggiatura basata sui primi tre libri.

In un progetto simile dovete aver assoldato un ornitologo per lavorare sui personaggi. Che tipo di lavoro avete fatto sui personaggi?

No, un ornitologo no, però abbiamo osservato il comportamento di molti uccelli e le loro abitudini per legarle alle varie situazioni. Alla fine abbiamo comunque dovuto improvvisare un po' unendo aspetti tipici umani a quelli dei rapaci. I gufi sono normalmente quasi immobili, per poi scattare freddamente sulle loro prede. Sembrano quasi distaccati e li abbiamo dovuti umanizzare. Un po' meno per i "cattivi".

Il film è in 3D, qual è la sua posizione su questa nuova tecnologia?
In questo caso il 3D è al servizio del film. L'opera è stata concepita così fin dall'inizio perché l'idea portante è stata che il pubblico sarebbe dovuto essere totalmente coinvolto, sentirsi dentro la pellicola.

Vedendo il film si ha la sensazione che si un po' edulcorato rispetto a quello a cui siamo abituati oggi, la violenza è meno esplicita, è vero?
Io l'ho vista come una "violenza innocente", e non perché la mia band si chiama_ Innocent Violence_! Scherzi a parte quando c'è, è sempre in funzione della storia e della crescita dei personaggi nel loro viaggio iniziatico. Non ho fatto questa scelta perché volevo un film moralista, intendiamoci. Se poi il pubblico ci vuole vedere altri messaggi...

Si dice che sarà lei a girare il prossimo Superman: Man of Steel, un titolo piuttosto ostico, con la supervisione di Nolan. Come ci è riuscito?
Credo che tutto nasca dal mio interesse verso il progetto e verso quest'icona dei fumetti, un personaggio che merita rispetto. Tra l'altro non è che sia stata una gara, anche perché se fosse stato così, sul piano fisico mi sento piuttosto forte e sarebbe stato anche più facile!