You 3, la recensione: l’amore ai tempi degli stalker

La recensione di You 3, la terza stagione della serie disponibile dal 15 ottobre su Netflix, che offre una satira sociale della periferia americana apparentemente perfetta attraverso il marcio dei personaggi di Joe e Love.

"Quanto davvero conosciamo i nostri vicini?"

È con la consapevolezza della doppia identità che ha al proprio interno che iniziamo la nostra recensione di You 3, la terza stagione della serie disponibile dal 15 ottobre su Netflix, e già rinnovata per un quarto ciclo di episodi. Fin dalla sua prima stagione "rivelazione", una volta arrivata sulla piattaforma che l'ha salvata dopo la cancellazione di Lifetime, You è finita presto sulla bocca di tutti per affermarsi da un lato come un thriller psicologico che fa un grande utilizzo della letteratura, dall'altro come un intrattenimento abbastanza basico con svolte ai limiti del surreale che rende lo show un guilty pleasure per palati seriali un po' più raffinati.

Doppia identità

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You 3: una scena della terza stagione

Sera Gamble e Greg Berlanti continuano l'adattamento dei romanzi di Caroline Kepnes e ritroviamo Joe (Penn Badgley) e Love (Victoria Pedretti) dove li avevamo lasciati nel precedente finale di stagione. Un figlio appena nato, una casa in periferia a Madre Linda comprata grazie alla ricca famiglia di lei e una vita matrimoniale tutta da vivere davanti a loro. Un nuovo cambio di location vuol dire colori pastello invece di quelli caldi di Los Angeles e quelli cupi di New York. L'idillio di una storia d'amore, dato che hanno scoperto di essere entrambi dei serial killer e degli stalker, oppure l'inizio dell'abisso per la troppa affinità e reciproca diffidenza dei due? Anche perché Joe ha già messo gli occhi sulla sua prossima "preda": la vicina annoiata interpretata da Michaela McManus (chi se la ricorda in One Tree Hill come sfortunata editrice di Lucas Scott?), con marito iper tecnologico al seguito (lo stesso Scott Speedman tornato a sorpresa in Grey's Anatomy). Come reagirà Love alla notizia? Come se la caverà Joe come padre?

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You 3: Penn Badgley in una scena della terza stagione

È a queste e ad altre domande che prova a rispondere soprattutto la prima parte della stagione, addentrandosi ancora una volta nella mente di Joe ma anche in quella di Love dato che oramai il punto di vista della storia è doppio. Tra colpi di scena a volte improbabili, plot twist al cardiopalma che giocano proprio sul binge watching ossessivo dello spettatore e il voler sapere "come andrà a finire" questa volta la nuova ossessione di Joe, la serie, grazie anche all'interpretazione di Badgley, continua a mostrarci cosa spinge uno stalker a non essere mai sazio, a non trovare mai la pace e la redenzione tanto agognata in questo caso. La seconda possibilità che Joe continua a darsi una morte dopo l'altra sembra voler giustificare se stesso e il proprio comportamento di fronte allo specchio prima ancora che davanti agli altri. Joe però non è Dexter padre (forse il serial killer più famoso della tv) e vuole disperatamente cercare un rapporto col figlio e proteggerlo ad ogni costo, anche più di Love. Vuole insomma essere a tutti gli effetti un bravo ragazzo all'esterno, mentre all'interno si fa sempre più marcio e macchiato di sangue.

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You 3: una foto di scena

Dopo la tematica della sovraesposizione attraverso i social media e quella della redenzione attraverso il vero amore, in questa terza stagione di You siamo di fronte alla satira sociale - già ampiamente e meravigliosamente messa in scena da Desperate Housewives - I segreti di Wisteria Lane in tv o da Edward mani di forbice al cinema - dei sobborghi della periferia americana, con le staccionate bianche sempre ben dipinte, i prati sempre ben curati, e il saluto caloroso, affettuoso e falso dei vicini. Un paesaggio di facciata idilliaco in cui Joe e Love sono quasi delle erbacce da estirpare. "Quanto davvero conosciamo i nostri vicini?" si chiedevano le casalinghe disperate di Wisteria Lane e se lo domandano ora anche Joe e Love, perché non sono gli unici in quel quartiere ad avere dei segreti che non vorrebbero svelare. Alla critica alla società della periferia americana si aggiunge quella dell'ossessione per la salute fisica di questi padri voyeur e di queste madri blogger in erba. L'ossessione per la tecnologia e per ciò che questa potrebbe portare nella vita di chi amiamo. La voce narrante di Joe continua a guidarci costantemente fra i suoi pensieri più assurdi e pericolosi... così come le azioni che è disposto a compiere in nome dell'amore. In nome di te che sei diventata inconsapevolmente la sua ultima ossessione.

Conclusioni

Alla fine della nostra recensione di You 3 riconosciamo lo schema ridondante in cui questa serie continua a ritrovarsi e allo stesso tempo il magnetismo narrativo che porta a volerla finire in un solo boccone per poi aspettare curiosi la stagione successiva, quasi in modo bulimico. Sviluppi maggiormente surreali attendono Joe e Love in questo nuovo ciclo di episodi e questo potrebbe infastidire ma se si abbraccia la storia del serial killer dal cuore d’oro, non la si vorrà lasciare più.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • La voce narrante di Joe e l’interpretazione di Penn Badgley che continuano a mostrarci il lato psicologico e i pensieri del personaggio
  • L’offrire un contraltare a Joe approfondendo il personaggio di Love e il suo passato
  • Dopo la tematica della sovraesposizione social e della redenzione, si passa alla satira sociale della periferia americana grazie nuovamente al cambio di location

Cosa non va

  • Lo schema narrativo potrebbe risultare ridondante e ripetitivo (anche se ben esprime la natura dello stalker che non è mai davvero appagato se non è a caccia)
  • Alcuni sviluppi – soprattutto quelli legati a Love – sono davvero troppo surreali e assurdi
  • I vari personaggi “secondari” avrebbero meritato un maggior approfondimento e una maggior coesione rispetto al resto degli avvenimenti