You 2, la recensione: la serie Netflix diventa sempre più oscura e adatta al binge watching

La recensione di You 2, la serie Netflix con star Penn Badgley che esplora il lato oscuro delle storie d'amore.

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YOU: Penn Badgley in una foto della serie

Joe Goldberg ha conquistato il pubblico di Netflix con il suo fascino letale che nel primo capitolo della storia ha fatto emergere le possibili conseguenze negative della condivisone della propria vita sui social. Ora, come racconteremo nella recensione di You 2, il carismatico libraio si confronta con un mondo diverso e con un nuovo amore che alimentano un ritorno convincente della serie tv.

L'adattamento dei romanzi scritti da Caroline Kepnes con protagonista Penn Badgley propone una visione piuttosto originale della figura di un serial killer e, a differenza di personaggi simili molto amati dal pubblico televisivo come Dexter, rappresenta qualcuno che non si è ancora reso conto della propria natura e cerca di concedersi una possibilità di redenzione e speranza. Il cambiamento di città e il rinnovarsi dei protagonisti aiutano lo show, salvato dalla piattaforma di streaming dopo la cancellazione da parte di Lifetime. Nonostante il rischio di apparire ripetitiva sia dietro l'angolo, la storia di Joe mantiene alta l'attenzione fino a un epilogo quasi psichedelico.

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Una nuova ossessione per Joe Goldberg

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YOU: Victoria Pedretti in una foto della seconda stagione

Dopo la morte di Beck, Joe (Penn Badgley) si trasferisce a Los Angeles, città totalmente inadatta al suo carattere, per sfuggire al ritorno di Candace (Ambyr Childers), la sua ex vendicativa che è riapparsa a sorpresa al termine della prima stagione. Il protagonista di You sembra determinato a non far entrare una nuova donna nella sua vita dopo aver cambiato identità, ma l'entrata in scena della bellissima chef Love Quinn (Victoria Pedretti) lo mette in difficoltà, ritrovandosi inoltre a essere il collega della ragazza nella libreria e caffetteria Anavrin (Nirvana al contrario). Joe analizza fin da subito la nuova collega e si rende conto che è apparentemente perfetta per lui, con la sua presenza quasi inesistente sui social media, un passato segnato da un lutto, un'attenzione quasi nulla per le apparenze e un gruppo di amici così diversi da quelli di Beck. Joe si ritrova quindi a riconsiderare le proprie decisioni mentre fa i conti anche con la vicina di appartamento Delilah (Carmela Zumbado), una giornalista, e alla sorella della ragazza, la precoce Ellie (Jenna Ortega).
Il tentativo di rifarsi una vita lo mette inoltre in difficoltà e il giovane riesce a essere realmente sincero solo con Will (Robin Lord Taylor), a cui ha rubato l'identità, mentre la sua storia d'amore con Love è ostacolata dalla presenza di Forty (James Scully), il fratello regista della ragazza la cui vita è segnata dalle dipendenze e dai problemi, un famoso comico (Chris D'Elia) che nasconde un lato oscuro "segreto", la complicata situazione delle sue vicine e delle morti inaspettate.

Una serie che si addentra nella mente del killer

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YOU: una foto della seconda stagione

La seconda stagione della serie prodotta da Sera Gamble e Greg Berlanti riporta gli spettatori all'interno della mente disturbata e contorta di Joe, mettendoli a confronto con un giovane che cerca un modo per giustificare le sue terribili azioni e dare una svolta positiva alla sua vita "per amore". Penn Badgley conferma di possedere il giusto mix di fascino e talento necessario a portare in vita un personaggio controverso e inquietante mantenendo un'esteriorità all'insegna del bravo ragazzo dall'animo tormentato e un'interiorità in cui gli istinti omicidi e da stalker sono all'ordine del giorno. La voce narrante, costante in questa stagione in cui si dà meno spazio alla prospettiva degli altri personaggi, racconta le ossessioni, la follia e i ragionamenti di un giovane il cui passato è profondamente legato alla violenza e il cui destino appare segnato dall'incapacità di comprendere la gravità delle proprie azioni nonostante inizino a emergere dubbi e preoccupazioni.
Il tentativo del protagonista di iniziare una nuova vita appare fin da subito destinato a fallire e ben presto si capisce che in realtà le sue "abitudini" non sono affatto cambiate, essendo persino arrivato a rinchiudere un giovane a cui ha rubato l'identità e che diventa, per più di una puntata, il suo consigliere. Le interazioni tra Badgley e Robin Lord Taylor sono uno degli elementi migliori della prima parte della stagione con Will che diventa quasi uno psicoterapeuta che obbliga Joe a compiere un esame di coscienza.

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You: una foto della seconda stagione della serie

La serie propone in questa occasione una protagonista femminile apparentemente perfetta, delineata seguendo le fantasie del killer che la idealizza, venera e sostiene portandolo a convincersi che Love sia il suo primo vero amore, riducendo così l'ossessione per Beck (Elizabeth Lail) a una semplice infatuazione. Lo show, nella sua seconda stagione, abbandona grazie alla presenza di Love la tematica dei pericoli dei social media e della cultura della condivisione di ogni dettaglio della propria vita per concentrarsi invece su quella della presunta convinzione che il vero amore possa salvare e convertire l'animo umano. Victoria Pedretti, dopo Hill House, propone nuovamente un personaggio complesso in cui luce e oscurità si alternano in maniera costante, facendo apparire progressivamente l'immagine della giovane segnata da un rapporto difficile con i genitori, dal tentativo di occuparsi di un fratello dai grandi sogni e dalle tante dipendenze, e da un lutto recente.

L'attrice rende Love un personaggio costruito quasi in opposizione rispetto alla figura di Candace, portata in scena per incarnare tutte le conseguenze negative di un sistema che non aiuta le vittime di violenza, impedendogli di superare i traumi. Childers non è però sempre all'altezza della situazione, scivolando più volte con la sua performance negli stereotipi e in una recitazione sopra le righe. Tra i personaggi femminili non manca nemmeno la teenager cresciuta troppo in fretta che viene coinvolta nel mondo dell'intrattenimento sfiorandone il lato oscuro senza averne realmente consapevolezza. Il personaggio di Delilah, invece, rimane ancorato all'idea di una vittima che prova a ribellarsi a una società maschilista senza però mai riuscirci e risulta una presenza delineata fin troppo a grandi linee e senza profondità.

Una rappresentazione intrigante della realtà

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YOU: una foto del protagonista Penn Badgley nel ruolo di Joe

Il lavoro compiuto dagli sceneggiatori è comunque particolarmente curato e, nonostante i momenti quasi surreali, il racconto rimane ben ancorato alla realtà anche nelle ultime due puntate in cui si si dà spazio a delle sequenze folli incredibilmente divertenti e a un intrigante episodio quasi in stile crime con Joe obbligato a indagare su eventi di cui non ha alcun ricordo. You è stata salvata grazie a Netflix dopo la cancellazione da parte di Lifetime e si conferma, con questa seconda stagione, perfetta per il binge watching: il ritmo è sempre serrato e ci sono costantemente sorprese e svolte narrative che mantengono alta l'attenzione degli spettatori.
La scelta di trasferire il racconto a Los Angeles permette inoltre di creare degli interessanti contrasti visivi tra la vita assolata degli abitanti della California e l'oscurità che contraddistingue la vita segreta di Joe e i suoi crimini, grazie a una fotografia di livello, con la sola eccezione dei flashback che sembrano realizzati in modo mediocre e senza ispirazione. L'aspetto più interessante dello show rimane comunque la rappresentazione della mente di Joe Goldberg e, nonostante dei passaggi dello script poco incisivi, il protagonista è costruito con grande attenzione sfruttando il talento di Badgley.

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Conclusioni

Il ritorno della serie, di cui probabilmente verrà presto annunciato un rinnovo, riprende gli elementi che avevano attirato l'attenzione degli spettatori e l'adattamento dei romanzi di Caroline Kepnes - come abbiamo sottolineato anche nella nostra recensione di You 2 - sembra destinato a replicare i dati di ascolti ottenuti dal debutto del progetto. L'entrata in scena di un personaggio femminile come quello di Love, ben gestito dalla promettente Victoria Pedrettim, riesce a offrire una prospettiva nuova alle ossessioni del protagonista e a ribaltare le carte in tavola con un finale spiazzante, disturbante e soddisfacente. Il ripetersi di situazioni e ragionamenti, tuttavia, potrebbe far scivolare nella ripetitività il racconto e la serie. You, tuttavia, ha l'importante merito di far riflettere sulle dinamiche alla base dei rapporti sentimentali e su quanto si è disposti a ignorare pur di realizzare il proprio desiderio di un lieto fine in nome di un'idea idealizzata e irreale dell'amore.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • Penn Badgley si conferma in grado di interpretare con bravura un personaggio complesso e ricco di sfumature.
  • Il cambio di città e i nuovi personaggi permettono alla storia di "rinnovarsi".
  • L'esplorazione dell'animo umano è ben costruita e gestita con attenzione.
  • Il continuo susseguirsi di eventi mantiene alta la tensione.
  • Le situazioni rappresentate spingono alla riflessione.
  • Gli ultimi episodi compiono con efficacia degli esperimenti narrativi.

Cosa non va

  • La voce narrante di Joe potrebbe annoiare o infastidire gli spettatori.
  • Gli eventi rischiano di apparire ripetitivi e il finale non promette un cambiamento per quanto riguarda la struttura del racconto.
  • Alcuni degli elementi vengono sviluppati con eccessiva superficialità e seguendo stereotipi.