X Factor: l'insuccesso della qualità

A vincere è stata la qualità, con la vittoria degli Aram Quartet e la consacrazione di un personaggio intelligente ed eclettico come Morgan, ma il talent show di RaiDue non ha sfondato in termini di Auditel. Intanto, la compilation di X Factor è la più scaricata su I-Tunes.

Sopravvissuto al disastro Auditel delle prime settimane, che con dati mortificanti sembravano aver segnato il suo destino, X Factor si è finalmente concluso dopo dodici turbolente settimane, incoronando i propri vincitori: gli Aram Quartet. Gli spettatori recuperati nelle ultime puntate (circa un milione rispetto agli esordi) sono comunque troppo pochi per dare al risultato del programma contorni più rassicuranti in vista del futuro. Anche il record fatto registrare nella serata finale, 2.750.000 telespettatori con il 14% di share, è estremamente deludente rispetto alle aspettative della rete. Eppure il talent show di RaiDue ha grandi meriti che è giusto sottolineare, dimenticando per un attimo la dura legge dell'Auditel che spesso penalizza programmi che meriterebbero ben altra considerazione da parte di quei telespettatori che non si accodano alla fuga in massa dalla scatola televisiva e ancora si appassionano ai suoi prodotti, non sempre a quelli più meritevoli.

Innanzitutto, è da rilevare l'innegabile qualità del prodotto: X Factor, nonostante le continue batoste in termini di ascolto, è rimasto fedele a una formula che non è mai stata modificata per venire incontro a una presunta inclinazione per così dire "pacchiana" del pubblico. Questo vuol dire niente liti, nessuno scandalo costruito ad arte per attrarre gli amanti dello zapping, nessuna concessione al sentimentalismo, alle lacrime facili o all'intrusione nel privato dei protagonisti. Al centro di X Factor c'è sempre stata la musica, con le esibizioni degli artisti emergenti alla ricerca del sospirato contratto da 300 milioni di euro e con i giudizi dei tre giudici, Simona Ventura, Morgan e Mara Maionchi. Non sono certo mancate tra questi scintille che hanno però animato un discorso necessario sul rapporto tra qualità ed esigenze popolari. Paladino della buona musica è stato Morgan, mentre un'arrogante Ventura non ha perso occasione per dichiararsi dalla parte del pubblico, visto come una massa indistinta amante del pop più orecchiabile, come sembrava sinceramente convinta la conduttrice di Quelli che il calcio.

Nell'ultima puntata l'ex leader dei Bluvertigo non ha risparmiato pesanti attacchi a una delirante Simona Ventura, smascherando la mancanza di competenza in materia di un giudice che non ha mai espresso valutazioni lucide, risultando sempre a corto di argomenti al momento della sua chiamata in causa. In una recente intervista, Morgan ha dichiarato che teme di non essere riconfermato per la prossima edizione. Forse le sue opinioni possono aver dato fastidio a qualcuno, certo è che senza di lui il programma perderebbe la sua anima creativa ed eccentrica, perché grazie a Morgan sul palco di X Factor si sono viste le migliori esibizioni e i momenti tra i più alti della televisione di questa stagione ormai conclusa. L'estro e l'intelligenza dell'artista milanese, ex compagno di Asia Argento, ha confezionato per i gruppi di cui era capitano esibizioni sofisticate che finalmente hanno dato senso alla definizione di talent show. Parliamo del medley degli Who tratto dal musical Tommy che hanno portato sul palco gli Aram Quartet, e delle proposte dei gruppi a cappella come i bravissimi Cluster, che hanno eseguito brillanti cover come Enjoy the Silence dei Depeche Mode, e i SeiOttavi che hanno divertito il pubblico con pezzi tratti da famose colonne sonore, tra cui il main theme di Spiderman.

Alla fine, e non capita spesso nei talent show, ha vinto la qualità, hanno trionfato gli Aram Quartet, gruppo di Lecce che in finale ha avuto la meglio su Giusy Ferreri, ribattezzata dai più la Amy Winehouse italiana, su Emanuele Dabbono e sul favorito della vigilia, il giovanissimo Tony Maiello, che, scartato dalla trasmissione Amici di Maria De Filippi cercava una rivincita che sul palco di X Factor ha ottenuto solo a metà. Nell'ultima puntata i quattro artisti sopravvissuti alle undici settimane di sfide hanno presentato per la prima volta brani inediti con cui si sono dati battaglia rimettendosi al giudizio del solo pubblico. Tra questi, l'unico ad aver proposto un brano scritto di proprio pugno è stato Emanuele (che si è limitato a un pezzo da "rock da oratorio", come ha definito il suo genere un sempre arguto Morgan), mentre autori degli altri sono stati nomi blasonati della nostra musica, come lo stesso Morgan e Tiziano Ferro. Quest'ultimo ha scritto per Giusy Non ti scordar mai di me, un pezzo dal sicuro appeal che la ragazza non ha esitato a definire "una poesia", ma che a noi sembra una copia, per quanto piacevole, dei pezzi bomba della Winehouse. Ad essere stampato alla fine del programma è stato invece l'inedito proposto dagli Aram Quartet e scritto da Morgan, Chi (Who), un pezzo ostico e delirante sembrato troppo complesso ai giornalisti chiamati a intervenire durante la trasmissione, ma che gli spettatori invece hanno apprezzato, determinando la sua pubblicazione.

E mentre schiere di ragazzine sono in attesa del disco di debutto di Marco Carta, il ventitreenne cagliaritano vincitore di Amici, in uscita per la Warner il 13 giugno col titolo Ti rincontrerò, che conterrà dieci brani tra cover (ben 6) e inediti, la compilation di X Factor prodotta dalla Sony è l'album più scaricato da I-Tunes, mentre primo tra i singoli è proprio Non ti scordar mai di me di Giusy, presente nelle prime posizioni anche con la cover di Remedios di Gabriella Ferri. Programmatissimo dalle radio, il pezzo dell'artista milanese sembra destinato a portare anche lei verso il contratto discografico. D'altronde, ancor prima dell'inizio del programma, Giusy e la Sony si erano già incontrati con Il party, il primo singolo pubblicato dalla ragazza, col nome di Gaetana, che vedeva alla direzione artistica Roberto Rossi della Sony-BMG. In molti sul web hanno per questo lamentato evidenti irregolarità da parte della produzione di X Factor che avrebbe facilitato l'ingresso nel programma di artisti che già avevano avuto rapporti con la Sony (tra questi anche Ilaria Porceddu) o che avevano già all'attivo un album pubblicato (come i Cluster), situazioni che cozzavano palesamente con il regolamento ufficiale. Di queste ombre gettate sulla correttezza del programma, nessuno a X Factor ha mai voluto parlare.

Intanto, anche all'estero si concludono i talent show più importanti. La finale di American Idol, programma molto simile nella sostanza a X Factor, ha inchiodato l'America davanti ai teleschermi. Basti pensare che il vincitore, David Cook, ha ottenuto qualcosa come 98 milioni di voti, cifre da capogiro che non possono certo essere paragonate a quelle dei nostri programmi, ma che danno però un'idea su quale sia il seguito di simili show in altri paesi del mondo, un successo che faceva presupporre e sperare in un buon risultato anche dalle nostre parti. Nonostante il flop (parzialmente limitato dai buoni risultati delle vendite dei pezzi degli artisti consacrati dal programma) X Factor è stato riconfermato per la prossima stagione. A condurlo sarà ancora una volta Dj Francesco, un personaggio non particolarmente simpatico né dotato, che ha evidenziato grandi limiti nella conduzione (continue le sue dimenticanze nei passaggi della scaletta e fragilissimo il suo controllo su quello che avveniva in trasmissione) ma che si è mostrato sempre disponibile nei confronti degli artisti che si succedevano sul palco, cercando di metterli a proprio agio. Quando la fortuna non arride al primo colpo, si sa, è sempre d'obbligo il ritentarci.