Westworld, episodio sei: l'ascesa di Maeve e la riscossa di Teddy

Il sesto episodio dello show HBO conferma le impressioni che avevamo avuto con il precedente: Westworld è entrato nel vivo del racconto e, per dirla con l'esaltante e magnetica Maeve di Thandie Newton, "ci sarà da divertirsi".

Dopo il quinto episodio di Westworld, quel Contrapasso andato in onda la scorsa settimana, avevamo ritirato le nostre ultime riserve sulla capacità di coinvolgere e di emozionare dello show creato da Lisa Joy e Jonathan Nolan. La risoluzione dell'alleanza tra la host Dolores e il visitatore William era stato il momento più esaltante dell'episodio che rappresentava il giro di boa della prima stagione dello show, il quale prosegue, coraggiosamente, con questo The Adversary, in cui non compaiono né Evan Rachel WoodJimmi Simpson.

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Westworld: l'attrice Thandie Newton in una foto di The Adversary
Westworld: l'attrice Thandie Newton in una foto di The Adversary

Gli autori di Westworld dimostrano quindi di non aver lavorato bene solo con la caratterizzazione di Dolores, e capitalizzano anche dell'ottimo lavoro fatto da Thandie Newton con il personaggio di Maeve, il più empatico e il più tragico. Lo show ci ha infatti risparmiato le scene di violenza subita da Dolores nel parco, e quando si trova nei laboratori sotterranei ce la mostra assorta e algida, con interlocutori illustri come Bernad Lowe e Robert Ford che in un certo senso proiettano su di lei la propria dignità. Maeve invece l'abbiamo vista morire più volte; l'abbiamo vista aperta e ricucita, maltrattata e trascinata per le camere operatorie come un cadavere - come una bambola. Solo l'intelligenza e raffinatezza della performance di Newton suggerivano il fatto che, nel frattempo, in quel corpo vilipeso e degradato crescevano la consapevolezza e l'ambizione.

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L'ascensione della regina

Westworld: Leonardo Nam, Ptolemy Slocum e Thandie Newton in The Adversary
Westworld: Leonardo Nam, Ptolemy Slocum e Thandie Newton in The Adversary

È dall'immagine di apertura di The Adversary che è evidente che Maeve non è tornata indietro; eredita infatti l'inquadratura che abbiamo visto tante volte incorniciare Dolores, e ne incarna l'evoluzione finale. Già nel suo risveglio, nel breve tragitto verso il Mariposa, è evidente che Maeve ha un obiettivo: e la strada che sceglie per tornare senza indugi a indagare sulla propria vera identità con l'aiuto del suo nuovo amico Felix Lutz è emblematica di una volontà e di un coraggio larger than (human) life. La scena in cui Maeve induce con insulti e motteggi un cliente a strangolarla durante un coito è scioccante, eppure la sveste del ruolo di vittima: nessuno che sia capace di affrontare, anzi di desiderare, perché strumentale ai propri fini, una cosa tanto orribile, potrà più essere una vittima inerme.

Maeve è ormai certa che si risveglierà sul tavolo operatorio di Felix, ma questo non rende la violenza meno brutale, il salto meno angosciante, il trauma meno terrificante. Se Dolores riscrive il proprio destino con l'immaginazione, Maeve lo riscrive con la morte. E il suo sacrificio viene ripagato con la piena rivelazione di ciò che è Westworld, nella meravigliosa sequenza accompagnata da un'altrettanto magnifica rivisitazione per archi di Motion Picture Soundtrack dei Radiohead, una sequenza in cui ancora una volta Thandie Newton esce trionfatrice dalle sfida impossibile che questo show impone ai suoi attori. Abbiamo visto molte toccanti rappresentazioni del dramma delle intelligenze artificiali, da Rutger Hauer a Alicia Vikander passando per Haley Joel Osment, ma non avevamo mai visto nessuno attraversare, affrontare ed elaborare una realtà tanto indicibile con la forza di Maeve e con la grazia di Thandie. Potrà sembrare implausibile la docilità con cui Felix - e poi anche Sylvester - si piegano al suo volere; ma sono assoggettati al suo carisma quanto alle sue minacce di rivelare le malefatte dei "macellai", e, in fondo, curiosi quanto noi di scoprire cosa può diventare.

"We're gonna have some fun"

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Westworld: Jeffrey Wright in una foto di The Adversary
Westworld: Jeffrey Wright in una foto di The Adversary

Il dono di Arnold

Westworld: Anthony Hopkins e Oliver Bell in The Adversary
Westworld: Anthony Hopkins e Oliver Bell in The Adversary

Se Maeve ruba la scena in tutto e per tutto (e a tutti) in The Adversary - non è detto che sia lei l'avversaria del titolo, anzi l'episodio stesso sembra favorire diverse possibilità, alcune delle quali decisamente più sorprendenti, che emergono dalla storyline che vede protagonisti Elsie Hughes e Bernard Lowe. Senza contare il fatto che c'è anche il debutto di un personaggio nuovo e tutto da scoprire inviato dai grandi capi della Delos e molto atteso dai fan dello show: la Charlotte Hale di Tessa Thompson, che prima ancora di rivelarsi riesce a fare girare la testa allo sciaguratamente ebbro Lee Sizemore.

Westworld: l'attore Jeffrey Wright nell'episodio The Adversary
Westworld: l'attore Jeffrey Wright nell'episodio The Adversary

Ma per tornare a Bernard, conquistato finalmente alla causa della verità dalla determinazione di lei, il nostro direttore della programmazione comportamentale lascia finalmente la sua scrivania per imboccare un percorso che lo porta in rotta di collisione con due avversari molto importanti nella sua vita: il suo mentore Robert Ford e la sua amante Theresa Cullen. Se il contributo di Elsie a questo episodio e la sua escursione nel vecchio teatro del settore 3 non sono particolarmente memorabili - le inquadrature suggeriscono minaccia e tensione in maniera fin troppo sfacciata, e il risultato è un denouement prevedibile - i movimenti di Bernard sono particolarmente fruttuosi in The Adversary: ci regalano, nella visita all'area di stoccaggio nei sotterranei, un gustoso omaggio al film Il mondo dei robot, con la silhouette di Yul Brynner che appare con le sembianze di un vecchio host in disuso. E ci regalano, con l'uscita nel settore 17 alla ricerca degli host clandestini, un inquietante tuffo nel passato di Robert Ford.

Westworld: un'immagine dell'episodio The Adversary
Westworld: un'immagine dell'episodio The Adversary

Il mini-Ford l'avevamo già visto e smascherato. Ma qui scopriamo che c'è l'intera famiglia: madre, padre e due fratellini, omaggio amorevole di Arnold al suo amico ai tempi della loro causa comune, prima del varo ufficiale di Westworld. Dovrebbero essere finiti nell'inceneritore da tanti anni, questi vecchi modelli di host che, come ricordava affettuosamente il Man in Black di Ed Harris in Contrapasso, "si aprivano rivelando tante bellissime parti"; Ford li ha conservati segretamente per sentimentalismo, e ora forse rischia di pentirsene. Lo suggeriscono la "morte" del cane che ci riporta alla mente l'aneddoto del levriero assassino del precedente, le parole e le azioni del piccolo cyborg, e ancora quel nome, Arnold, un'entità che, se pure incorporea, ha un'influenza sempre più tangibile sul corso della nostra storia: "I grandi artisti nascondono sé stessi nelle loro opere", dice Robert. Ma forse più che del suo piccolo alter ego sta parlando dell'amico defunto. Che si trovi nel codice degli host o al centro del misterioso labirinto, Arnold è reale e, come Maeve, ha un piano.

La leggenda del labirinto

Westworld: l'attore James Marsden nella puntata The Adversary
Westworld: l'attore James Marsden nella puntata The Adversary

Anche in un episodio relativamente povero di azione come questo non può mancare qualche scazzottata: dopotutto, siamo su HBO. Eppure sarà senz'altro accolta con più benevolenza della scena della morte per asfissia di Maeve questa sequenza in cui finalmente il povero Teddy Flood di James Marsden si scuote di dosso il suo torpore e la sua innocenza. Ma l'elemento più interessante non è il fatto che il Kenny McCormick di Westworld per una volta sopravviva e imbracci la mitragliatrice per fare strage di host-confederati che l'accusano della carneficina attribuitagli dall'ultimo e cruciale upgrade narrativo di Ford, ma le incongruenze tra le sue visioni della stessa e quello che lui racconta all'Uomo in nero, che sembrano suggerire che non sia un narratore attendibile... o per lo meno che soffra di dissonanze cognitive, come l'amata Dolores. E poi c'è quel suo interessantissimo monologo sul labirinto: "Il labirinto è la somma della vita di un uomo, le sue scelte, i suoi sogni. E al centro c'è un uomo leggendario morto migliaia di volte e che migliaia di volte ha ritrovato la via verso la vita. Tornato per un'ultima volta per sconfiggere tutti i suoi nemici in una furia inarrestabile."

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Westworld: Ed Harris nell'episodio The Adversary
Westworld: Ed Harris nell'episodio The Adversary

Non ci danno risposte facili, Joy e Nolan, ci lasciano a lambiccarci tra enigmi, quesiti e allusioni di settimana e settimana; ma di sicuro stanno costruendo un mistero dall'architettura solida, in cui le eco si rispondono da un lato all'altro della complessa magione, e popolato da personaggi sorprendenti, accattivanti e decisamente refrattari agli stereotipi. Facendoci venire una gran voglia di continuare l'esplorazione.

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