Recensione Curiosity Kills The Cat (2006)

Architetture interne ed esterne, fisiche ed interiori che si fanno esplicita ma non per questo banale metafora di quanto stia accadendo nella società cinese, con le sue perdite d'identità, la sua tensione al futuro che è spesso lacerante per il passato e per l'intimo.

Vertiginose architetture sociali della nuova Cina

A Chongqing, una delle città più grandi della Cina, nonché centro economico di primaria importanza, si erge un lussuoso condominio: abitato dai nuovi ricchi, sorvegliato da guardie giurate d'estrazione proletaria, sede di alcuni negozi gestiti da giovani donne. Poco distante, chiuse tra gli edifici moderni ed imponenti, sopravvivono le zone vecchie e povere della città, con i loro vicoli e le case modeste se non fatiscenti.
Sono anche queste le architetture che contano, in Curiosity Kills the Cat, non solo quelle narrative. Architetture interne ed esterne, fisiche ed interiori che si fanno esplicita ma non per questo banale metafora di quanto stia accadendo nella società cinese, con i suoi sbalestramenti, le sue perdite d'identità, la sua tensione al futuro che è spesso lacerante per il passato e per l'intimo.

Appoggiandosi ad uno dei principali studios cinesi - e quindi tutto all'interno di un sistema industriale - il regista Zhang Yibai mette in scena un thriller solo apparentemente legato a modelli formali e visivi hollywoodiani, ma che invece graffia e scava sul suo stesso territorio e nella sua stessa società; e che proprio per questo assume valenze globali. Lo spunto narrativo alla Attrazione fatale è solo un pretesto per raccontare un insieme di personaggi assolutamente insoliti per il cinema cinese, tutti dal primo all'ultimo colpevoli, ambigui, schiavi del possesso e del desiderio di controllo. Personaggi che si muovono in luoghi e ambienti che mutano in base alle vicende che incorniciano, in una costante dinamica di rimandi verticali. I tradimenti ed i complotti del film, orditi dal/nell'alto, sono messi in pratica nel basso, nel vecchio, nel sotterraneo, per non turbare l'apparenza patinata del nuovo benessere, della nuova società. E se le conseguenze di tutto questo risalgono poi come un rigurgito malsano verso l'alto, l'unico epilogo possibile, vertiginoso, è quello di un salto nel vuoto definitivo che ristabilisca il nuovo ordine non più sovvertibile. Non sorprende che per rappresentare la Cina agli Oscar di quest'anno a Curiosity Kills the Cat, graffiante e lucidamente pessimista nei confronti del presente e del futuro del paese, sia stato preferito il ben più innocuo La città proibita di Zhang Yimou.