Verdone-Cortellesi: una coppia nata Sotto una buona stella

Presentato stamattina a Roma il nuovo film diretto e interpretato dal Carletto nazionale, uno degli autori più prolifici e vivaci del nostro cinema che ancora una volta si dimostra abile nel raccontarci l'Italia contemporanea con tutti i suoi problemi senza rinunciare alle risate e alla sua inconfondibile vena malinconica. Eccolo in conferenza con la sua bravissima co-star.

Arriverà nelle sale giovedì 13 febbraio distribuito dalla Filmauro di Aurelio De Laurentiis in ben 730 copie Sotto una buona stella, il nuovo lavoro da regista e attore di Carlo Verdone che senza lesinare su risate e gag divertenti ci tuffa nelle vicende di un padre, Federico Picchioni, che per la prima volta nella sua vita è costretto a fare tutto d'un tratto i conti con una serie di disastri familiari. Prima la perdita del suo lavoro di manager e di tutti i suoi risparmi, cui segue la tragica morte della ex-moglie da cui aveva divorziato tanti anni prima e la convivenza forzata con i due figli ormai adulti che non gli hanno mai perdonato l'abbandono. Il suo lussuoso appartamento dell'Eur, arredato con scrupolosa attenzione al design e alle finiture dalla sua giovane e incontentabile compagna viene così invaso da Niccolò (Lorenzo Richelmy), che sogna di diventare un cantautore affermato, e da Lia (Tea Falco), una poetessa in erba che si divide tra il suo lavoro di traduttrice e il suo ruolo di mamma di una bambina di tre anni, nata da una relazione con un uomo di colore. Il disastro si compie definitivamente quando sia la compagna di Federico (Eleonora Sergio) che la colf fanno le valigie lasciando i quattro in una situazione piuttosto complicata. Tutto cambia quando nel palazzo arriva una nuova vicina, Luisa (Paola Cortellesi), che di lavoro fa la 'restauratrice di aziende', in poche parole la tagliatrice di teste. Tra equivoci, incidenti condominiali e piccole disavventure casalinghe Luisa entrerà in punta di piedi nella vita della famiglia Picchioni aiutando Federico nel suo complicato e tutto sommato nuovo ruolo di padre.

Un difficile inizio

"E' stato uno dei film più lunghi a livello di progettazione e di scrittura della mia carriera, per certi versi mi ha ricordato molto Borotalco che mi portò via quasi dodici mesi per la scrittura del soggetto". Così ci ha raccontato la complessa gestazione del suo film Carlo Verdone in conferenza stampa spiegando come, al contrario del titolo, non sembrava nato sotto la stella giusta. Il ritardo con cui è iniziata la produzione è da imputare ad una mancanza di accordo con il produttore Aurelio De Laurentiis perché nessuna delle sceneggiature proposte era riuscita a convincerlo. Dopo mesi e mesi di tira e molla, stremati dalle continue bocciature del patron di Filmauro, a mettere tutti d'accordo è stata una bozza di sceneggiatura scritta anni prima da Verdone insieme a Pasquale Plastino. Si trattava di una storia ancora non ben delineata che narrava di una vicina di casa bizzarra, di un padre single con due figli adulti e una compagna più giovane. Dopo aver ripreso in mano le redini del progetto e scritto con una certa facilità la bozza definitiva arriva finalmente anche l'entusiasmo del produttore e il 14 ottobre sono finalmente partite le riprese. Quattro mesi esatti di duro lavoro, sedici ore al giorno e una fatica immane per riuscire a portare il film in sala a metà febbraio: "mi sembrava fantascienza pura" - ha dichiarato il regista romano - "il lavoro è stato talmente intenso che in certi momenti ho perso lucidità e non sapevo più che film stavo facendo, poi finalmente la soddisfazione di essere riuscito in tempo a fare il film che volevo nei tempi prestabiliti".

Solitudini moderne

Sotto una buona stella è un film che racconta sì lo scontro generazionale, ma racconta soprattutto una storia corale fatta di persone in cerca di un supporto, di qualcuno a cui affidarsi, di qualcuno da amare e da abbracciare, di un obiettivo da inseguire. Solitudini che brancolando nel buio riescono a trovare la luce di una buona stella da seguire per provare a ricominciare. C'è la crisi del lavoro, ma anche le fragilità di questo momento storico e sociale che si riflettono sulle giovani generazioni che appaiono disincantate e senza fiducia nel futuro e puntano alla fuga in qualche paese estero in cerca di fortuna. "E' stato difficile incanalare questi temi così seri e su cui non c'è molto da ridere nel percorso di una commedia, spero di esserci riuscito con equilibrio perché l'errore è sempre dietro l'angolo" - ha dichiarato con un briciolo di apprensione Verdone - "ma non avrei saputo cos'altro fare se non raccontare la realtà, è questo il cinema che so fare, quello che prende ispirazione dalla lettura di un quotidiano come dalle persone che incontro per strada nel mio quartiere e che gravitano intorno alla mia famiglia".

Un sogno che si avvera

Paola Cortellesi è raggiante in conferenza stampa, felice di aver lavorato con uno dei registi da cui ha imparato di più sui tempi comici pur non avendo mai lavorato in coppia con lui. "Dopo averlo tanto sognato finalmente è successo, ho recitato in un film di Carlo Verdone ed è stato ancor più bello di come l'ho sempre immaginato" - ha dichiarato l'attrice romana ex-conduttrice di Zelig, trasmissione televisiva che ha fatto da scenario alla 'promessa pubblica' di Carlo di fare prima o poi un film insieme. "Sul set si respirava una profonda sensazione di familiarità, quella che si raggiunge solo con le persone con cui lavori da una vita"- ha spiegato la Cortellesi che ha dimostrato grande bravura nel duettare sul grande schermo con Verdone - "ma Carlo è anche un artista molto rigoroso e perfezionista capace di lasciare in qualche occasione anche un po' di spazio per l'improvvisazione nonostante il grande lavoro che c'è da fare quando il regista è contemporaneamente anche il protagonista principale del film".

Più Carlo per tutti

"Non mi sarei mai aspettato di poter durare così tanto, uno può avere tutto il talento che vuole ma se non hai una buona stella ad illuminare il tuo cammino non riesci a fare niente, considero questa carriera così piena di successi e l'amore da parte del pubblico un dono enorme avuto dal destino". Dopo aver dato tanto con gli innumerevoli personaggi che ci hanno accompagnato negli anni, Carlo Verdone ha dimostrato di volersi mettere in gioco con film diversi, più corali, di sapersi adattare a situazioni produttive e storie sempre nuove, di saper dare spazio a giovani leve del nostro cinema, ad attrici capaci di stimolarlo e di dargli l'ispirazione giusta. "Sento che il mio pubblico in questo momento ha bisogno di affetto, di ottimismo e di verità" - ha continuato con fervore Verdone - "ed è per questo che ho deciso di raccontare le difficoltà che incontrano giovani e meno giovani in Italia in questo preciso momento storico in cui sembra di assistere ad una gigantesca riunione di condominio dove l'amministratore è il Presidente della Repubblica al quale non mi sento di affibbiare colpe troppo grosse".
Si sente pronto per provare a dirigere film senza per forza interpretarli, per provare a dirigere non solo commedie ma anche film più seri ma si sente pronto soprattutto per mandare un messaggio forte alla nostra classe politica: "Andiamo avanti e costruiamo, torniamo a investire sulla cultura, basta con le ripicche perché rischiamo di perdere per sempre l'occasione per riscattarci, pensate al presente, smettetela di guardare solo al vostro orticello e cominciate a pensare ad investire sui giovani e a risolvere i problemi più grossi di questo Paese".